La Cattedrale di Volterra

Cattedrale di Volterra
 

24/03/2002

Tra Pisa e Siena sorge Volterra, città dal cuore medievale, la cui cattedrale custodisce tesori di straordinaria bellezza. Numerosi interventi edilizi hanno progressivamente mutato il volto della costruzione, dalla probabile fondazione paleocristiana al periodo della Controriforma. La lettura del perimetro esterno è oggi complicata dalla presenza degli edifici che gli si sono addossati contro nel tempo. La facciata, in tufo, è spartita orizzontalmente da due sottili cornici marcapiano e verticalmente da quattro paraste. Un grande occhio illumina la navata centrale e occhi più piccoli si dispongono lateralmente a seguire il profilo delle laterali. Dalla superficie di fondo emerge il portale duecentesco, con stipiti e architrave in marmo. Il timpano soprastante è decorato dal motivo, pisano e lucchese, delle loggette cieche con colonne e capitelli. Il fronte era originariamente corredato da un campanile, che fu demolito nel 1493 e sostituito da quello odierno, separato dal corpo dell’edificio. L’interno, spartito in tre navate da undici colonne, presenta l’aspetto tardocinquecentesco dovuto all’iniziativa di Guido Serguidi, vescovo della città nel 1574. Alle disposizioni messe a punto dal Concilio di Trento risalgono i principali interventi di ristrutturazione, soprattutto nella zona del transetto: la creazione di due tribune simmetriche ai lati del coro, l’imbiancatura degli affreschi sulle pareti, l’eliminazione della recinzione presbiteriale, l’approntamento del grande soffitto ligneo. Quest’ultimo si articola nella navata centrale e nel transetto in una complessa scacchiera che delimita campi ottagonali, cruciformi e romboidali dal fondo azzurro. Una ricca schiera di figure allegoriche e di santi occupa le parti più visibili. Le cappelle delle navate laterali risalgono allo stesso periodo e sono completate da dipinti cinque-seicenteschi di scuola fiorentina e bolognese, tutti rigorosamente rispondenti alle normative tridentine. Anche se minime, le opere sopravvissute alle modifiche del più antico arredo liturgico appaiono altamente significative. Il pulpito marmoreo, oggi collocato nella navata sinistra, è datato alla prima metà del XIII secolo, nell’ambito di Guglielmo e Biduino. Presenta sul parapetto tre bassorilievi di soggetto vetero e neo testamentario, tra i quali l’Ultima Cena emerge per la notevole forza narrativa. Ulteriore testimonianza del primitivo assetto della cattedrale è il famoso gruppo ligneo della Deposizione. Essa, datata generalmente al 1288, ci è pervenuta nella totale integrità: oltre alla figura del Cristo, alla scala e alla croce, presenta infatti le figure dei dolenti e quelle di Nicodemo e Giuseppe d’Erimatea intenti a schiodare il corpo e deporlo nel sudario. Restaurata di recente, l’opera mantiene intatta la sua policromia e rende testimonianza di un’arte, quella della scultura lignea, praticata largamente in età medievale e rinascimentale in ambito toscano, umbro e marchigiano.

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