Incontro tecnico promosso dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna nell'ambito del XX Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali che si tiene a Ferrara dal 20 al 23 marzo
RELATORI
Filippo Maria Gambari, Soprintendente per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Paola Desantis, funzionario Archeologo, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
Ornella Salvadori, funzionario Biologo, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei Comuni della gronda lagunare
Marco Marchesini, funzionario Archeobotanico, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna
L'incontro verte sulle problematiche relative alla conservazione delle aree archeologiche, con particolare riguardo alle aree archeologiche di Marzabotto (nella foto, il podio D prima del restauro) e Claterna, entrambe in provincia di Bologna, e alle strutture in esse conservate.
L’obiettivo è di mettere a confronto le principali criticità rilevate dai conservatori e dagli archeologi, i risultati conseguiti e la necessità di coniugare gli aspetti conservativi del passato con le nuove tecnologie e sperimentazioni, anche con l’aiuto di esperti nel campo del biodeterioramento e dei metodi di controllo.
La discussione è aperta al pubblico. Ad essa partecipano tecnici, funzionari e collaboratori della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna che quotidianamente sono chiamati ad affrontare e risolvere le problematiche relative alla conservazione delle aree archeologiche, tra cui Chiara Guarnieri, Funzionario Archeologo della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Mattia Bonassisa, Funzionario Architetto della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, Mauro Ricci, Antonella Pomicetti, Micol Siboni, Virna Scarnecchia, Valentina Guerzoni, Monica Zanardi e Roberto Monaco, Funzionari e tecnici restauratori dei Laboratori della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, e Cristina Leoni, della Ditta In OPERA