Dall’11 giugno al 9 gennaio nel Parco archeologico di Brescia romana

A Brescia le creazioni "glam-rock" di Francesco Vezzoli tra archeologia e contemporaneo

Francesco Vezzoli, Nike Metafisica, 2019 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei
 

Samantha De Martin

08/06/2021

Brescia - “Vediamo se andranno d’accordo con le altre statue o se litigheranno”.
Scherza Francesco Vezzoli nel presentare i suoi personaggi ribelli, un po’ "glam rock", un po’ “misfits” (come lui stesso li definisce) all’interno dei suggestivi spazi archeologici dell’antica Brescia Romana.
Questi “giochi di antico presente”, presenze che attivano lo slittamento dell’arte dalla classicità al glamour, in una fluidità gioco-colore che connota già l’arte antica, dall’11 giugno al 9 gennaio popoleranno i Palcoscenici Archeologici dell’artista bresciano.
Tra gli autori italiani più conosciuti e apprezzati nel panorama internazionale, Vezzoli racconta nella sua città natale la continuità tra archeologia e contemporaneo, protagonista nella duplice veste di artista e curatore di un percorso che vedrà le aree archeologiche di Fondazione Brescia Musei popolarsi di otto opere da lui realizzate.


Francesco Vezzoli, Portrait of Sophia Loren as the Muse of Antiquity (After Giorgio de Chirico), 2011 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei

L’omaggio di Vezzoli per salutare il ritorno della Vittoria Alata
L’inedito progetto espositivo site-specific - il più imponente mai realizzato dall’artista in un’area archeologica - si inserisce nel programma delle celebrazioni per la restituzione alla città di Brescia della Vittoria Alata, l’affascinante bronzo romano che, dopo il restauro presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, allestito nella sua antica collocazione nel Capitolium del Parco Archeologico di Brescia Romana, dispiega le proprie ali fino a toccare la contemporaneità.

Un dialogo attraverso mille anni di storia
Gli interventi di Vezzoli si snodano attraverso il Parco Archeologico di Brescia Romana, dove grandeggia la Vittoria Alata, e nel Complesso museale di Santa Giulia. Dai loro plinti appositamente concepiti dall’allestimento di Filippo Bisagni, le otto sculture dialogano con le vestigia romane e longobarde invitando i visitatori a percorrere quasi mille anni di storia dell'arte e dell’architettura.


Francesco Vezzoli, Lo sguardo di Adriano, 2018 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei

Da Sophia Loren agli occhi blu dell’imperatore Adriano
Partendo dalla terrazza e dalle prime due celle del Capitolium, il pubblico è invitato a raggiungere il Santuario Repubblicano, e ancora il Teatro Romano, dove il ritratto dorato di Sophia Loren come Musa dell’Antichità, coniugato all’estetica metafisica di Giorgio de Chirico, si innalza come da un gigantesco palco. Si passa alla Cappella di Sant’Obizio, nella Basilica longobarda di San Salvatore, dove trova posto C-CUT Homo ab homine natus, una scultura da giardino del XX secolo, nel cui mantello dorato è incastonata una testa in marmo originale di epoca romana.
Nelle Domus dell’Ortaglia, la statua in bronzo Portrait of Kim Kardashian (Ante Litteram) riproduce il corpo in bronzo della celebre Venere di Willendorf del periodo paleolitico alla quale è stata integrata una testa marmorea romana del III secolo d.C., corredata dell’iconica lacrima, tipica dell’artista.


Francesco Vezzoli, Portrait of Kim Kardashian (Ante Litteram), 2018 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei

Per scoprire infine due assoluti inediti basta piazzarsi di fronte ad Achille! - un busto settecentesco dell’eroe greco celebrato da Omero, posto nell’aula centrale del Capitolium e rielaborato da Vezzoli in chiave contemporanea - e davanti a La Colonne Avec Fin - una statua in bronzo con un’originale testa romana antica.

Ed ecco la Nike Metafisica, “un omaggio a Giorgio De Chirico, fil rouge del mio lavoro”, commenta Vezzoli. “De Chirico - continua l'artista - nel suo lavoro ha coraggiosamente citato la classicità in modo molto provocatorio e colorato. E se vogliamo, anche quando ha iniziato a citare la classicità lo ha fatto attraverso un gesto radicale”.

Dalla scalinata che conduce al pronao esastilo, la grande scultura in cemento che riprende la Nike di Samotracia del Louvre regge una grande testa da manichino dechirichiano.
Così le due vittorie alate, l’una antica, l’altra contemporanea, accompagnano lo spettatore in un percorso che dal I secolo d.C. lo condurrà fino ad oggi.
Potranno stupire o scandalizzare, ma gli occhi di Adriano, l’imperatore esteta soggetto ricorrente nella produzione di Vezzoli, si colorano di blu, accendendosi di nuova vita alla visione di ciò che gli sta intorno, in seguito all’intervento pittorico dell’artista su una testa in marmo.

“Penso che Achille e Adriano - commenta Vezzoli - siano un po’ ribelli, glam rock, misfits. Simili a 'spostati' incarnano coloro che non sono nel posto giusto. D’altra parte tutta la mia arte è una progetto di slittamento, dalla classicità al glamour”.

 Le sculture - realmente antiche e poi rimodellate, o direttamente ispirate all’antichità - accolgono il pubblico all’interno di uno spazio non contemporaneo, nel tentativo di ricongiungere le opere al loro contesto archeologico originario.


Francesco Vezzoli, La colonne avec fin, 2021 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei

Le sollecitazioni di Vezzoli, da De Chirico a Brâncuşi
“Si tratta di un progetto diffuso ardito - spiega Stefano Karadjov, direttore di Fondazione Brescia Musei - che parla una lingua contemporanea, pop, ma è pieno di allusioni e citazioni, da De Chirico, a Brâncuşi, dal classico al neoclassico".
Il progetto, organizzato in collaborazione con la Fondazione MAXXI e il King’s College di Londra, parte già sotto una buona stella, essendo risultato vincitore del bando dell’Italian Council, programma di promozione di arte contemporanea italiana nel mondo della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
L’opera Nike Metafisica (2019) di Vezzoli entrerà così a far parte delle collezioni del Comune di Brescia gestite da Fondazione Brescia Musei.

“Sono felice che proprio Brescia possa offrire a Francesco l’occasione di collocare per la prima volta le sue opere in uno spazio archeologico - spiega Francesca Bazoli, presidente di Fondazione Brescia Musei - dando profondità ed evidenza quasi plastica al dialogo che da lungo tempo l’artista coltiva".


Francesco Vezzoli, Achille!, 2021 | Foto: © Alessandra Chemollo | Courtesy Fondazione Brescia Musei

L’operazione culturale di Palcoscenici Archeologici, tra laboratori e visite guidate
Intorno ai Palcoscenici Archeologici si sviluppa un’operazione culturale che conferma la Fondazione Brescia Musei un polo culturale dinamico, progettuale e visionario. Agli appuntamenti legati alle istituzioni partner, come i talk sul tema dell’archeologia in dialogo con l’arte contemporanea, o il catalogo edito da Skira che sarà presentato a settembre, si affiancheranno visite guidate e laboratori per famiglie. Al lavoro di Francesco Vezzoli sarà dedicata anche un’intera giornata della settimana Futur-antico di Summer Camp, campo estivo dei Musei Civici, che coinvolge bambini e ragazzi dai 6 ai 12 anni.

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