GIUNGLA opere di Pino Pascali
05/05/2011
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Gli animali di Pino Pascali (Bari,1935 - Roma,1968) rappresentano un universo straordinario di suggestioni. Sembra quasi di ascoltare il passo pesante e deciso del rinoceronte che avanza verso lo spettatore e di percepire il caldo torrido del clima africano. Si resta affascinati dalla sagoma nera di un elefante che avanza sullo sfondo di un paesaggio inesistente, arso dal calore di un’energia misteriosa e sconosciuta. Alle volte invece, ci sembra di ascoltare il barrito dello stesso elefante immobile nella vastità di un non luogo, minacciato dall’assenza di ogni probabile presenza che si sfuma nel bianco di una monocromia lunare. Ritroviamo più in là, il rinoceronte in corsa che ora immobile, è intento a recuperare le proprie energie, una sagoma oscura appena illuminata sul dorso che evoca i tramonti infuocati dell’Africa descritta nelle pagine di Karen Blixen e di Kuki Gallmann. La danza di due zebre, forse durante un corteggiamento, è disegnata in primo piano sullo sfondo di un’atmosfera dai toni crepuscolari, mentre una giraffa mostra tutta la sua spontanea sensualità mangiando le foglie di un albero dal tronco sottile. Questa è la Giungla di Pino Pascali, popolata da animali senza tempo, animali che lo stesso Pascali definisce "… un soggetto,…è un’immagine, è un contorno già fatto, è una parola già stampata che mi affascina ancora…”. “…mi sembrano degli intrusi, una cosa che non appartiene alla nostra razza”. Un canguro solitario ci appare assorto in una meditazione quasi umana mentre osserva in lontananza un punto a noi sconosciuto e ancora, una strana sagoma di animale preistorico riporta alla mente i graffiti della grotta di Lascaux. Pino Pascali gioca con le forme, le reinventa, dando vita a bizzarre e poetiche figure di pesci e strani coccodrilli così vicini ai suoi bachi da setola. Sono forme semplici che alludono all’immaginario giocoso dell’infanzia, nel quale il mondo svela la magia della propria innocenza; ed è a questo mondo che appartengono il topolino dall’aspetto buffo, con il suo corpo a forma di parallelepipedo, o i pesciolini colorati che ricordano i disegni di Kandinskij, e gli strani pappagalli dal becco quadrato e dallo sguardo allucinato, a metà tra il cartoon e il manifesto pubblicitario. Infine, due strani insetti verdi dalle forme quasi preistoriche, occupano l’unico spazio possibile sulla sterminata purezza di una superficie grigia, uno spazio invisibile ma ben definito nello sguardo disincantato di Pino Pascali sul mondo.
Scritto da Antonella Colaninno
Giungla
opere di
Pino Pascali
dall’8 aprile al 21 maggio 2011
Galleria BLUorG
Bari
a cura di Graziano Menolascina
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