Fino al 4 aprile in mostra alla Fabbrica del Vapore

Musica e Ribelli: a Milano è di scena la Rivoluzione

Revolution. Musica e ribelli 1966-1970 - Dai Beatles a Woodstock
 

Francesca Grego

20/12/2017

Milano - “You say you want a revolution. Well you know, We all want to change the world”, cantavano I Beatles.
Alla dirompente ondata di rinnovamento che ha investito il mondo occidentale nell’ultimo scorcio degli anni Sessanta è dedicata la mostra cult dell’inverno.
Dal Victoria and Albert Museum di Londra approda alla Fabbrica del Vapore Revolution. Musica e Ribelli: un viaggio in una stagione irripetibile, segnata dall’invenzione della minigonna e dal Maggio francese, dalle lotte antirazziste e dalla psichedelia, dalle proteste contro la guerra in Vietnam e dalle comuni hippy.
 
Storie e atmosfere rubate a questa grande avventura rivivono in un ricco percorso attraverso immagini icona, abiti scandalosi, oggetti di design, arte, grafiche, film e soprattutto tanta musica, da ascoltare attraverso l’innovativo sistema di audioguide Sennheiser, partner dell’esposizione.
 
Già, perché è proprio la musica a catalizzare l’energia incontenibile dei baby boomer e a definirne l’identità, dalla Swinging London all’America di Woodstock.
I Beatles, gli Who, i Rolling Stones sono solo la punta di un iceberg, mentre sulle due sponde dell’Oceano fioriscono festival, raduni, radio, nuovi generi, band di ogni livello e tendenza. In mostra numerosi LP della mitica collezione di John Peel, il dj, conduttore radiofonico e pioniere musicale britannico che contribuì a plasmare i gusti di una generazione.
 
E poi la moda, con Twiggy, Mary Quant e un generale desiderio di libertà che mette in discussione ogni regola e modello preesistente. Scrive la giornalista e storica della moda Clara Tosi Pamphili, tra i curatori dell’esposizione: “Le gambe scoperte delle ragazze e i capelli lunghi dei ragazzi manifestano quotidianamente la voglia di restare bambini e selvaggi, il corpo è privo di costrizioni sotto abiti minimal geometrici o lunghe silhouette che scivolano addosso lasciando libero ogni movimento”.
Mentre una protesta trasversale infiamma strade, scuole e luoghi di lavoro, crescono nuovi mercati, prodotti e stili pubblicitari tagliati su misura di inediti target giovanili, che si ritrovano attori e spettatori di una vera rivoluzione del quotidiano.
 
Mito e realtà si mescolano in un racconto che strizza l’occhio alla nostalgia di chi c’era e affascina gli altri, senza tuttavia sottrarsi a domande sul presente e sui destini delle istanze di quegli anni.
Perché, scrivono i curatori, “questa non è una mostra su un periodo storico, una moda, una città, uno stile o un genere musicale. Questa è una mostra su una delle cose più fragili e allo steso tempo più resilienti e durature che esistono sulla faccia di questo pianeta: un’idea. L’idea di Rivoluzione”.

Curata da Victoria Broakes e Geoffery Marsh del Victoria and Albert Museum, insieme al promoter Fran Tomasi (il primo a portare in Italia i Pink Floyd), a Clara Tosi Pamphili e al critico musicale Alberto Tonti, Revolution è promossa e coprodotta da Comune di Milano-Cultura, Fabbrica del Vapore e Avatar-Gruppo MondoMostre Skira in collaborazione con il museo londinese, con l’allestimento di Corrado Anselmi e la media partnership di Rolling Stone, VH1 e Virgin Radio.

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