“In quelle trine morbide"

Merletti
17/12/2008
Una selezione di merletti provenienti dalla collezione Arnaldo Caprai di Foligno, tra le più importanti raccolte tessili europee private. Frutto di una sapiente politica d’acquisti perseguita con passione lungo un arco di cinquant’anni, la collezione è costituita da circa 4.500 merletti prodotti tra il XVI e il XIX secolo e racchiude la più ampia rassegna di questa tipologia di prodotto artistico presente in un’unica collezione. La ricchezza delle varietà delle tecniche esecutive e la presenza di manufatti per gli usi più diversi come bordure, colletti, fichu, cappe, mantiglie, ventagli, ombrellini, cuffie, fazzoletti, rendono questa collezione unica nel suo genere.
Il secolo d’oro del merletto fu senza dubbio il Seicento; nel secolo successivo Maria Antonietta, alla quale Eugenia si ispirerà per riportare la Francia ai fasti dell’ancien régime, aveva determinato con la sua passione per le trine, un cambiamento sostanziale nella moda del suo tempo, adottando stoffe leggere e di colore chiaro. Dopo la tempesta rivoluzionaria che vide un “rifiuto” del merletto considerato troppo aristocratico, Napoleone rilancerà la manifattura dei merletti attraverso generosi finanziamenti statali, rendendo obbligatorio l’uso di accessori trinati nell’abbigliamento di corte. Da questo momento in poi regine, imperatrici, principesse orneranno i loro abiti e quelli dei loro figli con morbide trine soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento quando due sovrane, l’imperatrice Eugenia e la regina Vittoria, riporteranno all’antico, lussuoso splendore il merletto.
L’esposizione offre una panoramica delle diverse manifatture europee di merletti e della loro diversificata ed elegante produzione in un arco di tempo che copre tutto l’800.
Per l’occasione sarà presentata la piccola ma preziosa collezione di merletti conservata al Museo Napoleonico, il cui nucleo più omogeneo è costituito da un gruppo di venti dentelles appartenuti a Eugenia, moglie di Napoleone III. Tra i pezzi più rilevanti la preziosa mantiglia di pizzo nero donata all’ex imperatrice nel 1876 in occasione di un suo viaggio in Spagna.
Oggi, in epoca di mutabilità della moda, la Collezione Caprai al Museo Napoleonico ci regala suggestioni che guardano al passato ma potrebbero anche accompagnarci nel futuro.
Il secolo d’oro del merletto fu senza dubbio il Seicento; nel secolo successivo Maria Antonietta, alla quale Eugenia si ispirerà per riportare la Francia ai fasti dell’ancien régime, aveva determinato con la sua passione per le trine, un cambiamento sostanziale nella moda del suo tempo, adottando stoffe leggere e di colore chiaro. Dopo la tempesta rivoluzionaria che vide un “rifiuto” del merletto considerato troppo aristocratico, Napoleone rilancerà la manifattura dei merletti attraverso generosi finanziamenti statali, rendendo obbligatorio l’uso di accessori trinati nell’abbigliamento di corte. Da questo momento in poi regine, imperatrici, principesse orneranno i loro abiti e quelli dei loro figli con morbide trine soprattutto nella seconda metà dell’Ottocento quando due sovrane, l’imperatrice Eugenia e la regina Vittoria, riporteranno all’antico, lussuoso splendore il merletto.
L’esposizione offre una panoramica delle diverse manifatture europee di merletti e della loro diversificata ed elegante produzione in un arco di tempo che copre tutto l’800.
Per l’occasione sarà presentata la piccola ma preziosa collezione di merletti conservata al Museo Napoleonico, il cui nucleo più omogeneo è costituito da un gruppo di venti dentelles appartenuti a Eugenia, moglie di Napoleone III. Tra i pezzi più rilevanti la preziosa mantiglia di pizzo nero donata all’ex imperatrice nel 1876 in occasione di un suo viaggio in Spagna.
Oggi, in epoca di mutabilità della moda, la Collezione Caprai al Museo Napoleonico ci regala suggestioni che guardano al passato ma potrebbero anche accompagnarci nel futuro.
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