Dal 5 maggio al 5 novembre in quattro sedi espositive

Pisa, capitale della ceramica

Un bacino ceramico con motivi marini, parte della mostra Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee. <span style="
 

Samantha De Martin

02/05/2018

Pisa - In principio furono le “maioliche”, i manufatti che devono il loro nome alla provenienza dall’Isola di Maiorca, realizzati, con le loro coperture in vetro colorato, prevalentemente per contenere alimenti.
Acquisite le tecniche, all’inizio del Duecento furono i ceramisti pisani - primi in Toscana e tra i primi in Italia - ad avviare un’eccellente produzione di ceramica decorata, superando addirittura i “maestri” spagnoli e cominciando ad esportare in tutto il bacino del Mediterraneo.
Questa celebre produzione, rinnovatasi nel corso dei secoli per poi espandersi durante l’Ottocento, fino a conquistare l’Europa e le Americhe, sarà al centro di un interessante progetto proprio nella città che fu un tempo un’importante repubblica marinara. Da San Michele degli Scalzi a Palazzo Blu, dalla camera di Commercio al Museo Nazionale di San Matteo, dieci secoli di storia, tra artigianato, commerci e trasformazioni culturali, corrono tra le colorate forme e le preziose decorazioni dell’arte della ceramica. Pisa città della ceramica. Mille anni di economia e d’arte, dalle importazioni mediterranee alle creazioni contemporanee è infatti il titolo della più importante esposizione su questo tema mai realizzata in Italia, che trasformerà per sei mesi la città della torre pendente in uno scrigno di tradizione e storia, con oltre 500 pezzi in mostra.

Dal 5 maggio al 5 novembre, tra percorsi guidati alla scoperta di inediti palazzi, chiese decorate da bacini ceramici, esempi di archeologia industriale e ceramisti ancora in attività, il progetto realizzato dalla Società Storica Pisana sarà un invito a rileggere un intero territorio, autentica avanguardia in questa tecnica destinata a cambiare le abitudini dell’Occidente, a partire dalla tavola, per diventare un settore trainante per l’economia.

Il percorso, che non perde di vista l’importante contributo della tecnologia, si avvarrà anche di un sito web fruibile da smartphone, con mappe che consentono di costruire in autonomia il proprio itinerario di visita.
Inoltre, per tutta la durata della mostra, i visitatori avranno la possibilità di partecipare a una serie di “percorsi della ceramica” in città e negli immediati dintorni, alla scoperta di chiese e di edifici del primo Novecento impreziositi da elementi ceramici.

Il primo appuntamento è in programma per sabato 5 maggio nelle sedi di San Michele degli Scalzi, Palazzo Blu e del Museo Nazionale di San Matteo, con l’inaugurazione ufficiale e la presentazione della nuova edizione del Liber Maiorchinus de gestis Pisanorum illustribus, una delle opere letterarie più importanti del Medioevo pisano, composto all’indomani dell’impresa balearica, a sottolineare i profondi legami della produzione ceramica pisana del Duecento con gli ambienti islamici di area spagnola.

Al Museo Nazionale di San Matteo sarà riallestita per l’occasione la sala espositiva dei “bacini ceramici”, mentre Palazzo Blu accoglierà un percorso dedicato alle più antiche ceramiche medievali provenienti da scavi recenti praticati in zona.
Per l’esposizione alla Camera di Commercio - che ospiterà una sezione dedicata alle produzioni tardo ottocentesche e novecentesche, sfoggiando una serie di oggetti di uso quotidiano, dalle pipe alle lampade - bisognerà invece attendere venerdì 1° giugno.
Ma il cuore della mostra rimane il Centro Espositivo San Michele degli Scalzi, adiacente ai resti dell’ultimo baluardo della produzione in città, la fabbrica della Richard Ginori. L’allestimento - che ripercorre la storia di una produzione manifatturiera e artistica che ha caratterizzato Pisa e il suo territorio a livello nazionale e internazionale dal primo medioevo sino al XX secolo - si snoda tra i locali intorno all’antico chiostro, con vista sul campanile decorato dai bacini ceramici.
Postazioni tattili, video e gigantografie d’impatto consentiranno ai visitatori di approfondire le tecniche utilizzate prima dell’anno Mille, l’espansione del settore lungo l’Arno e, in seguito, sulle rotte del Mediterraneo, fino all’età industriale.
La capillarità delle produzioni ceramiche locali ha permesso di dar vita a un percorso ideale lungo le sponde dell’Arno, che a partire da Vicopisano - con le produzioni di San Giovanni alla Vena - si snoda attraverso le realtà artigianali che caratterizzano le tradizioni di Calcinaia, Pontedera, Montopoli in Valdarno, S. Maria a Monte, Castelfranco di Sotto, per arrivare fino a S. Miniato e Fucecchio, luoghi che ospiteranno allestimenti ed eventi paralleli alla mostra.

«Questo percorso - spiega Monica Baldassarri, curatrice del progetto - ricostruisce il quadro corale di una dimensione produttiva, sociale e anche artistica che, attraverso varie fasi storiche, ha coinvolto centinaia di uomini e donne, comprendendo opere all’avanguardia per tecnica e iconografia, destinate alle élites cittadine, italiane ed europee, e prodotti più seriali che sono stati fabbricati ‘in massa’ e distribuiti capillarmente, costituendo un settore economico importante per Pisa e per tutta la Toscana».


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