EnergizzArte

Opera di Federika Ponnetti
 

10/12/2002

A Roma due collettive raccontano nuove tendenze artistiche e sperimentazioni. Arte.it incontra Federika Ponnetti protagonista delle due esposizioni, giovane e brillante promessa del panorama artistico romano. Nelle tue opere c’è la fotografia, la pittura, la scultura, richiami al design e all’architettura. Attraverso quali strade e quali processi sei arrivata alla ricerca e sperimentazione attuale? F.P."Attraverso le strade della contemplazione e della continua ricerca di un qualcosa che mi soddisfacesse e soprattutto che riuscisse ad esprimere delle emozioni semplici, “quotidiane” ed il più diffuse possibili. Insomma, opere che arrivassero a suscitare emozioni al più vasto numero possibile di pubblico-spettatore delle mie opere”. Ogni tuo lavoro è il frutto di contaminazioni di materiali diversi; strani “matrimoni” tra plexiglas, pittura materica, acciaio, alluminio… F.P."Tutto il mio lavoro è partito dalla voglia di conoscere e sperimentare i materiali da cui mi sentivo attratta, in qualche modo, per la linearità, la trasparenza e la semplicità del loro aspetto formale e per ciò che mi trasmettevano anche solo alla vista o al tatto. Subito dopo ho sentito l’esigenza di contaminare vari materiali contemporaneamente, purchè ognuno di essi avesse un ruolo ben definito e lineare all’interno dell’unicum che andavano a formare”. Da cosa trai ispirazione per la creazione dei tuoi lavori? F.P."Dall’istinto che mi spinge a fermare un istante con uno scatto fotografico, quando i miei lavori nascono da fotografie da me scattate; altrimenti, comunque, da un’esigenza intima, profonda che mi nasce da dentro”. Sei presente a Roma con due esposizioni diverse, entrambe allestite all’interno di due luoghi particolari: concept-store, gallerie… F.P."Trovo che il “microcosmo dell’arte” sia un universo molto chiuso, elitario, fatto di conoscenze delle persone giuste al momento giusto. Per una giovane artista autodidatta come me, come per tanti altri, è molto difficile riuscire a penetrare questo mondo. Portare l’arte nei posti di tutti i giorni è un modo moderno di concepirla che ha qualche speranza di infondere passione in un patrimonio che dovrebbe essere portato all’attenzione di tutti”. Ti occupi personalmente dell’allestimento delle tue mostre? F.P."Solitamente sì, visto che la maggior parte dei miei ultimi quadri sono trasparenti e tridimensionali. Infatti il fattore luce è fondamentale per la loro massima valorizzazione: se il quadro viene retro-illuminato i suoi colori vengono esaltati al massimo, mentre se a colpirlo è un fascio di luce da davanti, essendo il quadro trasparente attaccato distante dal muro, questo vi si proietterà creando un gioco di ombre molto intrigante”. Nelle tue opere è sempre presente una particolare attenzione alla natura, all’universo femminile, quasi una ricerca di energia e armonia… F.P."Senz’altro ogni mia opera mi auguro esprima o tutta l’energia e la gioia di vivere che mi contraddistingue, altrimenti che riesca a dare uno spunto interiore di riflessione: purchè susciti emozioni”.

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