Dal 27 marzo presso la Fondazione Magnani Rocca

In arrivo a Parma Modigliani e il ritratto

Amedeo Modigliani, Femme au col blanc, 1917. Olio su tela I Musée de Grenoble
 

Francesca Grego

09/02/2021

Parma - “C’è un solo uomo a Parigi che sappia vestirsi, è Modigliani”, osservò una volta Picasso. Lui, Modì, i suoi modelli amava invece “spogliarli fino all’anima”, o almeno così si diceva a Montparnasse. Pochi tratti et voilà, l’essenza di un uomo, o più spesso di una donna, sembrava materializzarsi sulla tela. A cent’anni e qualche mese dalla scomparsa del genio modernista, una preziosa selezione di ritratti lo celebra a Parma, presso la Fondazione Magnani Rocca di Mamiano di Traversetolo. Arrivano dal Museé di Grenoble per raccontare al pubblico italiano gli stretti legami tra pittura e disegno nell’opera di Modigliani e ricostruire le ricerche che portarono l’artista livornese a elaborare un inconfondibile linguaggio individuando proprio nel ritratto il suo genere elettivo. 

Tra le opere più attese figura l’olio su tela Femme au col blanc del 1917, raffigurante Lunia Czechowska, moglie di Leopold Zborowski, che di Modì fu amico, mercante e mecenate, presente anche nei giorni più bui. Attorno al dipinto si dispongono cinque ritratti a matita di personaggi ben noti nella Parigi di inizio secolo, come il poeta, critico e giornalista belga Paul Dermée, vicino ai Surrealisti. Capolavori della pittura francese a cavallo tra Ottocento e Novecento tracciano poi il contesto di un’epoca ricca di fermenti e di novità, dai maestri impressionisti Renoir e Monet all’avanguardia ruggente di Matisse e Braque, fino all’italiano Severini, anche lui di stanza a Parigi. 


Amedeo Modigliani, Ritratto di uomo, 1915 circa. Matita su carta I Musée de Grenoble

Per mettere a punto il suo stile, tuttavia, Modigliani scelse di guardare lontano nello spazio e nel tempo. Oltre l’originale resa dei volumi di Cézanne, tra le sue fonti di ispirazione troviamo le maschere africane provenienti dalle colonie, che colpivano la fantasia di artisti e curiosi nelle esposizioni universali o nelle sale del decadente Musée du Trocadéro, così come i dipinti del Trecento e del Quattrocento senese, o la rinascimentale Madonna dal collo lungo del Parmigianino, che con le sue forme eleganti e affusolate anticipa un carattere distintivo delle figure di Modì. A Parma ne ammireremo esempi selezionati per ricostruire le ricerche e i processi creativi dell’artista, che seppe fondere sulla tela spunti di epoche e mondi agli antipodi, il tocco grafico del disegno e la plasticità della scultura. Come Modigliani carpisse i segreti dell’anima, invece, nessuna mostra potrà mai spiegarlo.

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