L’AREA ARCHEOLOGICA

Porto di Traiano
 

31/08/2001

Come accennato in precedenza, la visita al sito è possibile solo in alcuni giorni o previa prenotazione presso la Soprintendenza di Ostia. Il primo sabato e l’ultima domenica di ogni mese appuntamento alle 9:30 al Museo delle navi romane, vicino la rotonda dell’aeroporto “Leonardo da Vinci”, per la visita guidata che comprende anche l’area archeologica di Portus. Per ogni altra data è necessaria la prenotazione contattando la Soprintendenza Archeologica di Ostia, via dei Romagnoli 77, Ostia antica, tel. 06/56358099 fax 06/5651500 sito internet: itnw.roma.it/ostia/scavi La visita è senza dubbio piacevole, anche per la bellezza naturalistica del luogo, dove fino a pochi anni fa si trovava niente meno che uno zoo-safari. All’ingresso si hanno subito davanti agli occhi i resti delle mura difensive di epoca tarda ( V-VI secolo), delle quali non è rimasto in piedi molto; il porto non ebbe bisogno di essere difeso sino all’inizio del IV secolo, quando Costantino concesse addirittura a Portus il ruolo di civitas e l’autonomia amministrativa da Ostia. Secondo il sistema tardoantico, per la costruzione si sfruttarono in tutto o in parte alcune preesistenze. Quando motivi di sicurezza indussero a non ricorrere più allo stoccaggio delle merci presso i magazzini, all’interno del primo circuito di mura se ne eresse un secondo, vero e proprio castello fortificato a difesa della Fossa Traiana, unico accesso fluviale a Roma. I magazzini traianei furono utilizzati per l’edificazione di questo circuito murario, stravolgendone l’assetto e la funzione originari. I resti dei magazzini stessi sono probabilmente i lasciti più interessanti dell’area, dato che ancora possiamo osservare le scalette per la discesa in acqua delle merci fino al canale. Per poter sostenere il peso delle strutture fu necessario consolidare il terreno con cassoni in muratura colmati con le terre di scavo del bacino. È anche possibile osservare i rialzi in muratura ( suspensurae) che dovettero essere fatti per contrastare un innalzamento della falda; inoltre a collegare i diversi blocchi dei vani di stoccaggio, tutti modulari, ci sono passaggi in piano e rampe per il trasporto dei carichi ai piani superiori. Uno degli ingressi è il cosiddetto Portico di Claudio, che sottolinea tutto il perimetro dell’edificio a pianterreno, e che si apriva direttamente sulle banchine di attracco mettendole in comunicazione con gli ambienti di stivaggio. Le banchine si trovavano ai lati della darsena, che aveva dimensioni di 227 x 48 metri e che oggi è luogo di nidificazione per numerose specie di volatili. Poco lontano si possono ammirare i resti di una basilica paleocristiana del IV secolo, che alcuni studiosi pensano essere lo xenodochio ( ricovero per pellegrini) eretto dal senatore Pammachio e, nella zona opposta del sito si trovano gli edifici fatti costruire dai successori di Traiano, come i magazzini severiani, che presentano caratteristiche strutturali tali da accentuarne la funzionalità rispetto a quelli traianei, per esempio permettendo che lo scarico, lo smistamento, lo stoccaggio e il carico delle mercanzie avvenissero contemporaneamente in ogni settore senza intralci. Accanto ad essi si trova il grande complesso edilizio noto come Palazzo Imperiale, probabilmente adibito a quartiere di rappresentanza per viaggiatori di alto rango, per ambascerie e per la famiglia imperiale quando sostava in attesa della partenza.

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