Alla GNAM dal 10 ottobre al 28 gennaio

Atmosfere italiane e colori brillanti: Konrad Mägi per la prima volta a Roma

Konrad Mägi, Motivo romano, 1921-1922, olio su tela. 66,8 x 53,6 cm. Museo nazionale d’arte, Estonia
 

Samantha De Martin

11/10/2017

Roma - Si descriveva come un “nano soffocato dalla solitudine”, eppure il suo pennello - come uno strale in grado di esorcizzare la paura scaturita dal trascorrere del tempo e dal dissolversi della bellezza - puntava sul colore per tessere quadri che trasmettessero allegria, positività, eleganza.
Irrequieto, eccentrico, costantemente alla ricerca di un equilibrio, seppur precario, Konrad Mägi è al centro di un’ampia mostra, la prima in Europa di questa portata, che presenta alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, fino al 28 gennaio, le potenti tele, i paesaggi, i boschi brillanti di uno dei maggiori artisti del Novecento estone, che con la magia dei suoi colori si è guadagnato un posto di riguardo nel fatidico ventennio intorno alla prima Guerra mondiale.

Sono i paesaggi, i prati, le acque, interpretati come potente sintesi di potenza e bellezza, a scatenare nell’instabile fondatore della Scuola d’Arte di Pallas quella pittura elegante, attenta alle forme, che acquista vigore negli affascinanti ritratti.

C’è il Lago di Kasaritsa con i suoi riflessi e c’è Venezia con le gondole sospese sullla laguna brillante, c’è un Motivo romano, e ancora il Paesaggio con nuvola rossa a incatenare lo spettatore con l’ipnotica carica sprigionata dal colore.

Il pretesto istituzionale dell’esposizione è l’avvio del semestre di presidenza estone dell’Europa, in occasione del quale l’Eesti Kunstimuuseum, il Museo estone d’arte di Tallinn, e l’Ambasciata dell’Estonia in Italia promuovono questa interessante panoramica su un artista singolare per le sue vicende personali e per la sua pittura.
Il fine artistico è quello di presentare al pubblico un uomo complesso, difficile da collocare pienamente negli “ismi” dei suoi anni. Con il suo personalissimo approccio alla pittura e all’arte - con la quale si misura per meno di un ventennio, a partire dal 1906 quando, abbandonata la scuola a San Pietroburgo si rifugia alle Isole Åland prima di soggiornare a Parigi, in Normandia e, ancora, in Norvegia - Konrad Mägi si confronta, infatti, con diversi movimenti senza tuttavia aderire a nessuno in particolare. Allo stesso tempo non si fossilizza, pur amandola, sulla tradizione artistica estone.

Dei suoi spostamenti, tra Venezia, Roma, Capri, resta traccia in numerose opere, così come resta traccia di quella luce del Mediterraneo che lo cattura senza tuttavia sottrarlo del tutto a quella complessa vicenda umana dal costante e difficile equilibrio.

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