Lynn Davis. Modern View of Ancient Treasures

Lynn Davis, China #20, Ancient city of Gaochang, Buddhist Temple, Tupan, 2001

Modern View of Ancient Treasures, Museo Archeologico Nazionale, Venezia

 

Dal 22 Settembre 2012 al 13 Gennaio 2013

Venezia

Luogo: Museo Archeologico Nazionale

Indirizzo: piazza San Marco

Orari: tutti i giorni 10-19; dal 1 novembre 10-17

Curatori: Marco Meneguzzo

Enti promotori:

  • Associazione di Promozione Culturale ASLC. La Città - Progetti per l'arte

Telefono per informazioni: +39 049 663499

E-Mail info: info@studioesseci.net

Sito ufficiale: http://www.polomuseale.venezia.beniculturali.it


Lynn Davis è considerata una delle più raffinate fotografe della scena americana. Allieva di Berenice Abbott, un mito della fotografia, e amica di Robert Mapplethorpe, il fotografo “maudit” della ribalta newyorkese anni Ottanta, Lynn Davis vuole presentarsi a Venezia con una tra le sue più raffinate raccolte di grandi fotografie, tutte centrate sull’epifania di luoghi sacri all’uomo: tombe monumentali in mezzo al deserto, templi che si ergono come stalagmiti nella pianura, figure ieratiche che emergono dalle montagne, sono le immagini che la fotografa oggi predilige, nella sua costante ricerca di un luogo “senza tempo”, che trasmetta all’essere umano – oggi come ieri – il senso dell’assoluto.

Per questo, l'esposizione al Museo Archeologico riveste la mostra di un doppio significato: le fotografie non solo entrano in rapporto, ovviamente, con lo sguardo dello spettatore, ma anche con i reperti custoditi nel museo, che idealmente fanno parte della ricerca di Lynn Davis, sia come oggetti in sé – spesso si tratta di statuaria celebrativa, votiva, funeraria sia come oggetto della memoria dei lungimiranti collezionisti che, a partire dai raffinati prelati rinascimentali, Domenico e Giovanni Grimani nel XVI secolo, hanno contribuito a creare la raccolte di antichità del Museo Archeologico veneziano.

Così, il viaggio ideale e fisico di Lynn Davis trova finalmente il suo luogo d’elezione, che è il luogo
della memoria – e delle memoria antica, ancestrale, quasi atavica -, dove le grandi foto magistralmente stampate su rarissima carta fotografica, diventano non semplicemente l’esposizione temporanea di una stagione, ma il luogo dove “sono sempre state”, e dove potrebbero idealmente rimanere per sempre.


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