Dal 1° marzo al 16 giugno al Museo di Roma a Palazzo Braschi
A Roma una mostra racconta l'uomo e il politico Giacomo Matteotti
Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della democrazia, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
Samantha De Martin
29/02/2024
Roma - C’è l’album di famiglia e ci sono gli appunti autografi per la tesi di laurea, l’atto di matrimonio, e poi i filmati, i documentari, i brani musicali che raccontano il politico e l’uomo Giacomo Matteotti.
Dall’impegno in Polesine (terra d’origine) a favore di braccianti e mezzadri, alla perdurante residenza del mito nell’immaginario collettivo (“Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore” diceva) la vita del leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu) si racconta attraverso una mostra nel centenario della sua scomparsa.
Un percorso in quattro sezioni promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Mauro Canali con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia, ripercorre, dal 1° marzo al 16 giugno al Museo di Roma a Palazzo Braschi, la storia del tenace e incorruttibile avversario del fascismo. Un esempio il suo, animato da un solido imperativo morale e da un forte slancio civile che ancora oggi interroga la vita politica e culturale.
Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della democrazia, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
Avvalendosi di prestiti dalla Fondazione Pietro Nenni, Archivio di Stato di Roma, Archivio Centrale dello Stato, Archivio Storico della Camera dei Deputati, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia dei Concordi, Archivio Marco Steiner, la rassegna abbraccia documenti originali, come gli atti istruttori e giudiziari, mai mostrati in precedenza, accanto a fotografie, manoscritti, libri d’epoca, sculture, ceramiche e due quadri di Giacomo Balla.
La carriera accademica, l’attività pubblicistica per “La Lotta”, l’adesione al Partito Socialista lasciano il posto all’mpegno politico nazionale dal 1919 al 1924, con l’attività parlamentare, l’azione politica contro il fascismo e gli squadristi, intesi quale “guardia bianca” degli interessi agrari e dei “collaborazionisti”, in seno al neonato Psu di cui è segretario.
Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della democrazia, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
La sezione Sequestro e morte 1924-1926 include invece il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro di cui fu vittima il 10 giugno 1924 a Roma e all’assassinio con al ritrovamento del cadavere il 16 agosto e il processo-farsa di Chieti.
Corredata dal catalogo edito da Treccani, l'esposizione vuole restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia per far conoscere alle nuove generazioni, attraverso un ampio apparato multimediale, un grande politico e intellettuale.
Leggi anche:
• Giacomo Matteotti. Vita e morte di un padre della democrazia
Dall’impegno in Polesine (terra d’origine) a favore di braccianti e mezzadri, alla perdurante residenza del mito nell’immaginario collettivo (“Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai… La mia idea non muore” diceva) la vita del leader socialista, deputato e segretario del Partito Socialista Unitario (Psu) si racconta attraverso una mostra nel centenario della sua scomparsa.
Un percorso in quattro sezioni promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Mauro Canali con la direzione e il coordinamento generale di Alessandro Nicosia, ripercorre, dal 1° marzo al 16 giugno al Museo di Roma a Palazzo Braschi, la storia del tenace e incorruttibile avversario del fascismo. Un esempio il suo, animato da un solido imperativo morale e da un forte slancio civile che ancora oggi interroga la vita politica e culturale.
Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della democrazia, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
Avvalendosi di prestiti dalla Fondazione Pietro Nenni, Archivio di Stato di Roma, Archivio Centrale dello Stato, Archivio Storico della Camera dei Deputati, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Accademia dei Concordi, Archivio Marco Steiner, la rassegna abbraccia documenti originali, come gli atti istruttori e giudiziari, mai mostrati in precedenza, accanto a fotografie, manoscritti, libri d’epoca, sculture, ceramiche e due quadri di Giacomo Balla.
La carriera accademica, l’attività pubblicistica per “La Lotta”, l’adesione al Partito Socialista lasciano il posto all’mpegno politico nazionale dal 1919 al 1924, con l’attività parlamentare, l’azione politica contro il fascismo e gli squadristi, intesi quale “guardia bianca” degli interessi agrari e dei “collaborazionisti”, in seno al neonato Psu di cui è segretario.
Giacomo Matteotti, Vita e morte di un padre della democrazia, Allestimento | Foto: © Marino Festuccia
La sezione Sequestro e morte 1924-1926 include invece il celebre discorso del 30 maggio 1924 in Parlamento contro i brogli e le violenze dei fascisti, fino al sequestro di cui fu vittima il 10 giugno 1924 a Roma e all’assassinio con al ritrovamento del cadavere il 16 agosto e il processo-farsa di Chieti.
Corredata dal catalogo edito da Treccani, l'esposizione vuole restituire al grande pubblico il valore di uno dei padri della nostra democrazia per far conoscere alle nuove generazioni, attraverso un ampio apparato multimediale, un grande politico e intellettuale.
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