La contemplazione del Cartone di Raffaello dell’Ambrosiana, mossa da un profondo senso di rispetto, ammirazione e stupore, ha ispirato Giulio Manfredi a voler porre in atto l’intrapresa audace di confrontarsi con uno dei massimi maestri del Rinascimento e dialogare con “l’un des plus beaux desseins du monde”, come ebbe a esprimersi Pierre Gauthiez” afferma Mons. Alberto Rocca.
“Il riferimento a Raffaello è profondamente emotivo: appartiene alla commozione. L’artista vorrebbe donare agli uomini di oggi e di domani una speranza di rappacificazione: la certezza dell’idea contro l’aridità del mondo” dichiara Arnaldo Colasanti.
Quello che spinge Giulio Manfredi a ricreare in gioielli e pietre preziose il segreto abbagliante del capolavoro di Raffaello è un gesto di ammirazione e di amore. La ricerca di Giulio Manfredi, la consapevolezza con cui sperimenta la materia e la forma, sono la traccia di un sogno prezioso, in cui l’eredità dell’Umanesimo non è altro che lo sguardo rivolto verso bellezza nuova e contemporanea. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana sceglie l’opera del maestro Giulio Manfredi perché crede che il genio italiano sia sempre una vocazione alla ricerca e alla bellezza
“Il riferimento a Raffaello è profondamente emotivo: appartiene alla commozione. L’artista vorrebbe donare agli uomini di oggi e di domani una speranza di rappacificazione: la certezza dell’idea contro l’aridità del mondo” dichiara Arnaldo Colasanti.
Quello che spinge Giulio Manfredi a ricreare in gioielli e pietre preziose il segreto abbagliante del capolavoro di Raffaello è un gesto di ammirazione e di amore. La ricerca di Giulio Manfredi, la consapevolezza con cui sperimenta la materia e la forma, sono la traccia di un sogno prezioso, in cui l’eredità dell’Umanesimo non è altro che lo sguardo rivolto verso bellezza nuova e contemporanea. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana sceglie l’opera del maestro Giulio Manfredi perché crede che il genio italiano sia sempre una vocazione alla ricerca e alla bellezza