L'intervento sostenuto dal FAI con Intesa San Paolo
"La Resurrezione" del Passignano torna all'antico splendore

La Resurrezione, Passignano, Ph. Antonio Quattrone
Ludovica Sanfelice
25/02/2016
Firenze - Completato il restauro, il dipinto "La Resurrezione" (1958) di Domenico Cresti, detto il Passignano, torna ad essere visibile nella Basilica di Santissima Annunziata a Firenze all'interno della Cappella del Giambologna.
L'intervento a cui l'opera è stata sottoposta ha richiesto circa un anno di lavoro: all'azione di pulitura delle polveri e degli strati ingialliti, sono seguiti il consolidamento strutturale della tela e il ritensionamento della pellicola pittorica con integrazione delle lacune e verniciatura finale.
Tra i dettagli che lo studio e le indagini sulla tela hanno fatto riemergere dalle tenebre del tempo ci sono prove dei numerosi ripensamenti da cui Passignano venne colto, rintracciabili ad esempio sullo sfondo dove in trasparenza figurano dei cherubini e degli angeli, o nella posa di Cristo, inizialmente rispettosa delle simmetrie con entrambe le braccia protese verso l'alto e le gambe appaiate e successivamente slanciata verso l'alto, o ancora aggiunte eseguite alla fine dell'Ottocento forse proprio con l'intento di mascherare le esitazioni dell'autore.
Oggi il dipinto è tornato ad essere leggibile nei colori brillanti influenzate dal cromatismo veneto, e nelle pennellate corpose tipiche dello stile del Passignano, e il merito va attribuito alla bontà della collaborazione tra il FAI - Fondo Ambiente Italiano e Intesa San Paolo che hanno destinato alla Basilica un contributo di 17.500 euro.
L'intervento a cui l'opera è stata sottoposta ha richiesto circa un anno di lavoro: all'azione di pulitura delle polveri e degli strati ingialliti, sono seguiti il consolidamento strutturale della tela e il ritensionamento della pellicola pittorica con integrazione delle lacune e verniciatura finale.
Tra i dettagli che lo studio e le indagini sulla tela hanno fatto riemergere dalle tenebre del tempo ci sono prove dei numerosi ripensamenti da cui Passignano venne colto, rintracciabili ad esempio sullo sfondo dove in trasparenza figurano dei cherubini e degli angeli, o nella posa di Cristo, inizialmente rispettosa delle simmetrie con entrambe le braccia protese verso l'alto e le gambe appaiate e successivamente slanciata verso l'alto, o ancora aggiunte eseguite alla fine dell'Ottocento forse proprio con l'intento di mascherare le esitazioni dell'autore.
Oggi il dipinto è tornato ad essere leggibile nei colori brillanti influenzate dal cromatismo veneto, e nelle pennellate corpose tipiche dello stile del Passignano, e il merito va attribuito alla bontà della collaborazione tra il FAI - Fondo Ambiente Italiano e Intesa San Paolo che hanno destinato alla Basilica un contributo di 17.500 euro.
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