Anna Moro-Lin. La natura delle cose
Dal 13 Dicembre 2013 al 25 Febbraio 2014
Venezia
Luogo: Casa di Carlo Goldoni
Indirizzo: campo San Polo 2794
Orari: 10-16; chiuso mercoledì
Costo del biglietto: intero € 5, ridotto € 3.50
Telefono per informazioni: +39 041 2759325/ 041 2440317
E-Mail info: press@fmcvenezia.it
Sito ufficiale: http://www.visitmuve.it
La natura delle cose racconta il divenire della vita, il dinamismo del mondo animato ed inanimato, quel moto spontaneo che va dall’ordine al disordine e in termini scientifici si chiama entropia. Ogni sistema segue il Secondo Principio della Termodinamica (qualunque sistema evolve spontaneamente verso lo stato di massimo disordine).
E’ partendo da questa riflessione che Anna Moro-Lin ha costruito il suo progetto. Attraverso le successive modificazioni della materia che più le è congeniale, la carta/garza, la fibra, l’artista ha cercato di rappresentare la natura mutevole delle cose, la loro fragilità e deperibilità.
Su una pedana ricoperta di un telo nero ha appoggiato una striscia di materiale tessile bianco che, raccolto alle estremità in due bobine di diversa grandezza, è visualizzato nel suo svolgimento nella proiezione di un video che sta distintamente ad indicare lo stesso fluire del tempo. A destra e sinistra sono poste sagome tessili irregolari sbiancate, stinte e sfibrate, ottenute dalla decolorazione, manipolazione e rielaborazione di opere precedenti. Nella loro nudità esibiscono progressivamente ferite e segni di deterioramento, fino a dissolversi in frammenti.
Due grossi libri aperti riportano nelle pagine centrali le parole di Lucrezio liberamente tratte dal De Rerum Natura. In esso infatti Lucrezio spiega come tutto tragga origine e fondamento dalla aggregazione di corpi generativi, o semi, che formano tutte le creature a seconda di come si mescolano tra loro e di come si muovono. Una volta raggiunto il massimo incremento, tutto si avvia alla disgregazione e ritorna agli elementi primi della materia, i quali riprendono il loro movimento aggregandosi in altri corpi.
L’opera di Anna Moro-Lin è stata realizzata per sottrazione, partendo dal finito per arrivare agli elementi primi, riconoscendo e salvando in ogni fase di trasformazione il valore di “ciò che resta”.
Anna Moro-Lin esordisce nel 1978 con una mostra alla Galleria Il Traghetto di Venezia.
La matrice astratto lirica caratterizza la prima fase del suo lavoro pittorico e grafico. La produzione degli anni successivi si distingue per l’irruzione della carta nella pittura, per il suo farsi protagonista. L’avvicinamento alla materia del suo operare (cellulosa, carta, garza) la porta ad analizzare il significato e il peso del processo operativo e a riconoscere gli elementi accidentali che concorrono al risultato finale.
La ricerca di Moro-Lin prosegue focalizzandosi sui valori dello spazio e della materia. Il superamento del concetto di opera come oggetto porta alla frantumazione dello spazio centrale e alla produzione di un “luogo” che è ottico e tattile ad un tempo. L’esigenza di allargare i contenuti e i confini del proprio lavoro la stimola a sperimentare nuovi materiali e nuove tematiche legate al riciclo e ai problemi dell’ambiente.
Ha realizzato più di cinquanta mostre personali, partecipato, su invito a workshop internazionali e mostre collettive tra cui edizioni 1998, 2004, 2005, 2006, 2010, Miniartextil, Como; Helsinki “Left over”; Charmey “Triennale International du papier”; Roma “Off loom”; Edizioni 1997, 2003, 2009″ International Textile Art”, Graz; Amelia “2° Edizione Arte tessile contemporanea”; Foggia “Tramarte – Fiber Art e oltre” e le successive edizioni di “Tracarte – rassegna internazionale di opere in carta”; Ljubjana “Our daily bread”, Tournai “Triennale internationale de la tapisserie”; Varna (Bulgaria) “Conflicts/Dialogues”, Pezinok (Slovacchia) “Invisible exhibition”; Ruzomberok (Slovacchia) 6° International Paper Symposium; Ryn (Polonia) “The dark room”.
