Porte aperte al design, dal cucchiaio alla città

Franco Albini
 

03/04/2013

Milano - I progetti di Franco Albini, uno dei più importanti esponenti del Razionalismo italiano, sono tra quelli che si vedono nei manuali di storia dell’architettura. Abilissimo disegnatore, era capace di occuparsi di diverse scale di intervento, "dal cucchiaio alla città".
 
Insegnò all’Università di Venezia, chiamato da Giuseppe Samonà, al Politecnico di Torino e a quello di Milano. Fu insignito di premi e riconoscimenti prestigiosi tra i quali tre Compasso d'Oro  (1955, 1958 e 1964), il Premio Olivetti per l'Architettura (1957) e il premio "Royal Designer for Industry" dalla Royal Society di Londra (1971).
 
Tra le opere realizzate da lui, negli anni Trenta, il Palazzo della civiltà Italiana all'Eur insieme a Palanti, Gardella e Romano; nei primi anni Cinquanta, la sistemazione delle Gallerie comunali di Palazzo Bianco a Genova e, a seguire, quella del Museo di Palazzo Rosso, nella stessa città (per la quale fu consulente anche per il Piano Regolatore Generale),Villa Olivetti a Ivrea, la sede della La Rinascente a Roma e le stazioni della linea 1 della Metropolitana di Milano.
 
Ora, su iniziativa della Fondazione Franco Albini, a Milano il suo studio di architettura, trasformato in museo, apre alle visite guidate. Con il progetto “Porte aperte al design”, infatti, chi si prenoterà potrà avere accesso all’archivio privato dell’architetto, conoscere pezzi inediti di design unici o seriali, disegni e foto d’epoca, riproduzioni 3D e tutto il materiale accuratamente raccolto nel tempo dal figlio Marco e dalla nipote Albina per restituire l’idea del metodo poetico e funzionale, rigoroso e leggero, moderno e artigianale allo stesso tempo che Franco Albini applicava ai suoi progetti.

Nicoletta Speltra




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