A Palazzo Morando dal 9 novembre all'11 febbraio
Milano e la mala: il volto "noir" della città tra documenti e foto d'epoca

Milano, Rapina di via Osoppo, 1958. Archivi Farabola
Samantha De Martin
06/11/2017
Milano - Il Corriere della Sera l’aveva definita «la più sensazionale rapina che mai la cronaca milanese abbia registrato», con sette uomini, quattro veicoli rubati, un finto incidente con tanto di speronamento per bloccare il portavalori e la fuga, a tutta velocità con un bottino di oltre 614 milioni di lire, senza nemmeno sparare un colpo.
Non poteva mancare il colpaccio di via Osoppo, messo a segno il 27 febbraio del 1958, dalla carrellata di documenti e fotografie d’epoca che restituiscono al pubblico il volto più oscuro di una Milano che ha assistito, tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta, al lento evolversi della malavita.
A descrivere questo lato noir di una metropoli in rapida ascesa economica saranno, a Palazzo Morando, dal 9 novembre all’11 febbraio, 170 immagini d’epoca e “strumenti del mestiere”. Dalla celebre custodia del mitra di Luciano Lutring - soprannominato “il solista del mitra” per al sua usanza di nascondere il fucile mitragliatore nella custodia di un violino - ai dadi utilizzati nelle bische, la mostra Milano e la mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca, simile a un giallo, accompagna il visitatore tra azioni, oggetti e personaggi che hanno segnato la storia della città.
Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, si dipana dalla fine della seconda guerra mondiale fino al ventennio 1960-1980, quando una nuova forma criminale - strutturata in gruppi omogenei, anche di stampo mafioso, e diretta al controllo del gioco d'azzardo, della prostituzione e del traffico degli stupefacenti - darà vita a personaggi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West.
Oltre agli episodi, tra sequestri reali o solo minacciati, tra luoghi di detenzione e rivolte carcerarie, la mostra dedica ampio spazio ai quartieri della malavita e alle atmosfere della città, dal Giambellino alla casba di via Conca del Naviglio. Un’occasione per scoprire il lato oscuro della città con la sua avvincente storia.
Leggi anche:
• Milano e la mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca
• La rinascita di Milano
Non poteva mancare il colpaccio di via Osoppo, messo a segno il 27 febbraio del 1958, dalla carrellata di documenti e fotografie d’epoca che restituiscono al pubblico il volto più oscuro di una Milano che ha assistito, tra la fine degli anni Quaranta e la metà degli anni Ottanta, al lento evolversi della malavita.
A descrivere questo lato noir di una metropoli in rapida ascesa economica saranno, a Palazzo Morando, dal 9 novembre all’11 febbraio, 170 immagini d’epoca e “strumenti del mestiere”. Dalla celebre custodia del mitra di Luciano Lutring - soprannominato “il solista del mitra” per al sua usanza di nascondere il fucile mitragliatore nella custodia di un violino - ai dadi utilizzati nelle bische, la mostra Milano e la mala. Storia criminale della città, dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca, simile a un giallo, accompagna il visitatore tra azioni, oggetti e personaggi che hanno segnato la storia della città.
Il percorso espositivo, ordinato cronologicamente, si dipana dalla fine della seconda guerra mondiale fino al ventennio 1960-1980, quando una nuova forma criminale - strutturata in gruppi omogenei, anche di stampo mafioso, e diretta al controllo del gioco d'azzardo, della prostituzione e del traffico degli stupefacenti - darà vita a personaggi del calibro di Francis Turatello, Angelo Epaminonda, Renato Vallanzasca, che evocano nei ricordi dei milanesi atmosfere da Far West.
Oltre agli episodi, tra sequestri reali o solo minacciati, tra luoghi di detenzione e rivolte carcerarie, la mostra dedica ampio spazio ai quartieri della malavita e alle atmosfere della città, dal Giambellino alla casba di via Conca del Naviglio. Un’occasione per scoprire il lato oscuro della città con la sua avvincente storia.
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