Il patrimonio sotto le macerie del terremoto
Tratto in salvo l'archivio storico di Amatrice
L.S.
06/09/2016
Rieti - Dopo i recuperi condotti con successo delle opere custodite nel Museo Civico Cola Filotesio e dell'estratto dall'originale della Sacra Sindone conservato presso la chiesa di San Francesco di Borgo ad Arquata del Tronto, le squadre del Mibact - con l'assistenza dei restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario e l'aiuto dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e di uomini e mezzi del Corpo Forestale dello Stato -, si sono dedicati al salvataggio dell'archivio storico del Comune di Amatrice.
L'azione ha consentito la sopravvivenza di 774 faldoni e 318 registri per un totale di 7871 fascicoli. Tra i documenti è racchiusa la memoria storica del comune più colpito dal sisma a partire dal XVIII, dopo i terremoti del 1639 e del 1703 che dispersero la documentazione precedente. Particolarmente rilevanti sono i preziosi registri dello stato civile napoleonico e il catasto murattiano, oltre le carte riguardanti i progetti di miglioramento del corso Umberto I, che fissato in molte immagini oggi restituisce la misura drammatica della devastazione.
Il materiale tratto tempestivamente in salvo csarà ora trasferito presso l’Archivio di Stato di Rieti dove verrà ricondizionato e, dove necessario, restaurato.
Per approfondimenti:
293 beni culturali colpiti. I primi bilanci dopo il sisma
Una mostra itinerante su Cola dell'Amatrice come auspicio di rinascita
L'azione ha consentito la sopravvivenza di 774 faldoni e 318 registri per un totale di 7871 fascicoli. Tra i documenti è racchiusa la memoria storica del comune più colpito dal sisma a partire dal XVIII, dopo i terremoti del 1639 e del 1703 che dispersero la documentazione precedente. Particolarmente rilevanti sono i preziosi registri dello stato civile napoleonico e il catasto murattiano, oltre le carte riguardanti i progetti di miglioramento del corso Umberto I, che fissato in molte immagini oggi restituisce la misura drammatica della devastazione.
Il materiale tratto tempestivamente in salvo csarà ora trasferito presso l’Archivio di Stato di Rieti dove verrà ricondizionato e, dove necessario, restaurato.
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