Al m.a.x. fino al 10 gennaio

Alberto Giacometti da non perdere in mostra a Chiasso

Alberto Giacometti, Portraits René Wehrli, 1964, Penna a sfera su busta, 26.5 cm x 22 cm, Kunsthaus Zürich, Grafische Sammlung, Alberto Giacometti-Stiftung, Zürich | ©ProLitteris
 

Samantha De Martin

01/07/2020

Mondo - Non solo uomini e donne dalle gambe lunghe e affusolate. Ma anche disegni depositati sui giornali e all’interno dei pacchetti di sigarette, sui tovaglioli dei bar, sull' inseparabile taccuino o sull’album per gli schizzi.

C’è anche un Alberto Giacometti delle xilografie, delle acqueforti, delle incisioni a bulino, delle fotografie realizzate dall’amico Ernst Scheidegger che, dal 1943, ha documentato con immagini e filmati l’attività artistica e la vita privata dello scultore svizzero.
Espressione di una profonda ricerca, l'intero corpus grafico dell’artista è esposto, accanto a oltre quattrocento fogli e a numerosi libri d’artista provenienti dalle principali istituzioni internazionali e da importanti collezionisti privati, al m.a.x. museo di Chiasso fino al prossimo 10 gennaio, nell'ambito della mostra Alberto Giacometti. Grafica al confine tra arte e pensiero.
Dopo la sosta forzata che ne aveva impedito l'inaugurazione a causa della pandemia, la rassegna svizzera è già partita per portarci alla scoperta di un Giacometti inedito.


Ernst Scheidegger, Alberto Giacometti nel suo atelier di Parigi, 1951, Stampa fotografica su carta, ristampa, 28 x 42 cm | © 2020 Stiftung Ernst Scheidegger-Archiv, Zürich

Tra le sale del museo svizzero - nato nel 2005 per divulgare la conoscenza della grafica, del design, della fotografia e della comunicazione visiva contemporanea - la mostra documenta la straordinaria padronanza delle differenti tecniche grafiche - dalla xilografia all’acquaforte e alla puntasecca - da parte di uno scultore che vedeva nel disegno e nella sua trasposizione sulla matrice il fondamento estetico e concettuale su cui costruire le opere pittoriche e plastiche.

“Di qualsiasi cosa si tratti, di scultura o di pittura, è solo il disegno che conta” ebbe modo di affermare lo stesso Giacometti che, già in età adolescenziale, aveva compiuto la sue prime esperienze di tecnica grafica sulla base dei consigli del padre Giovanni, esperto xilografo. Sono del 1917 le sue prime opere, i ritratti di due compagni di classe (Deux camarades de classe) o quello di Lucas Lichtenhan.



Alberto Giacometti, Femme nue marchant et personnage au loin I,1960 Illustrazione per il frontespizio di Jacques Dupin, L’épervier ,Paris, 1960, Acquaforte, 15 x 10 cm, Matrice, Stampatore: Georges Visat, Paris | Editore: GLM, Paris | Tiratura 28/65 | Firma in basso a destra | E.W.K., Bern © ProLitteris

L’incontro vero e proprio con la grafica avverrà solo quindici anni dopo, tra il 1933 e il 1935, quando, entrato nella cerchia del Surrealismo, Giacometti si dedica alla tecnica tradizionale a bulino, evidente nelle quattro incisioni concepite per L’air de l’eau di André Breton, una raccolta di poesie scritte dal teorico del movimento in occasione delle nozze con la pittrice Jacqueline Lamba.

Un litigio con lo stesso Breton indurrà il Maestro a sospendere la sua produzione grafica per dieci anni, per tornare a incrementarla solo dalla metà degli anni Cinquanta e renderla, nel 1956, addirittura più importante di quella plastica e pittorica. 

Tra le figure femminili più ricorrenti nei suoi lavori, la madre Annetta - ritratta mentre cuce, in posa, o in attimi di vita quotidiana - e poi, dal 1946, Annette, sua compagna di vita e poi moglie, o ancora l'amante Caroline.

Nella stupefacente consequenzialità delle 150 tavole litografiche Giacometti riporta anche la vita frenetica della metropoli, il fascino dei suoi monumenti, i bar frequentati, i musei, con visioni riprese all’esterno nelle strade, ma anche negli intimi momenti d’amore per Caroline.

Ognuna delle quattro sezioni in cui è suddiviso il percorso espositivo dedicato all’artista presenta al pubblico anche un dipinto, un disegno o una scultura particolarmente significativa per comprendere il rapporto con i diversi mezzi di espressione.


Alberto Giacometti, L’uomo e il sole II, 1963, Litografia, 36.5 x 44,5 cm | Stampatore: Emil Matthieu, Zurich | Editore: Hochschule St. Gallen, Saint-Gall, Museo Ciäsa Granda | Stampa: ©ProLitteris


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