La nuova stagione espositiva di Palazzo Cini
Dal 28 Maggio 2021 al 31 Ottobre 2021
Venezia
Luogo: Palazzo Cini
Indirizzo: Campo San Vio 864
Orari: Ven - Dom 12 - 20 | Lun - Gio chiuso
Telefono per informazioni: +39 366 4202181
E-Mail info: info@visitcini.com
Sito ufficiale: http://www.cini.it
Palazzo Cini a San Vio apre le porte al pubblico dal 28 maggio 2021 con un’eccezionale proposta in occasione dei 70 anni della Fondazione Giorgio Cini: il celebre dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello prestato dal Musée Jacquemart-André di Parigi, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo. Il dipinto viene concesso dall’istituzione francese, in reciproco scambio, per Il giudizio di Paride di Botticelli e bottega che verrà esposto a Parigi in occasione della mostra Botticelli: un laboratoire de la Renaissance (10 settembre 2021 – 24 gennaio 2022). Al secondo piano di Palazzo Cini viene riaperta con nuove opere, 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende l’opera incisoria di Piranesi vedutista attraverso una lettura originale delle sue vedute di Roma. La mostra è realizzata in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico (28 maggio – 31 ottobre 2021, venerdì, sabato, domenica dalle 12 alle 20, www.palazzocini.it, www.cini.it).
Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti annisostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 31 ottobre 2021. La collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini è frutto di un legame proficuo e duraturo che nasce dalla comune esigenza di impegnarsi nella promozione dell’accesso e della fruibilità della cultura.
La stagione espositiva 2021 a Palazzo Cini riprende con l’iniziativa L’Ospite a Palazzo che vede protagonista quest’anno, in cui si celebrano i 70 anni della Fondazione Giorgio Cini, il dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475) prestato dal noto Musée Jacquemart – André di Parigi. L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa Fondazione Cini. Precedentemente Palazzo Cini a San Vio, grazie a intese con importanti e prestigiose istituzioni italiane e internazionali, ha accolto all’interno della sua Galleria, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo: L’evangelista Marco di Mantegna (2016), La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (2015), L’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto e Ritratto di giovane con liuto di Agnolo Bronzino, (2014).
Con l’occasione dell’arrivo di San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, la Sala del Rinascimento della Galleria è stata riallestita e il pubblico può ammirare nel nuovo layout i due capolavori di Piero di Cosimo: la Madonna con il Bambino e angeli musicanti e la tavola della Sacra Famiglia con San Giovannino. In particolare quest’ultima opera dell’artista fiorentino è stata restaurata nel 2019 grazie al finanziamento di Save Venice Inc ed è ora apprezzabile in tutto il suo splendore. L’organizzazione no profit statunitense ha sostenuto negli anni numerosi restauri di opere conservate alla Fondazione Cini tra cui si possono ammirare nel percorso di visita alla Galleria di Palazzo Cini: il San Pietro Martire di Vecchietta, restaurato nel 2018-2019; la Modonna dell’Umiltà di Sassetta, restaura nel 2017-2018; La Maestà del Maestro di Badia a Isola, restaura nel 2015-2016.
Rinnovata con nuove opere, di cui 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del Palazzo apre al pubblico anche la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla mostra Le arti di Piranesi, ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un “primo capitolo” dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente. Il corpus Piranesi della Fondazione Giorgio Cini, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.
La Galleria di Palazzo Cini, con le Gallerie dell’Accademia, la Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi - Punta della Dogana partecipa al Dorsoduro Museum Mile, uno straordinario percorso culturale che prevede itinerari integrati, comunicazione condivisa e sconti sui biglietti d’ingresso ai musei.
Grazie ad Assicurazioni Generali, main partner della Galleria fin dalla sua riapertura nel 2014 e da molti annisostenitore istituzionale della Fondazione Cini, la stagione espositiva proseguirà fino al 31 ottobre 2021. La collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini è frutto di un legame proficuo e duraturo che nasce dalla comune esigenza di impegnarsi nella promozione dell’accesso e della fruibilità della cultura.
La stagione espositiva 2021 a Palazzo Cini riprende con l’iniziativa L’Ospite a Palazzo che vede protagonista quest’anno, in cui si celebrano i 70 anni della Fondazione Giorgio Cini, il dipinto San Giorgio e il drago di Paolo Uccello (Pratovecchio, 15 giugno 1397 – Firenze, 10 dicembre 1475) prestato dal noto Musée Jacquemart – André di Parigi. L’opera, che ritrae il cavaliere San Giorgio mentre dall'alto del suo cavallo sta trafiggendo il drago, arricchisce di un importante tassello il nucleo del Quattrocento fiorentino della collezione permanente ed evoca simbolicamente il miles christianus che caratterizza il logo della stessa Fondazione Cini. Precedentemente Palazzo Cini a San Vio, grazie a intese con importanti e prestigiose istituzioni italiane e internazionali, ha accolto all’interno della sua Galleria, nell’ambito dell’iniziativa L’Ospite a Palazzo: L’evangelista Marco di Mantegna (2016), La Madonna di Pontassieve di Beato Angelico (2015), L’Adorazione dei pastori di Lorenzo Lotto e Ritratto di giovane con liuto di Agnolo Bronzino, (2014).
Con l’occasione dell’arrivo di San Giorgio e il drago di Paolo Uccello, la Sala del Rinascimento della Galleria è stata riallestita e il pubblico può ammirare nel nuovo layout i due capolavori di Piero di Cosimo: la Madonna con il Bambino e angeli musicanti e la tavola della Sacra Famiglia con San Giovannino. In particolare quest’ultima opera dell’artista fiorentino è stata restaurata nel 2019 grazie al finanziamento di Save Venice Inc ed è ora apprezzabile in tutto il suo splendore. L’organizzazione no profit statunitense ha sostenuto negli anni numerosi restauri di opere conservate alla Fondazione Cini tra cui si possono ammirare nel percorso di visita alla Galleria di Palazzo Cini: il San Pietro Martire di Vecchietta, restaurato nel 2018-2019; la Modonna dell’Umiltà di Sassetta, restaura nel 2017-2018; La Maestà del Maestro di Badia a Isola, restaura nel 2015-2016.
Rinnovata con nuove opere, di cui 11 stampe di Giambattista Piranesi e altrettante fotografie di Gabriele Basilico, al secondo piano del Palazzo apre al pubblico anche la mostra Piranesi Roma Basilico, a cura di Luca Massimo Barbero, che riprende la figura di Piranesi vedutista proposta dalla mostra Le arti di Piranesi, ideata dalla Fondazione Cini nel 2010, con una lettura originale delle sue vedute di Roma, messe a confronto con il lavoro del grande fotografo. Un “primo capitolo” dell’esposizione era già stato inaugurato nel 2020, ma, a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la mostra aveva dovuto chiudere anticipatamente. Il corpus Piranesi della Fondazione Giorgio Cini, costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata. La sua conservazione è stata garantita dalla lungimirante e generosa decisione di Vittorio Cini, che negli anni settanta del secolo scorso lo acquistò e lo destinò integralmente all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione, dove ancora oggi è oggetto di studio.
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