Il Giovane che tiene in mano un tondello sarà battuto il 28 gennaio

Un Botticelli da 80 milioni di dollari all'asta da Sotheby's

Sandro Botticelli, Giovane che tiene in mano un tondello, tempera su tavola di pioppo, 1481-85
 

Samantha De Martin

25/01/2021

Da un lato un giovane ammaliante dai lineamenti gentili, i lunghi capelli dorati a incorniciare il viso, le labbra sottili, stretto nel suo farsetto malva, di fronte a una finestra in pietra.
Dall’altro un santo barbuto dallo sguardo distratto, la mano destra alzata, rinchiuso in un tondo che il giovane in primo piano sorregge tra le mani eleganti, inclinandolo leggermente verso lo spettatore, su un parapetto illusionistico.
Per il Giovane che tiene in mano un tondello, ritratto a tempera dipinto su tavola di pioppo da Sandro Botticelli, l’attesa è finita. Il prossimo 28 gennaio l’opera, uno dei rari ritratti in circolazione realizzati dal maestro della Venere, sarà battuto all’asta da Sotheby’s.


Sandro Botticelli, Nascita di Venere, Dettaglio, 1483-1485, Tempera su tela, 172.5 x 278.9 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

“Uno dei più grandi dipinti rinascimentali rimasti in mano a privati”

Il valore di quest’opera che la casa d’aste di New Bond Street definisce “uno dei più grandi dipinti rinascimentali rimasti in mano a privati” si aggira intorno agli 80 milioni di dollari (oltre 65 milioni di euro) stima che non trova precedenti, almeno tra le opere del maestro.
A fissare il record d'asta per un dipinto di Botticelli era stata, infatti, la “Madonna Rockefeller”, battuta “solo” per 10,4 milioni di dollari.

Se non fosse per la sua tunica alla moda, che colloca il personaggio in un determinato periodo storico, l’elegante protagonista del dipinto potrebbe sembrare una figura uscita da uno dei contesti mitologici dell’artista.
In questo capolavoro senza tempo, risalente al culmine della carriera del pittore, riscopriamo la perfetta sintesi espressiva tra gli ideali, la bellezza della Firenze rinascimentale e l’individuo al centro della vita, accolto in ambientazione semplice e realistica che rende il personaggio estremamente moderno.

Questa presenza, potente e coinvolgente, posizionata in avanti sul piano pittorico in una conversazione diretta con il suo pubblico, offre una serie infinita di espressioni, che oscillano tra la sicurezza fiduciosa a una profonda grandezza intellettuale. La composizione, incorniciata su tutti i lati da toni di grigio forti e nitidi in un’ambientazione apparentemente semplice, appare equilibrata, con i lineamenti morbidi e curvilinei del ragazzo bilanciati da una rete sapientemente pianificata di linee e angoli.

La tavola che il giovane regge tra le mani potrebbe essere un frammento di una pala d'altare del XIV secolo il cui autore è stato identificato con il pittore senese Bartolomeo Bulgarini. Ma perché Botticelli avrebbe incluso nel suo ritratto una simile allusione?
Questa consuetudine trova un precedente in un’altra opera del maestro, Ritratto d'uomo con una medaglia di Cosimo de’Medici (capolavoro degli Uffizi), risalente alla metà degli anni Settanta, dove un altro bellissimo giovane tiene in mano un medaglione rivolto allo spettatore, questa volta contenente un vero calco in gesso dorato di una medaglia di Cosimo de 'Medici.


Sandro Botticelli, Ritratto d’uomo con una medaglia di Cosimo de’Medici, 1474-1475 circa, tempera e stucco dorato su tavola, 44 x 57,5 cm, Firenze, Galleria degli Uffizi

Dal Galles ai musei del mondo

Tutto ebbe inizio in Galles nel 1850, precisamente nella famiglia Newborough, per generazioni proprietaria del dipinto che sarebbe giunto oltremanica tramite Sir Thomas Wynn, primo barone di Newborough, che lo avrebbe acquisito in Toscana, dove visse dal 1782 al 1791 e sposò Maria Stella Petronilla Chiappini.
Sconosciuto agli studiosi prima di apparire sul mercato dell'arte all'inizio del XX secolo, il Giovane che tiene in mano un tondello fu venduto intorno al 1941 al famoso scienziato e collezionista britannico Sir Thomas Ralph Merton da Kenneth Clark, allora direttore della National Gallery di Londra, che lodò l’opera come "uno dei i più bei ritratti del XV secolo che abbia mai visto sul mercato”. Il ritratto rimase a lungo lontano dagli occhi del pubblico fino a quando, nel 1960, non venne incluso nella mostra della Royal Academy alla Burlington House di Londra. Trascurato dalla critica del Novecento, attribuito da qualcuno alla scuola di Botticelli, il dipinto viaggiò attraverso i più importanti musei internazionali (dal Metropolitan Museum of Art di New York alla National Gallery of Art di Washington DC) in occasioni di mostre temporanee, per poi essere acquistato dall'attuale proprietario nel 1982. Mentre l’attribuzione a Botticelli fu approvata definitivamente solo nel 1987 da Richard Stapleford.

Chi si nasconde dietro il giovane rappresentato?

Il mistero circa l’identità del personaggio rappresentato da Botticelli accresce il fascino del dipinto. Sono tanti i candidati proposti come proprietari di quegli inflessibili occhi nocciola. Qualcuno ne ha intravisto Giovanni di Pierfrancesco de' Medici, il cugino di secondo grado di Lorenzo de 'Medici, avendo Botticelli lavorato per questo ramo della nobile famiglia fiorentina.

Un misterioso committente

Il ritratto sarebbe stato realizzato tra il 1481 e il 1485 al tempo degli affreschi alla Cappella Sistina e delle composizioni mitologiche come La Nascita di Venere. Non conosciamo il committente dell’opera, ma gli aspetti insoliti di questo ritratto, con il suo inventivo illusionismo, appartengono a una ritrattistica ritenuta al tempo costosa ed appannaggio delle classi più abbienti.


Sandro Botticelli, Giovane che tiene in mano un tondello, tempera su tavola di pioppo, 1481-85


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