Dal 30 maggio al 4 ottobre
Realismo Socialista in mostra al Te
Zhurakovski Viktor Petrovich, Lenin in Ottobre, 1967, Olio su tela, 119,5x180 cm
L. Sanfelice
27/04/2015
Mantova - Le relazioni e gli scambi, le affinità e le divergenze tra l’arte italiana del secondo dopoguerra e l’arte sovietica del realismo socialista sono il cuore dell’indagine a cui si dedica la mostra allestita alle Fruttiere di Palazzo Te (Mantova 30 maggio - 4 ottobre) e intitolata “Guardando all'Urss. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato”
Con profusione di video, fotografie, documenti, manifesti, rotocalchi, cartoline e libri, l’esposizione riavvolge il nastro della Storia per accompagnare il visitore nel clima di contrapposizione politica tra comunisti e democristiani. La riflessione investe insomma la percezione mitica per una parte, diabolica per l’altra che l’Italia aveva dell’Unione Sovietica e il ruolo esercitato nella sua diffusione da parte dell’iconografia realista. Perchè parlare di realismo socialista in Italia, dalla prospettiva che ci compete, implica necessariamente una rilettura critica della nostra cultura.
Per rendere compiuto il discorso, la rassegna restringe il campo della ricerca ad agli aspetti storico-artistici, inquadrando due contesti “narrativi”: la ricezione del realismo socialista attraverso gli scambi culturali; e i riflessi scaturiti da esposizioni come il Premio Suzzara, e i Padiglioni sovietici alle Biennali veneziane nel 1934 e dal 1956 agli anni Settanta.
Con profusione di video, fotografie, documenti, manifesti, rotocalchi, cartoline e libri, l’esposizione riavvolge il nastro della Storia per accompagnare il visitore nel clima di contrapposizione politica tra comunisti e democristiani. La riflessione investe insomma la percezione mitica per una parte, diabolica per l’altra che l’Italia aveva dell’Unione Sovietica e il ruolo esercitato nella sua diffusione da parte dell’iconografia realista. Perchè parlare di realismo socialista in Italia, dalla prospettiva che ci compete, implica necessariamente una rilettura critica della nostra cultura.
Per rendere compiuto il discorso, la rassegna restringe il campo della ricerca ad agli aspetti storico-artistici, inquadrando due contesti “narrativi”: la ricezione del realismo socialista attraverso gli scambi culturali; e i riflessi scaturiti da esposizioni come il Premio Suzzara, e i Padiglioni sovietici alle Biennali veneziane nel 1934 e dal 1956 agli anni Settanta.
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