Ugo Volli

Bambina di colore
 

20/11/2003

Doppio evento presso il Museo di Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, la mostra “Nel paese della pubblicità” allestita nella Manica Lunga, inaugura l’attività espositiva del Museo della Pubblicità (Dipartimento Pubblicità e Comunicazione del Castello di Rivoli Museo di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea), il primo vero e proprio museo della pubblicità in Italia. In esposizione una selezione di oltre 300 spot televisivi di tutto il mondo, realizzati dagli anni Cinquanta a oggi, molti dei quali premiati a Cannes e Venezia; all’interno della collezione permanente del Museo spicca una sezione video realizzata con Rai Teche e con la sede Rai di Torino, oltre ad una sezione dedicata ai manifesti, tra i più significativi, dagli anni Trenta ai Sessanta. Il paese della pubblicità si estende attraverso sedici ambienti, concepiti dalla scenografa della Scala di Milano, Leila Fteita, e racconta al visitatore i luoghi simbolo e tabù dell’uomo, dalla casa, tra cucina, bagno e camera da letto, fino all’area della socializzazione, con voli dal caffè alla tavola da pranzo, allo sport, fino a penetrare lo spazio urbano, il mare,la montagna, e la campagna. Abbiamo incontrato Ugo Volli, curatore di questa esposizione unica e particolare. La mostra “Nel paese della pubblicità” inaugura l’attività espositiva del museo… U.V. “La rassegna ricrea gli ambienti familiari agli spot e quindi alla comunicazione pubblicitaria. L’intento è quello di ricreare immagini conosciute per dare la possibilità al visitatore di avvicinarsi al mondo della pubblicità in maniera più lucida ed analitica”. Le sezioni della mostra ricostruiscono sedici spazi, da lei definiti archetipici, non manca qualcosa di più recente, che si riferisca cioè alle ultime campagne pubblicitarie, per esempio un luogo dedicato allo spazio , o al mondo latino? U.V. “Avevamo pensato a qualcosa del genere, nel progetto originario c’era per esempio il ponte ologrammi dell’astronave di Star Trek. Poi abbiamo dovuto eliminare alcuni ambienti, per ragioni di budget”. L’attività del museo intende rafforzare i rapporti con il territorio; prevedete collaborazioni con l’Università, con società pubblicitarie, o altri istituti culturali? U.V. “Tutto questo è già attivo, almeno in parte. Io dirigo il Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla comunicazione dell’Università di Torino, nel comitato scientifico ci sono altri colleghi dell’Università, la mostra è stata realizzata in collaborazione. Abbiamo anche avuto l’attiva collaborazione della maggior parte delle grande agenzie italiane, oltre che dell’Art Director Club e dell’UPA e contiamo di continuare su questa strada. Il museo poi è attivamente sostenuto da realtà territoriali, innanzitutto la Regione, poi l’Unione Industriali, la camera di Commercio ecc.”. Il museo si avvale di un corredo tecnologico importante? U.V. “Pensiamo soprattutto a un museo virtuale, che metta a disposizione materiale visivo in forma digitale. Non mi sembra che in questo momento la pubblicità sia particolarmente legata all’innovazione tecnologica, salvo che si pensi ancora che internet e la comunicazione mobile siano “nuove tecnologie”. A me sembrano piuttosto forme di comunicazione ben assestate”. Il museo ha sede all’interno di un’istituzione culturale dedicata all’arte contemporanea, quasi a sottolineare un binomio tra comunicazione e arte? Cosa ne pensa? U.V. “Non credo che abbia senso paragonare la pubblicità all’arte”. “Nel paese della pubblicità” Fino al 29 febbraio 2004. Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (Torino). Orari: martedì-giovedì, 10-17; venerdì-domenica, 10-22. Ingresso: intero €6.20, ridotto €4.13. Informazioni: tel. 011-9565213. www.castellodirivoli.org

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