A Palazzo Reali, sede del Museo d’arte della Svizzera italiana
Al MASI di Lugano arrivano oltre 650 opere della Collezione Jocelyne e Fabrice Petignat
Gianni Motti, Gianni Motti Assistant, Buenos Aires Plaza de Mayo, November 2002, C-print su alluminio Edizione: 1/1 © the artist
Samantha De Martin
08/01/2025
Mondo - C’è un motivo in più per visitare a Lugano Palazzo Reali, una delle sedi del Museo d’arte della Svizzera italiana.
Il pubblico avrà la possibilità di scoprire una selezione di lavori dalla Collezione Petignat, l'importante donazione che conta oltre 650 opere, specchio delle diverse tendenze dell’arte contemporanea, con un’attenzione particolare al panorama artistico svizzero degli ultimi 40 anni, e che il MASI ha ricevuto da Jocelyne e Fabrice Petignat.
“La collezione - commentano i Petignat - non riflette solo i nostri gusti e orientamenti, ma anche le relazioni profonde che abbiamo coltivato con luoghi e persone nel corso del tempo. Il Ticino, in particolare, rappresenta uno di questi legami, e riteniamo che il Museo MASI sia il luogo ideale per custodire al meglio la nostra raccolta, rendendola accessibile al pubblico in futuro”.
Pipilotti Rist, Video Still Muttenz (Pipilottis Felher), 1988/98, Stampa fotografica Edizione: 2/5 © Pipilotti Rist, Courtesy the artist, Hauser & Wirth and Luhring Augustine / 2024, Prolitteris, Zurich
Frutto di quarant’anni di ricerca sul campo, di una fitta rete di relazioni personali dei due collezionisti innamorati dell’arte al punto di stabilire rapporti profondi e duraturi con gli artisti, conosciuti talvolta a inizio carriera, la Collezione Petignat, composta in gran parte da lavori su carta, si contraddistingue per il suo carattere intimo e personale. Tra i primi sostenitori della videoartista Pipilotti Rist, all’inizio degli anni Novanta i Petignat hanno apprezzato il lavoro di nomi come Vanessa Beecroft, Miriam Cahn, Nan Goldin, Jamie Reid e Wolfgang Tillmans. Anche per questo la raccolta include alcune delle prime e rare opere di figure che si sono poi affermate a livello internazionale.
Il pubblico potrà incontrare in collezione anche personalità come Marina Abramović, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan, sfogliando tematiche che vanno dall’avvento della videoarte al femminismo, dall'influenza del punk nell’arte visiva al rinnovamento della pittura contemporanea.
Vanessa Beecroft, VB.P.016.96, Broadway, 1996, Olio su tela © the artist
“Siamo molto felici di accogliere questa eccezionale donazione che andrà ad arricchire un nucleo di opere di artiste e artisti svizzeri della generazione degli anni ’50 e ‘60, ma non solo - commenta il direttore del MASI Lugano, Tobia Bezzola - perché la collezione Petignat ha un respiro che va oltre i confini nazionali e guarda all’arte emergente dei principali centri in Europa. La donazione è, inoltre, una grande attestazione di fiducia all’interno di un rapporto, quello tra il museo e i collezionisti privati, che è molto prezioso per la nostra istituzione e che va a beneficio dell’intera collettività”.
La Collezione Petignat verrà integrata nelle raccolte del MASI attraverso un processo graduale che permetterà l’archiviazione e lo studio delle opere per una migliore valorizzazione. A questo scopo, a partire dallo scorso ottobre, due sale di Palazzo Reali sono utilizzate per inventariare i lavori.
Il pubblico avrà la possibilità di scoprire una selezione di lavori dalla Collezione Petignat, l'importante donazione che conta oltre 650 opere, specchio delle diverse tendenze dell’arte contemporanea, con un’attenzione particolare al panorama artistico svizzero degli ultimi 40 anni, e che il MASI ha ricevuto da Jocelyne e Fabrice Petignat.
“La collezione - commentano i Petignat - non riflette solo i nostri gusti e orientamenti, ma anche le relazioni profonde che abbiamo coltivato con luoghi e persone nel corso del tempo. Il Ticino, in particolare, rappresenta uno di questi legami, e riteniamo che il Museo MASI sia il luogo ideale per custodire al meglio la nostra raccolta, rendendola accessibile al pubblico in futuro”.
Pipilotti Rist, Video Still Muttenz (Pipilottis Felher), 1988/98, Stampa fotografica Edizione: 2/5 © Pipilotti Rist, Courtesy the artist, Hauser & Wirth and Luhring Augustine / 2024, Prolitteris, Zurich
Frutto di quarant’anni di ricerca sul campo, di una fitta rete di relazioni personali dei due collezionisti innamorati dell’arte al punto di stabilire rapporti profondi e duraturi con gli artisti, conosciuti talvolta a inizio carriera, la Collezione Petignat, composta in gran parte da lavori su carta, si contraddistingue per il suo carattere intimo e personale. Tra i primi sostenitori della videoartista Pipilotti Rist, all’inizio degli anni Novanta i Petignat hanno apprezzato il lavoro di nomi come Vanessa Beecroft, Miriam Cahn, Nan Goldin, Jamie Reid e Wolfgang Tillmans. Anche per questo la raccolta include alcune delle prime e rare opere di figure che si sono poi affermate a livello internazionale.
Il pubblico potrà incontrare in collezione anche personalità come Marina Abramović, Alighiero Boetti, Maurizio Cattelan, sfogliando tematiche che vanno dall’avvento della videoarte al femminismo, dall'influenza del punk nell’arte visiva al rinnovamento della pittura contemporanea.
Vanessa Beecroft, VB.P.016.96, Broadway, 1996, Olio su tela © the artist
“Siamo molto felici di accogliere questa eccezionale donazione che andrà ad arricchire un nucleo di opere di artiste e artisti svizzeri della generazione degli anni ’50 e ‘60, ma non solo - commenta il direttore del MASI Lugano, Tobia Bezzola - perché la collezione Petignat ha un respiro che va oltre i confini nazionali e guarda all’arte emergente dei principali centri in Europa. La donazione è, inoltre, una grande attestazione di fiducia all’interno di un rapporto, quello tra il museo e i collezionisti privati, che è molto prezioso per la nostra istituzione e che va a beneficio dell’intera collettività”.
La Collezione Petignat verrà integrata nelle raccolte del MASI attraverso un processo graduale che permetterà l’archiviazione e lo studio delle opere per una migliore valorizzazione. A questo scopo, a partire dallo scorso ottobre, due sale di Palazzo Reali sono utilizzate per inventariare i lavori.
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