Acqua e cibo a Venezia. Storie della Laguna e della Città
Pietro Longhi (bottega), Convitto in casa Nani alla Giudecca, 1755. Olio su tela, 130 x 97 cm. Ca’ Rezzonico, Venezia
Dal 26 September 2015 al 14 February 2016
Venezia
Luogo: Palazzo Ducale
Indirizzo: San Marco 1
Orari: 8.30-19; dal 1 novembre al 31 marzo 8.30-17.30
Curatori: Donatella Calabi
Costo del biglietto: intero € 18, ridotto € 11, gratuito residenti e nati nel Comune di Venezia, membri I.C.O.M., bambini da 0 a 5 anni
Telefono per informazioni: +39 041 2715911
E-Mail info: info@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://palazzoducale.visitmuve.it
I fascinosi ambienti dell’Appartamento del Doge a Palazzo Ducale ospitano, dal 26 settembre 2015 al 14 febbraio 2016, in concomitanza con EXPO 2015 e il suo tema portante “Nutrire il pianeta. Energia per la Vita”, una mostra ricca ed eterogenea dedicata a Venezia e alla complessa rete di sistemi di sussistenza che la città ha sviluppato nel corso dei secoli per mantenersi, crescere e prosperare. Prodotta dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, con la Fondazione di Venezia, l’esposizione – posta sotto il patrocinio dell’Ufficio sito Unesco “Venezia e la sua Laguna” e di EXPO 2015 – a cura di Donatella Calabi, con il coordinamento scientifico di Gabriella Belli e con un comitato scientifico che annovera alcuni tra i più importanti studiosi ed esperti in questo ambito, offre un quadro onnicomprensivo della vita in laguna attraverso un innovativo percorso multimediale e interattivo e un approccio multidisciplinare che si accosta al tradizionale utilizzo di carte storiche, dipinti e incisioni. A quasi mezzo secolo dalla celebre rassegna di Palazzo Grassi (Mostra storica della laguna veneta, 1970) la straordinaria documentazione archivistica, iconografica e testuale si arricchisce del valore aggiunto dello strumento digitale, grazie al lavoro svolto da un gruppo di giovani ricercatori dell’Università Iuav di Venezia. Alle opere esposte, oltre un centinaio, provenienti per lo più dalle principali collezioni veneziane – Archivio di Stato, Biblioteca Nazionale Marciana, Fondazione Musei Civici, Fondazione Querini Stampalia, Gallerie dell’Accademia – e dall’Istituto Storico di Cultura dell’Arma del Genio di Roma, si accompagnano dunque anche “narrazioni digitali” di dipinti, videoproiezioni su modelli tridimensionali della laguna, ricostruzioni virtuali, elaborate dal Laboratorio di Fotogrammetria e Cartografia e dal Laboratorio VISU dell’Università Iuav di Venezia che “immergono” il visitatore in un’esperienza altamente suggestiva e coinvolgente. Il percorso si articola in cinque sezioni tematiche con l’obiettivo di sottolineare l’unicità di Venezia e gli sforzi costanti dei suoi cittadini per renderla la città che oggi tutti conosciamo.
La prima sezione, La laguna si trasforma, illustra attraverso plastici tridimensionali il processo di trasformazione morfologica e idraulica del territorio che ha endemicamente condizionato la produzione alimentare, l’approvvigionamento idrico e le vie di comunicazione da e per la terraferma. Le grandi cartografie storiche presenti in questa sezione (Anzolo Emo, Disegno della laguna di Venezia, 1763) accompagnano la narrazione delle complesse modificazioni territoriali.
Nella seconda, Acqua e cibo in laguna e in terraferma, si vuole da un lato proporre una panoramica sulla non facile produzione alimentare in territori lambiti dalle acque salse e dall’altro raccontare la vendita al minuto e i suoi protagonisti frutaroli, pistori e pescatori. Il monumentale dipinto del Tintoretto in prestito dalle Gallerie dell’Accademia (Jacopo Tintoretto, La Creazione degli animali, 1550-1553) offre inoltre un campionario delle specie presenti nell’ambiente anfibio veneziano caratterizzato da una incredibile varietà di pesci e uccelli.
La terza sezione Banchetti, parate, giochi e feste utilizza molteplici fonti d’archivio per inquadrare il tema dell’alimentazione dal punto di vista sociale, tema come mai attuale nell’anno dell’Expo milanese. Le sagre, gli eventi mondani e le occasioni nelle quali il cibo diviene pretesto di aggregazione e di confronto sono illustrate da una serie di dipinti rappresentativi, come il Convito in Casa Nani alla Giudecca (Pietro Longhi, attr., 1775). Architettura e alimentazione pone quindi l’accento sui manufatti edilizi che fungevano da luoghi di raccolta e distribuzione delle risorse alimentari: monasteri, presidi militari, ospedali e osterie.
