Tecnologie digitali al servizio dell'arte
Un robot alla Tate

Ludovica Sanfelice
14/08/2014
Grazie al programma After Dark, dal 13 agosto e per cinque notti consecutive, la Tate Britain regalerà a chiunque intenda partecipare all’esperimento, l’occasione di ammirare le sue collezioni di notte rimanendo comodamente a casa propria. Lungo i corridoi deserti e silenziosi della galleria verrà liberata una squadra di quattro robot armati di luci e telecamere che permetteranno a gente di tutto il mondo, collegata via web al sito del museo, di accedere ad una visita piuttosto insolita.
L’idea, nata dalla mente di uno dei tre membri del gruppo The Workers (composto dall’italiano Tommaso Lanza, da Ross Cairns e David Di Duca), era proprio di estendere a chiunque il privilegio di un tour nella galleria a porte chiuse di notte. Il progetto ha poi incontrato la via del finanziamento grazie all’IK prize, promosso proprio dalla Tate per sostenere il talento creativo nell’industria digitale.
Ogni robot è montato su una base rotante capace di muoversi in ogni direzione, è equipaggiato di due telecamere e luci LED, e per le batterie può contare su un’autonomia superiore alle cinque ore. L’aspetto è quello di piccole creature venute dallo spazio, probabilmente anche per via del contributo che la UK Space Agency ha fornito al progetto in fase di sviluppo.
Uno dei test di guida è stato effettuato Chris Hadfield, celebre astronauta canadese, che dal suo ufficio a Toronto ha pilotato uno dei robot After Dark all’interno della galleria delle sculture del XX secolo e ha poi descritto così l’esperienza: “Dimentichi di avere per le mani un robot che semplicemente si trasforma in un’estensione della tua mente. E’ a questo che dovrebbe servire la tecnologia”.
La galleria e il design team sono già in cerca di nuovi orizzonti per la prossima missione.
L’idea, nata dalla mente di uno dei tre membri del gruppo The Workers (composto dall’italiano Tommaso Lanza, da Ross Cairns e David Di Duca), era proprio di estendere a chiunque il privilegio di un tour nella galleria a porte chiuse di notte. Il progetto ha poi incontrato la via del finanziamento grazie all’IK prize, promosso proprio dalla Tate per sostenere il talento creativo nell’industria digitale.
Ogni robot è montato su una base rotante capace di muoversi in ogni direzione, è equipaggiato di due telecamere e luci LED, e per le batterie può contare su un’autonomia superiore alle cinque ore. L’aspetto è quello di piccole creature venute dallo spazio, probabilmente anche per via del contributo che la UK Space Agency ha fornito al progetto in fase di sviluppo.
Uno dei test di guida è stato effettuato Chris Hadfield, celebre astronauta canadese, che dal suo ufficio a Toronto ha pilotato uno dei robot After Dark all’interno della galleria delle sculture del XX secolo e ha poi descritto così l’esperienza: “Dimentichi di avere per le mani un robot che semplicemente si trasforma in un’estensione della tua mente. E’ a questo che dovrebbe servire la tecnologia”.
La galleria e il design team sono già in cerca di nuovi orizzonti per la prossima missione.
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