Giulio Paolini Sulla Soglia

16/05/2013

WEB: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1615587009.html


Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ospita lapresentazione del catalogo realizzato in occasione della mostra personale di Giulio Paolini dal titolo Sulla soglia, realizzata negli spazi della Galleria Giacomo Guidi di Roma, dal 15 febbraio al 6 aprile 2013.
Il libro, in doppia lingua italiano e inglese, realizzato con il supporto editoriale della Galleria Giacomo Guidi, documenta la scena e i retroscena della mostra in cui Paolini ha realizzato due lavori realizzati appositamente per gli spazi della galleria.

Il titolo della mostra, Sulla soglia, richiama al secondo capitolo del libro pubblicato di recente dall’artista, che funge da guida per i suoi attuali progetti espositivi (G. Paolini, L’autore che credeva di esistere, Johan & Levi, Milano, 2012). La prima opera, intitolata e siglata Qui e ora (Roma, 15 febbraio 2013), è costituita da materiali e oggetti addossati gli uni agli altri, atti a formare un denso accorpamento d’elementi “d’affezione”. Tele, telai, cornici e immagini ritrovate suggeriscono, “qui e ora”, lontani echi e incerti indizi di un’opera in divenire.
Il secondo lavoro, Sulla soglia, costituisce una nuova variante del tema avviato nel 2011 e rappresenta la metà posteriore di una testa dell’Apollo Parnòpios, in gesso patinato color bronzo dorato, posata su una base, in modo da essere addossata alla grande tela sospesa alla parete, come se il volto, invisibile, ne trapassasse la superficie. Un disegno di riquadri delineato sulla tela a inchiostro dorato si diparte a raggiera dal centro – ovvero dallo sguardo di Apollo, fino a proseguire, con un tracciato a matita, sull’intera estensione della parete espositiva. La figura di spalle che sulla soglia del quadro avvista il “disegno” di un’opera rappresenta una controfigura tanto dello spettatore quanto dell’autore, che notoriamente in Paolini tendono a corrispondere: lo sguardo dell’uno e dell’altro si orientano, fino a perdersi, verso le infinite immagini possibili di un quadro.
Il Catalogo presenta la mostra con un ricco apparato iconografico, attraverso i testi di Giulio Paolini, Ludovico Pratesi, Ilaria Bernardi e Maddalena Disch.

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