I numerosi documenti proposti raccontano un articolato sistema di scambi e di regole che scandivano la vita dei veneziani e ne garantivano la prosperità (Insegna dell’arte dei Pestrineri, XVI sec). La ricostruzione virtuale della Cantina Do Spade, ancor oggi esistente nel sestiere di San Polo a Venezia, offre poi al visitatore la possibilità di vivere in soggettiva l’esperienza fedele dell’accoglienza di un cliente che avesse domandato vitto e alloggio alla storica osteria nel 1754.
La quinta e ultima sezione, In mezzo all’acqua/senz’acqua, racconta del paradosso di una città che, per citare Marin Sanudo, “è in aqua e non ha aqua”. Il sistema dell’approvvigionamento idrico è raccontato attraverso una serie di immagini cartografiche e iconografiche che illustrano il trasporto dell’acqua dalla terraferma alla laguna (Giovanni Grevembroch, Deficienza provveduta, seconda metà del XVIII sec.). A corredo della mostra il catalogo – edito da Marsilio – vanta l’importante prefazione di Salvatore Settis, che ricorda l’intimo legame tra la città e la sua laguna “intesa come una viva cintura di mura d’acqua la cui sacralità è esplicitamente paragonata e assimilata a quella delle sacre mura della patria di una città di terra”.
La prima sezione, La laguna si trasforma, illustra attraverso plastici tridimensionali il processo di trasformazione morfologica e idraulica del territorio che ha endemicamente condizionato la produzione alimentare, l’approvvigionamento idrico e le vie di comunicazione da e per la terraferma. Le grandi cartografie storiche presenti in questa sezione (Anzolo Emo, Disegno della laguna di Venezia, 1763) accompagnano la narrazione delle complesse modificazioni territoriali.
Nella seconda, Acqua e cibo in laguna e in terraferma, si vuole da un lato proporre una panoramica sulla non facile produzione alimentare in territori lambiti dalle acque salse e dall’altro raccontare la vendita al minuto e i suoi protagonisti frutaroli, pistori e pescatori. Il monumentale dipinto del Tintoretto in prestito dalle Gallerie dell’Accademia (Jacopo Tintoretto, La Creazione degli animali, 1550-1553) offre inoltre un campionario delle specie presenti nell’ambiente anfibio veneziano caratterizzato da una incredibile varietà di pesci e uccelli.
La terza sezione Banchetti, parate, giochi e feste utilizza molteplici fonti d’archivio per inquadrare il tema dell’alimentazione dal punto di vista sociale, tema come mai attuale nell’anno dell’Expo milanese. Le sagre, gli eventi mondani e le occasioni nelle quali il cibo diviene pretesto di aggregazione e di confronto sono illustrate da una serie di dipinti rappresentativi, come il Convito in Casa Nani alla Giudecca (Pietro Longhi, attr., 1775). Architettura e alimentazione pone quindi l’accento sui manufatti edilizi che fungevano da luoghi di raccolta e distribuzione delle risorse alimentari: monasteri, presidi militari, ospedali e osterie.
I numerosi documenti proposti raccontano un articolato sistema di scambi e di regole che scandivano la vita dei veneziani e ne garantivano la prosperità (Insegna dell’arte dei Pestrineri, XVI sec). La ricostruzione virtuale della Cantina Do Spade, ancor oggi esistente nel sestiere di San Polo a Venezia, offre poi al visitatore la possibilità di vivere in soggettiva l’esperienza fedele dell’accoglienza di un cliente che avesse domandato vitto e alloggio alla storica osteria nel 1754.
La quinta e ultima sezione, In mezzo all’acqua/senz’acqua, racconta del paradosso di una città che, per citare Marin Sanudo, “è in aqua e non ha aqua”. Il sistema dell’approvvigionamento idrico è raccontato attraverso una serie di immagini cartografiche e iconografiche che illustrano il trasporto dell’acqua dalla terraferma alla laguna (Giovanni Grevembroch, Deficienza provveduta, seconda metà del XVIII sec.). A corredo della mostra il catalogo – edito da Marsilio – vanta l’importante prefazione di Salvatore Settis, che ricorda l’intimo legame tra la città e la sua laguna “intesa come una viva cintura di mura d’acqua la cui sacralità è esplicitamente paragonata e assimilata a quella delle sacre mura della patria di una città di terra”.
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