Dal 26 giugno mostre ed eventi speciali nel capoluogo emiliano

Boltanski a Bologna: storie d’anime e di luoghi

Photo credit Matteo Monti | Christian Boltanski Anime. Di luogo in luogo veduta di allestimento presso / installation view at MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, 2017
 

Francesca Grego

24/06/2017

Bologna - Tutto pronto a Bologna per l’omaggio a Christian Boltanski, legato alla città da un rapporto d’elezione.
A 20 anni dalla prima importante mostra italiana dedicata all’artista, allestita proprio nel capoluogo emiliano, e a 10 dall’installazione realizzata da Boltanski per il Museo per la Memoria di Ustica, un grande evento diffuso nel tessuto urbano riporta in primo piano il fotografo e video maker francese.

Dal MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, che quest’anno festeggia il ventesimo compleanno, fino a periferie e spazi al margine, mostre, installazioni, performance, interventi di arte pubblica e relazionale dispiegheranno tutte le dimensioni dell’opera di un artista che ha saputo unire sensibilità e innovazione, facendo dei temi della memoria, dell’oblio e del trascorrere del tempo il fulcro della propria poetica.

Anime. Di luogo in luogo è il titolo del progetto curato da Danilo Eccher, al debutto lunedì 26 giugno presso il MAMbo con la più ampia retrospettiva mai dedicata all’artista in Italia.
Venticinque opere, inclusi due lavori inediti in Europa, ripercorreranno le tappe più significative della ricerca di Boltanski: si parte dall’installazione sonora Coeur, in cui i battiti del cuore dell’artista rappresentano il suo omaggio alla città, per proseguire con celebri realizzazioni come Monuments e Ombre, fino ad Animitas, del 2016.
Tra video ed evocative installazioni, spicca la Sala delle Ciminiere, occupata da due opere idealmente connesse. Si tratta di Volver, una piramide di oltre tre metri ricoperta di coperte isotermiche dorate, che rimanda all’esperienza dei migranti, e Regard-Eyes, labirinto di volti anonimi, immagini sfocate, presenze fantasmatiche ed evanescenti che trasmettono il senso di transitorietà connesso alla vita e al ricordo.

Intorno alla mostra, in programma dal 26 giugno al 12 novembre, si dispongono le affissioni di Billboards, disseminate per la città fino a novembre, l’installazione site specific Réserve, realizzata in un luogo di confine come l’ex bunker polveriera del Giardino Lunetta Gamberini, negli ultimi anni rifugio di senzatetto, e un intervento di arte relazionale all’ex parcheggio Giuriolo, che vedrà Boltanski interagire direttamente con i partecipanti in contesto ironico e sperimentale (Take me – I’m yours, in programma a settembre), nonché una serie di laboratori per grandi e piccoli, visite speciali e percorsi didattici.

Ai dieci anni del Museo per la Memoria di Ustica e al 37° anniversario della strage, è dedicata invece l’installazione performativa Ultima, realizzata in collaborazione con lo scenografo Jean Kalman e il compositore Franck Krawczyk: un viaggio nel tempo delicato e potente, in calendario al teatro Arena del Sole dal 27 al 30 giugno.

La tragedia del 27 giugno 1980 è al centro di uno dei lavori più intensi di Boltanski, ospitato proprio a Bologna nel Museo per la Memoria di Ustica: qui 81 specchi scuri, 81 frasi sussurrate, 81 luci che si accendono e si spengono al ritmo del respiro circondano i resti dell’aereo passeggeri precipitato al largo dell’isola siciliana, ciascuna in ricordo di una delle vittime. Mentre nove casse custodiscono per sempre gli oggetti personali dei viaggiatori, la loro lista ufficiale, completa di fotografie, sciorina un inventario di scarpe, pinne, boccagli, occhiali, abiti: testimoni di una comunissima vacanza e di una fatale casualità.

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