Un’americana a Roma: Sara VanDerBeek reinterpreta il mito della Città Eterna

Sara VanDerBeek, Scuderie di Palazzo Ruspoli - Fondazione Memmo, Roma
 

11/11/2012

Roma - “La mostra che ho ideato per la Fondazione Memmo è il frutto della mia visita a Roma durante l’estate 2012. Mi auguro che la mia esposizione abbia la capacità di tradurre le continue transizioni che sono avvenute in maniera così drammatica a Roma…" Nell’esposizione saranno incluse un insieme di fotografie con un focus sulle superfici e sugli spazi che risuonano della presenza e di attività umane ma che risultano astratte per la messa a fuoco molto vicina della macchina fotografica... Sia le sculture che le immagini esplorano il mio interesse nel continuum visivo della nostra esistenza”.
 
La Fondazione Memmo, che dal 1990 dedica mostre all’arte antica, si presenta ora al pubblico con un nuovo programma espositivo interamente dedicato all’arte contemporanea, promosso da Fabiana Marenghi Vaselli e Anna d’Amelio che inaugurano questa nuova sezione con la mostra curata da Cloè Perrone e dedicata all'artista americana emergente Sara VanDerBeek, che arriva per la prima volta in Italia e  realizza per la storica sede della Fondazione, le Scuderie di Palazzo Ruspoli, un lavoro site specific interamente dedicato alla città di Roma.
 
E proprio qui, in questo suo esordio italiano, il modo di esprimersi della giovane artista trova una sua importante evoluzione. Nel primo periodo della sua ricerca creativa, le opere di Sara VanDerBeek nascevano, infatti, dalla lavorazione in studio di piccole sculture con oggetti trovati per caso, che una volta fotografate venivano distrutte; in questo modo l’artista intendeva studiare i processi di appropriazione e riproducibilità, di cui le fotografie rimanevano come unica testimonianza. All’opposto, ora,  Sara VanDerBeek inserisce nello spazio espositivo sia sculture che foto ispirate dall’osservazione dei reperti archeologici di Roma, facendole dialogare tra loro, in un continuum tra storia e memoria.
 
N.S.




 


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