A Palazzo Cipolla dal 17 ottobre al 1° febbraio 

Tra avanguardia e tradizione. Inaugurata a Roma la grande mostra su Dalì

Salvador Dalí, Autoritratto con collo di Raffaello, 1921 circa Salvador Dalì, Fundaciò Gala - Salvador Dalì
 

Francesca Grego

16/10/2025

Roma - Una delle mostre più attese dell’autunno romano invita a guardare con nuovi occhi un’icona del Novecento. Parliamo di Dalì. Rivoluzione e tradizione, inaugurata oggi a Palazzo Cipolla - Museo del Corso con oltre 60 opere scelte per rappresentare l’universo visionario di Salvador Dalì. Realizzata in collaborazione con con la Fundaciò Gala-Salvador Dalì di Figueres e con il patrocinio dall’Ambasciata di Spagna, il progetto racconta la tensione tra passato e futuro, tra avanguardia e studio dell’antico che caratterizza la ricerca del vulcanico artista catalano, sospeso tra il desiderio di sovvertire e il bisogno di radicarsi nella grande pittura europea.

Cuore del percorso curato da Carme Ruiz Gonzàlez e Lucia Moni, con la direzione scientifica di Montse Aguer, è il confronto tra Dalì e tre pilastri della tradizione europea, Diego Velàsquez, Jan Vermeer e Raffaello, punti di riferimento costanti nel corso di tutta la sua carriera, a cui si aggiunge la figura di Pablo Picasso, il rivale per eccellenza, con cui Dalì intrattenne un rapporto intenso e ambivalente. A illustrarlo in mostra sono dipinti e disegni arrivati dalla Fundaciò Gala-Salvador Dalì, nonché da musei come il Reina Sofìa e il Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Museu Picasso di Barcellona, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, oltre a una selezione di documenti audiovisivi e fotografie, tra cui spiccano gli scatti di Francesc Català Roca e Juan Gyenes. 

“La mostra approfondisce l’evoluzione dell’opera e del pensiero di Dalì, ci apre nuove strade per comprendere meglio la sua creazione e ci avvicina a un pittore universalmente riconosciuto che, allo stesso tempo, necessita di essere analizzato con maggiore profondità e da nuovi punti di vista”, spiega la direttrice dei Musei Dalì Montse Aguer. 


Salvador Dalì, Maximum Speed of Raphael's Madonna © Salvador Dalì, Fundaciò Gala - Salvador Dalì, Figueres

Un racconto in quattro tempi ricostruisce lo sviluppo dell’arte di Dalì, soffermandosi sulla dialettica tra tradizione e rivoluzione che la percorre per intero. Negli anni della giovinezza l’artista accoglie con entusiasmo la spinta innovatrice delle avanguardie - Cubismo, Dadaismo, Surrealismo - assimilando e rielaborando in modo personale i linguaggi più radicali del suo tempo. Nel 1926 l’incontro con Pablo Picasso segna una svolta: Picasso diventa per lui un modello e un antagonista, lo specchio in cui misurare la propria grandezza. Nasce qui il celebre “metodo paranoico-critico”, con cui Dalí dà forma visiva ai pensieri irrazionali, generando le immagini doppie e ambigue per cui diviene famoso. Opere emblematiche Tavolo di fronte al mare. Omaggio a Erik Satie o Figure distese sulla sabbia illustrano le suggestioni dell’avanguardia a Palazzo Cipolla. 

Ma proprio mentre la sua fama cresce come surrealista, Dalí decide di “diventare classico”. Non è un ritorno nostalgico, bensì una nuova sfida, che lo porta a studiare con rigore i grandi maestri europei e a farne i pilastri di una riflessione teorica che culmina nel trattato 50 segreti magici per dipingere (1948), le cui illustrazioni sono esposte per la prima volta in Italia in questa mostra. Con Velázquez - che ispira anche i suoi celebri baffi - Dalì esplora lo spazio, la luce e l’aria come materia pittorica: nel dipinto La Perla. L’infanta Margarita d’Austria secondo Velázquez  rilegge giocosamente Las Meninas, capolavoro del pittore seicentesco che lo ossessiona letteralmente.   


Salvador Dalì, Elementi enigmatici in un paesaggio, 1939. Olio su tavola © Salvador Dalì, Fundaciò Gala-Salvador Dalì, Roma, 2025

Con Vermeer, maestro della calma e della precisione, il pittore scopre nella Merlettaia la spirale logaritmica, chiave della sua “mistica nucleare” che fonde scienza moderna e spiritualità. Alla perfezione matematica e cosmica di questo dipinto il genio catalano associa il corno del rinoceronte, un simbolo ricorrente nella sua opera. 

Con Raffaello Dalì dialoga sui temi dell’equilibrio e dell’armonia, rileggendone i soggetti sacri con geometrie atomiche e figure scomposte in particelle, mentre il Rinascimento si mescola alla fisica contemporanea. Se già in giovinezza si era identificato nel maestro urbinate dipingendo l’Autoritratto con il collo di Raffaello (1921), negli anni Settanta Dalì rielabora gli affreschi delle Stanze Vaticane in un’opera stereoscopica, La scuola di Atene / El incendio del Borgo

Incontri e conferenze sui temi della mostra accompagneranno Dalì. Rivoluzione e tradizione, in corso fino al 1° febbraio 2026. In occasione della ventesima Festa del Cinema di Roma, inoltre, la rassegna cinematografica Risonanze presenterà a Palazzo Sciarra Colonna un ciclo di proiezioni cinematografiche curate dalla Fundació Gala-Salvador Dalí (21 e 24 ottobre). Rari documentari e materiali d’archivio esploreranno il rapporto dell’artista con i linguaggi del cinema, da lui vissuto come regista, scenografo e attore, nonché come stimolante terreno di sperimentazione visiva. 


Salvador Dalì amb ells llibres. Fundaciò Gala - Salvador Dalì, Figueres