Fino al 30 luglio nel centro pistoiese
La Madonna del Baldacchino di Raffaello torna nel Duomo di Pescia dopo 300 anni
 
										
										 
										
										
																		
																									Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, 1506-1508, Olio su tela, 248 x 216 cm (dimensioni originali della tavola) – 280 x 216 cm (con l’ampliamento del 1697) | Courtesy Gallerie degli Uffizi
															
							Samantha De Martin
09/05/2023
							Pistoia -  Era rimasta nel Duomo di Pescia fino al 1697, quando il Gran Principe Ferdinando de’ Medici la volle di nuovo nella sua reggia. Così la Madonna del Baldacchino, grande pala d’altare realizzata da Raffaello nei primi anni del Cinquecento, acquisita dopo la sua morte dall’amico Baldassarre Turini, aveva lasciato il comune in provincia di Pistoia alla fine del Seicento per puntare verso Palazzo Pitti e trovare posto all’interno della Galleria Palatina. 
Lo spostamento scatenò violente reazioni da parte dei pesciatini, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che per poterla trasportare a Firenze fu necessario spostare la pala nottetempo, sostituendola con una copia. Grazie a un progetto speciale messo in campo dalle Gallerie nell’ambito dell’iniziativa Uffizi diffusi, insieme alla locale Diocesi e alla Fondazione Caript, fino al 30 luglio il dipinto sarà di nuovo esposto nel luogo di culto che lo accolse per oltre centocinquant’anni.
 
 
La Madonna del Baldacchino di Raffaello esposta nel Duomo di Pescia | Courtesy Gallerie degli Uffizi
Nella Cattedrale della città toscana la pala - l’unica, ad oggi nota, fra quelle di grandi dimensioni e di destinazione pubblica appartenenti al periodo fiorentino di Raffaello - dialoga con la sua copia commissionata al pittore fiorentino Pier Dandini, alla fine del XVII secolo, proprio per sostituirla al momento del suo ritorno a Firenze. Così, dopo oltre trecentoventi anni, la Madonna del Baldacchino si riaffaccia per la prima volta a Pescia grazie a un’ambiziosa operazione sostenuta dalla Fondazione Caript nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi. In vista della sua trasferta, l’opera è stata sottoposta a un leggerissimo intervento di consolidamento nella porzione più alta del supporto ligneo e ad accurate indagini diagnostiche da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che ne hanno determinato lo stato di salute.

Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, Dettaglio, 1506-1508, Olio su tela, 248 x 216 cm (dimensioni originali della tavola) – 280 x 216 cm (con l’ampliamento del 1697) | Courtesy Gallerie degli Uffizi
Della sua storia sappiamo molto grazie alla testimonianza di Giorgio Vasari che ricorda come tra il 1506 e il 1508 Raffaello avesse ricevuto la commissione del dipinto dalla famiglia Dei, titolare di una cappella nella chiesa di fiorentina di Santo Spirito. Ma in questa chiesa l’opera non sarebbe mai entrata. Chiamato a Roma nell’autunno del 1508 da papa Giulio II che gli affidò la decorazione dei suo appartamenti in Vaticano, Raffaello lasciò incompiuta la pala per i Dei. L'opera fu rimpiazzata nel 1522 dalla Sacra Conversazione di Rosso Fiorentino. Dopo la morte di Raffaello (o forse anche prima), la Madonna del Baldacchino fu acquistata da Baldassarre Turini, potente segretario di Leone X, grande amico di Sanzio di cui fu pure esecutore testamentario, rampollo di una delle famiglie più in vista di Pescia, che la destinò alla cappella della sua famiglia nella Cattedrale della sua città natale. Qui rimase fino al 1697. La storia successiva la conosciamo.
Il restauro effettuato nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991 e le recenti indagini effettuate dallo stesso istituto in occasione dell’iniziativa hanno stabilito che la pittura ha gradi diversi di avanzamento nell’esecuzione, ma in nessun punto è completa del tutto, confermando così l’antica testimonianza di Vasari.
 
 
Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, Dettaglio, 1506-1508, Olio su tela, 248 x 216 cm (dimensioni originali della tavola) – 280 x 216 cm (con l’ampliamento del 1697) | Courtesy Gallerie degli Uffizi
“Il criterio principale del progetto Uffizi diffusi - commenta il direttore delle Gallerie Uffizi Eike Schmidt - è la ricostruzione del tessuto storico e delle vicende artistiche nei vari centri in cui si espongono le opere. Certamente portare la Madonna del Baldacchino di Raffaello a Pescia è un’operazione di peso eccezionale, che non solo vuole ricordare l’arredo originale del Duomo, ma per giunta mette in risalto anche la figura di un pesciatino importante quale fu Baldassarre Turini”.
La mostra sarà accessibile tutti i giorni dalle 10 alle 20. L’ingresso alla Cappella Turini sarà consentito ad un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è consigliata e può essere effettuata accedendo al sito www.madonnadelbaldacchino.it.
						
