Alla Fondazione Modena Arti Visive dal 6 dicembre al 13 aprile

A Modena il requiem per Pompei di Kenro Izu

Kenro Izu, Casa degli Amorini Dorati, Pompei, 2016. Stampa ai pigmenti 61x76 cm © Kenro Izu Courtesy Fondazione Cassa di Risparmio di Modena - Fondazione Modena Arti Visive
 

Samantha De Martin

05/12/2019

Modena - Morte e lirismo, lapilli e cenere, sagome umane consegnate all’eternità da quel tragico 79 d.C. rivivono negli scatti di Kenro Izu, che danno forma al dolore del dramma, restituendo a chi guarda un senso di distruzione e meraviglia.
Quello in programma dal 6 dicembre al 13 aprile negli spazi della Fondazione Modena Arti Visive, più che un tentativo di documentare i resti dell’antica Pompei, è la volontà del fotografo di Osaka di condividere con l’osservatore il sublime racchiuso nel dialogo tra la distruzione, scaturita dalle rovine, e quanto è rimasto, all’indomani dell’eruzione del Vesuvio. Requiem for Pompei è un progetto iniziato nel 2015, in collaborazione con Fondazione Fotografia Modena, dedicato alla città campana, i cui scavi archeologici hanno restituito non solo gli edifici, ma anche le forme esatte dei corpi degli abitanti nel momento della morte, grazie ai calchi eseguiti sui vuoti che questi hanno lasciato sotto la coltre pietrificata.

La mostra a Modena, a cura di Chiara Dall’Olio e Daniele De Luigi - co-promossa dal Parco archeologico di Pompei che per l’occasione presta alcune riproduzioni dei celebri calchi in gesso delle vittime dell’eruzione, ospitando in seguito la mostra nei propri spazi espositivi - propone una selezione di 55 immagini inedite in bianco e nero, che, come spiega Daniele Pittèri, direttore di Fondazione Modena Arti Visive, «tessono la partitura per un requiem della civiltà contemporanea, su cui incombe la possibilità della catastrofe».
«Con il contrasto fra l’immobilità dei corpi umani pietrificati e le rovine monumentali divenute paesaggio in un tutt’uno con la natura circostante - continua Pittèri - Kenro Izu prefigura un futuro amaro per l’umanità, immemore del passato e incapace di valutare le conseguenze del proprio agire».

Si tratta di scatti donati dal fotografo alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, realizzati tra le rovine di Pompei, dove l'artista ha collocato le copie dei calchi originali dei corpi che spiccano come bianche sagome umane.

«Il maestro Kenro Izu - commenta Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei - con le sue commoventi fotografie, riesce a rinnovare la compassione nei confronti di un dramma umano, talvolta offuscato dall’aspetto turistico e massificato delle visite. L’apertura del Parco Archeologico verso tutte le forme di arte contemporanea, dalla pittura alla scultura, alla fotografia, è fortemente voluta per ribadire che Pompei rappresenta, oltre che la testimonianza di una civiltà, anche un simbolo, una riflessione sulla vita e la morte, declinati a seconda della sensibilità di ogni epoca e artista».

Il fotografo sarà protagonista dell’artist talk Kenro Izu: Pompei tra storia, materia e spirito, in dialogo con i curatori della mostra, mercoledì 11 dicembre alle 18 negli spazi di FMAV - MATA.

La mostra si potrà visitare mercoledì, giovedì e venerdì dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19; sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 19. Sarà aperta anche il 25 dicembre e il 1° gennaio dalle 16 alle 19.

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