Cento opere in arrivo a Bassano del Grappa
L’astro di Segantini brilla sulle Olimpiadi Milano-Cortina

Giovanni Segantini, Ritorno dal bosco, 1890 © Segantini Museum St. Moritz - Deposito della Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini
Francesca Grego
18/06/2025
Sarà una grande mostra, con prestiti da importanti musei europei, quella che dal prossimo autunno celebrerà la pittura di Giovanni Segantini presso i Musei Civici di Bassano del Grappa. Sono circa 100 le opere selezionate dal curatore Niccolò d’Agati per il progetto, che proporrà una nuova lettura del lavoro del pittore divisionista in una delle rassegne più ricche e complete a lui dedicate.
Realizzata con il supporto del Segantini Museum di St. Moritz e la Galleria Civica Giovanni Segantini di Arco, con il patrocinio della Regione Veneto e la collaborazione della Regione Lombardia, l’esposizione si inserisce nel calendario ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multipliscinare parallelo alle prossime Olimpiadi invernali che ha l’obiettivo di promuovere i valori olimpici attraverso l’arte, la cultura e il patrimonio. “L’Olimpiade Culturale è uno spazio di dialogo tra le arti, i territori e le persone, pensato per accompagnare i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali con un racconto corale della nostra identità”, ha detto durante la presentazione di questa mattina a Milano Domenico De Maio, Education and Culture Director di Milano Cortina 2026: “La mostra dedicata a Giovanni Segantini rappresenta un tassello prezioso di questo mosaico: un progetto che unisce rigore scientifico e respiro internazionale, capace di restituire al grande pubblico la forza poetica di un artista che ha saputo interpretare la natura come luogo di bellezza, spiritualità e appartenenza”.

Giovanni Segantini, Ave Maria a trasbordo, 1886-1888 © Segantini Museum St. Moritz - Deposito della Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini
Capolavori concessi dal Musée d’Orsay di Parigi, dal Rijksmuseum di Amsterdam, dalla Kunsthaus di Zurigo, dalla GAM di Milano punteggeranno il racconto della mostra in programma dal 25 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, che invita a riscoprire con occhi nuovi un pittore profondamente legato al territorio delle Alpi, tra i più significativi protagonisti dell’Ottocento italiano ed europeo. Cuore del progetto è la fine del mito dell’artista solitario, confinato sulle montagne in romantico isolamento, che per lungo tempo ha caratterizzato l’immagine di Segantini. A Bassano guarderemo all’opera nel contesto della sua epoca, analizzandone gli stretti legami con le correnti artistiche europee coeve e il contributo agli sviluppi della pittura.
Attraverso 100 dipinti, disegni, incisioni, ma anche fotografie e documenti d’archivio, la mostra ripercorrerà l’intera carriera del maestro, nato ad Arco, in Trentino, e presto trapiantato a Milano, dove frequentò l’Accademia di Brera, poi in Brianza e infine in Svizzera. Quattro capitoli scandiscono l’itinerario espositivo, che, tappa dopo tappa, seguirà Segantini nelle sue ricerche e peregrinazioni. Per gli esordi milanesi cruciale è l’incontro con l’artista e gallerista Vittore Grubicy De Dragon, che ne influenza profondamente il percorso e la fortuna critica. Sono gli anni del confronto con l’eredità della Scapigliatura e del naturalismo colorista, quando Segantini scopre l’interesse per le potenzialità espressive della luce e del colore.

Jean-François Millet, Pastorella con il suo gregge, 1863 c. Legato di Alfred Chauchard, 1910 © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Il capitolo successivo è tra i più ricchi di novità. In Brianza il pittore poco più che trentenne si immerge nella vita di campagna, sperimentando la comunione con il paesaggio e gli animali. Dal racconto della mostra emerge il legame con l’artista francese Jean-Francois Millet, le cui ricerche influenzeranno anche Van Gogh e gli artisti della Scuola dell’Aja: a Bassano le loro opere si confronteranno con Segantini per la prima volta. Il viaggio prosegue alla volta della Svizzera, prima nel villaggio di Savognin, teatro di celebri rappresentazioni della montagna dove i prodigi del Divisionismo esprimono la fusione panteistica con la natura, poi a Maloja, dove l’artista si spegnerà a soli 41 anni a causa di una peritonite, dopo aver declinato in versione simbolista la sua ricerca sul paesaggio e sulla luce.
“La mostra Giovanni Segantini riporterà all’attenzione del grande pubblico e degli studiosi uno dei più grandi pittori italiani ed europei dell’Ottocento, grazie a una retrospettiva densa di novità e sorprese; non ultima la possibilità di ammirare, riuniti assieme per la prima volta dopo oltre un secolo, alcuni dei suoi più significativi capolavori rintracciati per l’occasione”, anticipa Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa: “La mostra sfaterà il mito del genio isolato per consegnarci un Segantini perfettamente integrato nei dibattiti figurativi del suo tempo, audace sperimentatore di tecniche pittoriche, inventore di un’iconografia della montagna così potentemente evocativa, carica di poesia e sentimento, da risultare eterna e inscalfibile nella sua laica sacralità. Un’eternità messa oggi in discussione dal repentino cambiamento climatico che rende questo soggetto prepotentemente attuale”.

