In mostra a Roma fino all’8 marzo

Giorgione e il ritratto, da Budapest a Palazzo Barberini

Giorgione da Budapest a Roma, Palazzo Barberini. Foto Alberto Novelli e Alessio Panunzi
 

Francesca Grego

05/12/2025

Roma - Dopo Caravaggio, un altro ospite prestigioso approda nelle sale di Palazzo Barberini: si tratta di Giorgione, enigmatico e influente maestro del Rinascimento veneto, protagonista di un prezioso focus presso le Gallerie Nazionali di Arte Antica fino al prossimo 8 marzo. Cuore del progetto è il celebre Ritratto di giovane, noto anche come Ritratto di Antonio Brocardo, giunto a Roma dallo Szépmüvészeti Múzeum - Museo di Belle Arti di Budapest con l’alone di mistero che spesso circonda le opere dell’artista. Sono numerose, infatti, le domande ancora senza risposta su questo dipinto, realizzato a Venezia probabilmente intorno al 1503 ed entrato nelle raccolte del museo ungherese nel 1836 grazie a una donazione dell’arcivescovo János László Pyrker: le incertezze riguardano la datazione, l’identità del soggetto rappresentato e gli stessi significati del quadro. Oltre a offrire la ghiotta occasione di ammirare un dipinto che raramente lascia la sua sede, la mostra romana invita ad approfondire la conoscenza di Giorgione - le cui opere sopravvissute sono davvero molto poche - in relazione a uno dei generi che lo condussero ai vertici dell’arte del suo tempo, il ritratto.


Giorgione da Budapest a Roma, Palazzo Barberini. Foto Alberto Novelli e Alessio Panunzi I Courtesy Gallerie Nazionali d'Arte Antica

A Palazzo Barberini il Ritratto di giovane dialoga con un altro importante capolavoro dello stesso autore, il Doppio ritratto conservato a Palazzo Venezia, portando alla luce i caratteri innovativi della ritrattistica del pittore veneziano. Il confronto si apre poi alle opere della collezione permanente delle Gallerie Nazionali d’Arte Antica. Maestro di Tiziano - a sua volta gettonatissimo ritrattista - qui Giorgione incontra i grandi del Rinascimento in una conversazione che tocca diversi temi: dal ritratto virile di ruolo, con Angelo Bronzino, Bartolomeo Veneto o Metsys, al ritratto di stato, rappresentato da Hans Holbein, fino al filone sentimentale ed erotico - inaugurato proprio da Giorgione - che a Palazzo Barberini trova un esempio magistrale nella Fornarina di Raffaello.

Mentre il pubblico assaporerà lo spettacolo della mostra, gli studiosi torneranno a interrogarsi sugli enigmi del maestro veneto: nei prossimi mesi una giornata di studi dedicata affronterà nella cornice di Palazzo Barberini questioni formali, estetiche e iconografiche ancora aperte, offrendo nuove chiavi interpretative anche alle opere esposte.    

           
Giorgione da Budapest a Roma, Palazzo Barberini. Foto Alberto Novelli e Alessio Panunzi I Courtesy Gallerie Nazionali d'Arte Antica