Mostra Cerith Wyn Evans. Pompeii Threnody a Napoli. Le informazioni sulla mostra Cerith Wyn Evans. Pompeii Threnody, i curatori, gli orari di ingresso, il costo dei biglietti, i numeri per prenotare, il comunicato stampa sulla mostra Cerith Wyn Evans. Pompeii Threnody del museo Antiquarium di Boscoreale di Napoli.

Cerith Wyn Evans, foto di ricerca, albero fossile dall'Antiquarium di Boscoreale (particolare). Courtesy l'artista e Parco Archeologico di Pompei

Cerith Wyn Evans, foto di ricerca, albero fossile dall'Antiquarium di Boscoreale (particolare). Courtesy l'artista e Parco Archeologico di Pompei

Mappa

  • Città: Boscoreale
  • Provincia: Napoli
  • Indirizzo: Via Settetermini, loc. Villa Regina
  • Sito ufficiale

Scheda Mostra

Cerith Wyn Evans. Pompeii Threnody


  • Luogo: Antiquarium di Boscoreale
  • Curatori: Andrea Viliani con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo
  • Città: Boscoreale
  • Provincia: Napoli
  • Data inizio: 18 July 2025
  • Data fine: 11 January 2026
  • Costo del biglietto: Intero: € 8 Ridotto: € 2 per i cittadini UE di età compresa tra i 18 ed i 25 anni (non compiuti) l'Antiquarium è visitabile anche col biglietto "3 days" valido 3 giorni (26 euro) o con il biglietto Pompeii, valido 1 giorno (22 euro)
  • Sito ufficiale

Comunicato Stampa:

Come un canto funebre, viscerale e profondo, un’antica trenodia greca, che nell’alternanza di cori e voci soliste accompagnavano nell’ultimo saluto il defunto, così la mostra personale Pompeii Threnody di Cerith Wyn Evans (1958, Llanelli, Galles-UK) - che inaugura venerdì 18 luglio all’Antiquarium di Boscoreale - conduce il visitatore in un dialogo inconscio e involontario “con chi e con ciò che, in fondo, continua a vivere a Pompei”, rievocandone la perdurante vitalità della memoria. 
 
Pompeii Threnody è la prima mostra site-specific del programma Pompeii Commitment. Materie archeologiche appositamente pensata per l’Antiquarium di Boscoreale e Villa Regina, offrendone una nuova lettura dei luoghi attraverso il linguaggio della contemporaneità.
La mostra, a cura di Andrea Viliani con Stella Bottai, Laura Mariano, Caterina Avataneo, sarà aperta al pubblico da sabato 19 luglio 2025 a domenica 11 gennaio 2026.
Pompeii Threnody esplora la memoria, il tempo e la trasformazione, elementi centrali nell’opera dell’artista gallese, tra i più raffinati e poetici del panorama internazionale.
Dodici le opere in mostra, di cui dieci appositamente realizzate per l’occasione, in un dialogo suggestivo tra materia archeologica e immaginario contemporaneo. Tra queste:
  • Una serie di fotoincisioni dedicate ai cipressi della piana del Sarno, che evocano la dimensione geologica e memoriale del paesaggio vesuviano;
  • Un’installazione luminosa ispirata al carro cerimoniale rinvenuto a Civita Giuliana, con il celebre palindromo latino IN GIRUM IMUS NOCTE ET CONSUMIMUR IGNIAndiamo in tondo nella notte e siamo consumati dal fuoco
  • Un gruppo di lampade-scultura in forma di palme dorate, poste nel patio dell’Antiquarium, in dialogo con l’architettura della vicina Villa Regina.
Due delle opere (le fotoincisioni e l’installazione luminosa) saranno acquisite nella collezione permanente del Parco Archeologico di Pompei, arricchendo il percorso di interazione tra archeologia e arte contemporanea.
 
La pratica concettuale di Cerith Wyn Evans incorpora un’ampia varietà di media, spesso esplorando la relazione
tra luce e testo, tra pensiero e significato per creare scenari in cui gli spettatori prendano consapevolezza della
loro stessa presenza.
Le prime opere di Wyn Evans utilizzavano film e video, creando ambienti di “cinema espanso” che spesso
comprendevano la collaborazione di performer. Dagli anni Novanta il suo lavoro esplora il rapporto tra
linguaggio e spazio, tra temporalità e fenomenologia della percezione, caratterizzata quest’ultima dalla
precisione e chiarezza formale con cui l’artista si relaziona al contesto di una particolare sede espositiva.
Concatenazioni di riferimenti a testi, partiture e gesti sono evocati e intrecciati nella creazione di una vera e
propria “mise en scene” complessiva. Le situazioni vengono costruite... le occasioni vengono messe in scena.
Per Wyn Evans, le installazioni funzionano come un catalizzatore: un serbatoio di potenziali significati che si
dipanano in molteplici viaggi discorsivi. Inoltre, il suo lavoro ha un'estetica altamente raffinata in cui riverbera il
suo costante interesse per l'architettura e la musica, per campi apparentemente disparati come la
progettazione di fontane e il teatro tradizionale giapponese, la traduzione, l'astronomia, la psicoanalisi e il
codice Morse. Le sue opere sfruttano il potenziale di un incontro "per suscitare fantasticheria". Oggetti ed
esperienze sono giustapposti e disposti "in concerto" invitando a formulare e condividere molteplici riflessioni
e interrogativi. Le mostre stesse sono pensate per occupare e promuovere "un'arena di contraddizioni, in cui
desiderio e realtà si abbracciano".
Tra le mostre personali recenti: Centre Pompidou-Metz, Metz (2024); Espace Louis Vuitton, Tokyo; Sogetsu
Kaikan, Tokyo; Taka Ishii Gallery, Tokyo; Marian Goodman, Parigi e New York (tutte 2023); Mostyn, Llandudno
(2022); Aspen Art Museum, Aspen (2021); POLA Art Museum, Hakone; Galerie Buchholz, Cologne; White Cube
Bermondsey, Londra (tutte 2020); Pirelli HangarBicocca, Milano (2019); Sogetsu Kaikan, Tokyo; Museo Tamayo,
Città del Messico (entrambe 2018); Tate Britain Commission, Londra (2017); Marian Goodman, Parigi (2017);
White Cube Bermondsey, Londra; Museion, Bolzano (entrambe 2015); Serpentine North Gallery, Londra (2014);
TBA-21 Augarten, Vienna (2013); De La Warr Pavillion, Bexhill-on-Sea (2012); Kunsthall Bergen, Bergen (2011);
Tramway, Glasgow (2009); Inverleith House, Edinburgh (2009); MUSAC, Leon (2008); Musée d’art moderne de
la Ville de Paris, Parigi (2006) e Kunsthaus Graz, Graz (2005). Ha inoltre partecipato a importanti mostre
collettive periodiche e Biennali, fra cui: Biennale di Venezia (2017, 2010, 2003), Skulptur Projekte Münster
(2017); Moscow Biennial (2011); Aichi Triennale (2010); Yokohama Triennale (2008); Istanbul Biennial (2005).
Cerith Wyn Evans vive e lavora a Londra.