Nuova scoperta nel Parco archeologico
A Pompei, tra anfore e colori, riemerge il vicolo dei balconi

Pompei, il Vicolo dei Balconi | Foto © Ciro Fusco
Samantha De Martin
17/05/2018
Napoli - Erano forse state poste, capovolte, ad asciugare al sole - poco prima che la terribile eruzione del 79 d.C le travolgesse, con la sua furia spietata. Si tratta delle anfore rinvenute, svuotate dal vino, su uno dei tre balconi riemersi a Pompei da un vicolo, in una zona della Regio V ora interessata dagli scavi.
Questa piccola strada - il vicolo dei balconi, appunto - accoglie una serie di edifici con tanto di parapetti e resti delle coperture in tegole e costituisce un ritrovamento eccezionale per questa zona di Pompei dal momento che, come spiega all’Ansa il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna, “la conservazione del piano superiore è una rarità”.
I balconi verranno restaurati e inseriti in un percorso tutto nuovo che collegherà la via di Nola con il vicolo delle Nozze d'Argento, che prende il nome dalla lussuosa domus privata - con il grande atrio, le colonne corinzie alte sette metri e la vasca in tufo, la sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei - appartenuta a L. Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante.
Ed ecco spuntare, accanto ai balconi, il celebre “rosso pompeiano” come veramente lo si poteva ammirare a quel tempo, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai romani, e ancora gli ocra pastosi, le decorazioni geometriche, i fiori, gli animali e gli amorini.
Solo pochi giorni fa, l’area di Civita Giuliana - nella zona Nord fuori le mura del sito archeologico di Pompei - aveva restituito gli straordinari resti di una grande villa suburbana, una tomba successiva all’eruzione del Vesuvio, e ancora anfore, oggetti di culto, utensili da cucina e una stalla con la sagoma di un cavallo riprodotta attraverso la tecnica dei calchi.
Leggi anche: • Riemerge dagli scavi l’ultimo fuggiasco di Pompei • Scoperta la testa del fuggiasco di Pompei • Nuove scoperte a Pompei: ecco la villa di Civita Giuliana • Fiori, vigneti e antichi manifesti elettorali: a Pompei aprono tre nuove Domus
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I balconi verranno restaurati e inseriti in un percorso tutto nuovo che collegherà la via di Nola con il vicolo delle Nozze d'Argento, che prende il nome dalla lussuosa domus privata - con il grande atrio, le colonne corinzie alte sette metri e la vasca in tufo, la sala del triclinio con le pareti dipinte che raccontano storie di amorini e pigmei - appartenuta a L. Albucius Celsus, un edile proveniente da una famiglia molto benestante.
Ed ecco spuntare, accanto ai balconi, il celebre “rosso pompeiano” come veramente lo si poteva ammirare a quel tempo, così intenso da richiamare il vino tanto amato dai romani, e ancora gli ocra pastosi, le decorazioni geometriche, i fiori, gli animali e gli amorini.
Solo pochi giorni fa, l’area di Civita Giuliana - nella zona Nord fuori le mura del sito archeologico di Pompei - aveva restituito gli straordinari resti di una grande villa suburbana, una tomba successiva all’eruzione del Vesuvio, e ancora anfore, oggetti di culto, utensili da cucina e una stalla con la sagoma di un cavallo riprodotta attraverso la tecnica dei calchi.
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