Fino al 9 settembre a Bologna

Storie d’Amore e di Guerra: viaggio a 360 gradi nel Giappone del periodo Edo

ōshū Chikanobu (1838-1912) Tango Ama no Hashidate, Ama no Hashidate nella provincia di Tango serie Meisho bijin awase, Raffronto di belle donne e luoghi famosi
 

Francesca Grego

03/04/2018

Bologna - Dopo le grandi mostre che negli ultimi anni hanno introdotto il pubblico italiano nel ricercato universo dei più noti artisti delle stampe giapponesi, arriva a Palazzo Albergati un progetto espositivo di ampio respiro, volto a esplorare il periodo classico di Edo – l’odierna Tokyo – nelle sue diverse dimensioni, tra arte e vita quotidiana, storia e moda.
Sotto l’egida del Consolato Generale del Giappone a Milano e della Fondazione Italia Giappone, geishe e samurai, animali bizzarri e visioni fantastiche parlano del talento dei pittori del “Mondo Fluttuante”, da Hiroshige a Utamaro, da Hokusai a Kuniyoshi, in un percorso lungo 11 sezioni e oltre 200 opere.
Se a fare la parte del leone sono le leggendarie incisioni ukiyoe, non mancano generi diversi e altrettanto affascinanti, dal surimono, che riunisce poesia e arti figurative, alle maschere e alle illustrazioni del teatro Nō e Kabuki, fino alle stampe erotiche shunga – letteralmente “pitture della primavera” – o agli esordi della fotografia, che segnò la fine delle immagini del mondo fluttuante, mentre la loro influenza si dispiegava sui primi scatti colorati a mano.
 
Ma l’itinerario proposto da Giappone. Storie d’amore e di guerra è soprattutto un’occasione per conoscere con maggiore profondità una cultura che non smette di suscitare interesse. Attraverso opere d’arte, abiti da samurai, ventagli e raffinati kimono, si risale il corso della storia, saltando dall’Ottocento alle epopee dei guerrieri medievali, protagonisti di celebri cicli pittorici, o fino all’origine del disco del “sole nascente” simbolo del Giappone. E se le divinità Izanagi e Izanami sembrano essere i progenitori dello spirito nazionalista nipponico, il senso della natura che spira da paesaggi, fiori e animali trasmette ideali di serenità e armonia, come i ritratti di geishe e cortigiane dal fascino misterioso. Non può mancare, naturalmente, un approfondimento sulla storia degli stili e delle tecniche artistiche più diffuse, per conoscere finalmente il backstage del lavoro dei grandi maestri.
E per finire, un ampio programma di esperienze e attività collaterali: dal rito del tè all’origami, dall’ikebana alla calligrafia alla vestizione del kimono, senza dimenticare i numerosi laboratori per bambini.

Curata dallo studioso dell’arte giapponese Pietro Gobbi per Arthemisia, la mostra sarà visitabile a Palazzo Albergati fino al 9 settembre.

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