					Lo spostamento scatenò violente reazioni da parte dei pesciatini, profondamente legati al culto della Vergine e al quadro di Raffaello, tanto che per poterla trasportare a Firenze fu necessario spostare la pala nottetempo, sostituendola con una copia. Grazie a un progetto speciale messo in campo dalle Gallerie nell’ambito dell’iniziativa Uffizi diffusi, insieme alla locale Diocesi e alla Fondazione Caript, fino al 30 luglio il dipinto sarà di nuovo esposto nel luogo di culto che lo accolse per oltre centocinquant’anni.
 
 La Madonna del Baldacchino di Raffaello esposta nel Duomo di Pescia | Courtesy Gallerie degli Uffizi
Nella Cattedrale della città toscana la pala - l’unica, ad oggi nota, fra quelle di grandi dimensioni e di destinazione pubblica appartenenti al periodo fiorentino di Raffaello - dialoga con la sua copia commissionata al pittore fiorentino Pier Dandini, alla fine del XVII secolo, proprio per sostituirla al momento del suo ritorno a Firenze. Così, dopo oltre trecentoventi anni, la Madonna del Baldacchino si riaffaccia per la prima volta a Pescia grazie a un’ambiziosa operazione sostenuta dalla Fondazione Caript nell’ambito del programma degli Uffizi Diffusi. In vista della sua trasferta, l’opera è stata sottoposta a un leggerissimo intervento di consolidamento nella porzione più alta del supporto ligneo e ad accurate indagini diagnostiche da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze che ne hanno determinato lo stato di salute.

Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, Dettaglio, 1506-1508, Olio su tela, 248 x 216 cm (dimensioni originali della tavola) – 280 x 216 cm (con l’ampliamento del 1697) | Courtesy Gallerie degli Uffizi
Della sua storia sappiamo molto grazie alla testimonianza di Giorgio Vasari che ricorda come tra il 1506 e il 1508 Raffaello avesse ricevuto la commissione del dipinto dalla famiglia Dei, titolare di una cappella nella chiesa di fiorentina di Santo Spirito. Ma in questa chiesa l’opera non sarebbe mai entrata. Chiamato a Roma nell’autunno del 1508 da papa Giulio II che gli affidò la decorazione dei suo appartamenti in Vaticano, Raffaello lasciò incompiuta la pala per i Dei. L'opera fu rimpiazzata nel 1522 dalla Sacra Conversazione di Rosso Fiorentino. Dopo la morte di Raffaello (o forse anche prima), la Madonna del Baldacchino fu acquistata da Baldassarre Turini, potente segretario di Leone X, grande amico di Sanzio di cui fu pure esecutore testamentario, rampollo di una delle famiglie più in vista di Pescia, che la destinò alla cappella della sua famiglia nella Cattedrale della sua città natale. Qui rimase fino al 1697. La storia successiva la conosciamo.
Il restauro effettuato nei laboratori dell’Opificio delle Pietre Dure tra il 1987 e il 1991 e le recenti indagini effettuate dallo stesso istituto in occasione dell’iniziativa hanno stabilito che la pittura ha gradi diversi di avanzamento nell’esecuzione, ma in nessun punto è completa del tutto, confermando così l’antica testimonianza di Vasari.
 
 Raffaello Sanzio, Madonna del Baldacchino, Dettaglio, 1506-1508, Olio su tela, 248 x 216 cm (dimensioni originali della tavola) – 280 x 216 cm (con l’ampliamento del 1697) | Courtesy Gallerie degli Uffizi
“Il criterio principale del progetto Uffizi diffusi - commenta il direttore delle Gallerie Uffizi Eike Schmidt - è la ricostruzione del tessuto storico e delle vicende artistiche nei vari centri in cui si espongono le opere. Certamente portare la Madonna del Baldacchino di Raffaello a Pescia è un’operazione di peso eccezionale, che non solo vuole ricordare l’arredo originale del Duomo, ma per giunta mette in risalto anche la figura di un pesciatino importante quale fu Baldassarre Turini”.
La mostra sarà accessibile tutti i giorni dalle 10 alle 20. L’ingresso alla Cappella Turini sarà consentito ad un massimo di 20 persone ogni 20 minuti. La prenotazione è consigliata e può essere effettuata accedendo al sito www.madonnadelbaldacchino.it.
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