L'opera ritrovata nel 1911 esposta per la prima volta
Madonna del Latte: antico affresco esposto a Monterchi
										
										 
										
										
																		
																									Madonna del parto - Piero della Francesca
															
							La redazione
09/08/2013
							Arezzo -  Saranno esposti al pubblico per la prima volta, alcuni frammenti rinvenuti nel 1911 - in occasione dello stacco della "Madonna del Parto" di Piero della Francesca - di un affresco anonimo risalente al XIV sec. e raffigurante una "Madonna del Latte".  I frammenti sono stati distaccati e rimontati secondo una collocazione che rispetta le probabili dimensioni originali, corrispondenti all'opera di Piero della Francesca (nella foto) e sono esposti al Museo della Madonna del Parto a Monterchi. 
 
L'iniziativa si colloca all'interno del progetto “Capolavori in Valtiberina tra Toscana e Umbria. Da Piero della Francesca a Burri e La Battaglia di Anghiari”, promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Regione Toscana e Regione Umbria col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Fino al 3 novembre, infatti, sono previste mostre, itinerari e una serie di interventi permanenti destinati a valorizzare le ricchezze dei luoghi.
Secondo i realizzatori del progetto, l'accostamento tra le due opere può offrire interessanti spunti per nuove riflessioni circa la primogenitura di iconografie mariane legate alla maternità. “Abbiamo provato a trasformare l’icona ‘Madonna del Parto’ e la sua immobilità puramente visiva – spiega Gabriele Mazzi, coordinatore del settore musei della cooperativa culturale Toscana d’Appennino che promuove questa iniziativa – in materia viva attraverso la sperimentazione diretta. L’opera d’arte non è più un’icona da ammirare e basta, ma diventa materia da scomporre e ricomporre attraverso le regole geometriche che l’hanno costruita. Così, forniamo i nostri allievi di compassi e righelli, spieghiamo le misure antiche e gli insegniamo qualche esercizio di equivalenze matematiche per procedere poi alla scomposizione e alla ricomposizione dell’opera. Un secondo esercizio riguarda la tecnica sulla pittura murale. La pittura su intonaco, che è quella usata da Piero della Francesca, è molto particolare e necessita velocità di esecuzione e mano sicura, oltre ad una destrezza in più: avere l’esperienza per farla divenire affresco. L’indagine sul restauro del capolavoro di Piero favorisce così una conoscenza più diretta dell’opera e della materia di cui è composta’’.
						
					L'iniziativa si colloca all'interno del progetto “Capolavori in Valtiberina tra Toscana e Umbria. Da Piero della Francesca a Burri e La Battaglia di Anghiari”, promosso da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Regione Toscana e Regione Umbria col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali. Fino al 3 novembre, infatti, sono previste mostre, itinerari e una serie di interventi permanenti destinati a valorizzare le ricchezze dei luoghi.
Secondo i realizzatori del progetto, l'accostamento tra le due opere può offrire interessanti spunti per nuove riflessioni circa la primogenitura di iconografie mariane legate alla maternità. “Abbiamo provato a trasformare l’icona ‘Madonna del Parto’ e la sua immobilità puramente visiva – spiega Gabriele Mazzi, coordinatore del settore musei della cooperativa culturale Toscana d’Appennino che promuove questa iniziativa – in materia viva attraverso la sperimentazione diretta. L’opera d’arte non è più un’icona da ammirare e basta, ma diventa materia da scomporre e ricomporre attraverso le regole geometriche che l’hanno costruita. Così, forniamo i nostri allievi di compassi e righelli, spieghiamo le misure antiche e gli insegniamo qualche esercizio di equivalenze matematiche per procedere poi alla scomposizione e alla ricomposizione dell’opera. Un secondo esercizio riguarda la tecnica sulla pittura murale. La pittura su intonaco, che è quella usata da Piero della Francesca, è molto particolare e necessita velocità di esecuzione e mano sicura, oltre ad una destrezza in più: avere l’esperienza per farla divenire affresco. L’indagine sul restauro del capolavoro di Piero favorisce così una conoscenza più diretta dell’opera e della materia di cui è composta’’.
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