Giovanni Segantini, Sole d’Autunno, 1887 © Comune di Arco, Galleria Civica G. Segantini
Realizzata con il supporto del Segantini Museum di St. Moritz e la Galleria Civica Giovanni Segantini di Arco, con il patrocinio della Regione Veneto e la collaborazione della Regione Lombardia, l’esposizione si inserisce nel calendario ufficiale dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026, il programma multipliscinare parallelo alle prossime Olimpiadi invernali che ha l’obiettivo di promuovere i valori olimpici attraverso l’arte, la cultura e il patrimonio. “L’Olimpiade Culturale è uno spazio di dialogo tra le arti, i territori e le persone, pensato per accompagnare i Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali con un racconto corale della nostra identità”, ha detto durante la presentazione di questa mattina a Milano Domenico De Maio, Education and Culture Director di Milano Cortina 2026: “La mostra dedicata a Giovanni Segantini rappresenta un tassello prezioso di questo mosaico: un progetto che unisce rigore scientifico e respiro internazionale, capace di restituire al grande pubblico la forza poetica di un artista che ha saputo interpretare la natura come luogo di bellezza, spiritualità e appartenenza”.

Giovanni Segantini, Ave Maria a trasbordo, 1886-1888 © Segantini Museum St. Moritz - Deposito della Fondazione Otto Fischbacher Giovanni Segantini
Capolavori concessi dal Musée d’Orsay di Parigi, dal Rijksmuseum di Amsterdam, dalla Kunsthaus di Zurigo, dalla GAM di Milano punteggeranno il racconto della mostra in programma dal 25 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, che invita a riscoprire con occhi nuovi un pittore profondamente legato al territorio delle Alpi, tra i più significativi protagonisti dell’Ottocento italiano ed europeo. Cuore del progetto è la fine del mito dell’artista solitario, confinato sulle montagne in romantico isolamento, che per lungo tempo ha caratterizzato l’immagine di Segantini. A Bassano guarderemo all’opera nel contesto della sua epoca, analizzandone gli stretti legami con le correnti artistiche europee coeve e il contributo agli sviluppi della pittura.
Attraverso 100 dipinti, disegni, incisioni, ma anche fotografie e documenti d’archivio, la mostra ripercorrerà l’intera carriera del maestro, nato ad Arco, in Trentino, e presto trapiantato a Milano, dove frequentò l’Accademia di Brera, poi in Brianza e infine in Svizzera. Quattro capitoli scandiscono l’itinerario espositivo, che, tappa dopo tappa, seguirà Segantini nelle sue ricerche e peregrinazioni. Per gli esordi milanesi cruciale è l’incontro con l’artista e gallerista Vittore Grubicy De Dragon, che ne influenza profondamente il percorso e la fortuna critica. Sono gli anni del confronto con l’eredità della Scapigliatura e del naturalismo colorista, quando Segantini scopre l’interesse per le potenzialità espressive della luce e del colore.

Jean-François Millet, Pastorella con il suo gregge, 1863 c. Legato di Alfred Chauchard, 1910 © Musée d’Orsay, Dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Il capitolo successivo è tra i più ricchi di novità. In Brianza il pittore poco più che trentenne si immerge nella vita di campagna, sperimentando la comunione con il paesaggio e gli animali. Dal racconto della mostra emerge il legame con l’artista francese Jean-Francois Millet, le cui ricerche influenzeranno anche Van Gogh e gli artisti della Scuola dell’Aja: a Bassano le loro opere si confronteranno con Segantini per la prima volta. Il viaggio prosegue alla volta della Svizzera, prima nel villaggio di Savognin, teatro di celebri rappresentazioni della montagna dove i prodigi del Divisionismo esprimono la fusione panteistica con la natura, poi a Maloja, dove l’artista si spegnerà a soli 41 anni a causa di una peritonite, dopo aver declinato in versione simbolista la sua ricerca sul paesaggio e sulla luce.
“La mostra Giovanni Segantini riporterà all’attenzione del grande pubblico e degli studiosi uno dei più grandi pittori italiani ed europei dell’Ottocento, grazie a una retrospettiva densa di novità e sorprese; non ultima la possibilità di ammirare, riuniti assieme per la prima volta dopo oltre un secolo, alcuni dei suoi più significativi capolavori rintracciati per l’occasione”, anticipa Barbara Guidi, direttrice dei Musei Civici di Bassano del Grappa: “La mostra sfaterà il mito del genio isolato per consegnarci un Segantini perfettamente integrato nei dibattiti figurativi del suo tempo, audace sperimentatore di tecniche pittoriche, inventore di un’iconografia della montagna così potentemente evocativa, carica di poesia e sentimento, da risultare eterna e inscalfibile nella sua laica sacralità. Un’eternità messa oggi in discussione dal repentino cambiamento climatico che rende questo soggetto prepotentemente attuale”.

Giovanni Segantini, Sole d’Autunno, 1887 © Comune di Arco, Galleria Civica G. Segantini
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