Ha pubblicato con il Centro Internazionale della Grafica di Venezia lecartelle: “Retiarius” 1982; “Nuvole come…” 1984.Dal 1995 è responsabile del Laboratorio di Arti Visive ARCI -Verdeaqua riservato ad adulti interessati a ricercare, elaborare e tradurre nei modi dell’arte, le proprie esigenze espressive.
E’ partendo da questa riflessione che Anna Moro-Lin ha costruito il suo progetto. Attraverso le successive modificazioni della materia che più le è congeniale, la carta/garza, la fibra, l’artista ha cercato di rappresentare la natura mutevole delle cose, la loro fragilità e deperibilità.
Su una pedana ricoperta di un telo nero ha appoggiato una striscia di materiale tessile bianco che, raccolto alle estremità in due bobine di diversa grandezza, è visualizzato nel suo svolgimento nella proiezione di un video che sta distintamente ad indicare lo stesso fluire del tempo. A destra e sinistra sono poste sagome tessili irregolari sbiancate, stinte e sfibrate, ottenute dalla decolorazione, manipolazione e rielaborazione di opere precedenti. Nella loro nudità esibiscono progressivamente ferite e segni di deterioramento, fino a dissolversi in frammenti.
Due grossi libri aperti riportano nelle pagine centrali le parole di Lucrezio liberamente tratte dal De Rerum Natura. In esso infatti Lucrezio spiega come tutto tragga origine e fondamento dalla aggregazione di corpi generativi, o semi, che formano tutte le creature a seconda di come si mescolano tra loro e di come si muovono. Una volta raggiunto il massimo incremento, tutto si avvia alla disgregazione e ritorna agli elementi primi della materia, i quali riprendono il loro movimento aggregandosi in altri corpi.
L’opera di Anna Moro-Lin è stata realizzata per sottrazione, partendo dal finito per arrivare agli elementi primi, riconoscendo e salvando in ogni fase di trasformazione il valore di “ciò che resta”.
Anna Moro-Lin esordisce nel 1978 con una mostra alla Galleria Il Traghetto di Venezia.
La matrice astratto lirica caratterizza la prima fase del suo lavoro pittorico e grafico. La produzione degli anni successivi si distingue per l’irruzione della carta nella pittura, per il suo farsi protagonista. L’avvicinamento alla materia del suo operare (cellulosa, carta, garza) la porta ad analizzare il significato e il peso del processo operativo e a riconoscere gli elementi accidentali che concorrono al risultato finale.
La ricerca di Moro-Lin prosegue focalizzandosi sui valori dello spazio e della materia. Il superamento del concetto di opera come oggetto porta alla frantumazione dello spazio centrale e alla produzione di un “luogo” che è ottico e tattile ad un tempo. L’esigenza di allargare i contenuti e i confini del proprio lavoro la stimola a sperimentare nuovi materiali e nuove tematiche legate al riciclo e ai problemi dell’ambiente.
Ha realizzato più di cinquanta mostre personali, partecipato, su invito a workshop internazionali e mostre collettive tra cui edizioni 1998, 2004, 2005, 2006, 2010, Miniartextil, Como; Helsinki “Left over”; Charmey “Triennale International du papier”; Roma “Off loom”; Edizioni 1997, 2003, 2009″ International Textile Art”, Graz; Amelia “2° Edizione Arte tessile contemporanea”; Foggia “Tramarte – Fiber Art e oltre” e le successive edizioni di “Tracarte – rassegna internazionale di opere in carta”; Ljubjana “Our daily bread”, Tournai “Triennale internationale de la tapisserie”; Varna (Bulgaria) “Conflicts/Dialogues”, Pezinok (Slovacchia) “Invisible exhibition”; Ruzomberok (Slovacchia) 6° International Paper Symposium; Ryn (Polonia) “The dark room”.
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