La Virgo Lactans verrà esposta nella Cripta sotto il Duomo dal 1° dicembre al 31 gennaio
La Madonna del Latte di Lorenzetti in mostra a Siena
Madonna del Latte, Ambrogio Lorenzetti
Ludovica Sanfelice
27/11/2013
Siena - La Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti, dipinto custodito nel Museo Diocesano di Arte Sacra dell’Oratorio di San Bernardino, nel periodo delle feste natalizie, dal 1° dicembre al 31 gennaio 2014, verrà eccezionalmente esposto all’interno della Cripta sotto il Duomo di Siena.
La mostra nasce dall’intenzione di valorizzare una tavola considerata tra i capolavori della pittura europea del Trecento e si presenta come un’occasione per approfondire il tema della rappresentazione della “sacralità umanizzata”.
L’immagine della Virgo Lactans, ritratta a seno scoperto nel gesto di allattare il figlio o distillare gocce di latte nella bocca di un Santo o di altre figure legate alla religione, si diffuse nell’iconografia cristiana a partire dall’XIII secolo in particolare in Toscana dove perse le caratteristiche stilizzate che la distinguevano a vantaggio di una raffigurazione più realistica proprio intorno al Trecento.
E la tavola del Lorenzetti, attraverso l’abbandono della frontalità tipica delle icone bizantine e l’adozione di un approccio più intimo e materno, è considerata la massima espressione di tale cambiamento che, grazie all’umanizzazione della Vergine, contribuì alla diffusione del culto della Madonna del Latte tra i fedeli, e soprattutto tra le donne.
Questo genere di rappresentazione conobbe il declino dopo il Concilio di Trento, nel 1543, che sancì le posizioni della Chiesa riguardo ad una raffigurazione sconveniente della Vergine secondo la morale dell’epoca, e in alcuni casi spinse persino a ritoccare le opere che la ritraevano a seno scoperto.
La mostra nasce dall’intenzione di valorizzare una tavola considerata tra i capolavori della pittura europea del Trecento e si presenta come un’occasione per approfondire il tema della rappresentazione della “sacralità umanizzata”.
L’immagine della Virgo Lactans, ritratta a seno scoperto nel gesto di allattare il figlio o distillare gocce di latte nella bocca di un Santo o di altre figure legate alla religione, si diffuse nell’iconografia cristiana a partire dall’XIII secolo in particolare in Toscana dove perse le caratteristiche stilizzate che la distinguevano a vantaggio di una raffigurazione più realistica proprio intorno al Trecento.
E la tavola del Lorenzetti, attraverso l’abbandono della frontalità tipica delle icone bizantine e l’adozione di un approccio più intimo e materno, è considerata la massima espressione di tale cambiamento che, grazie all’umanizzazione della Vergine, contribuì alla diffusione del culto della Madonna del Latte tra i fedeli, e soprattutto tra le donne.
Questo genere di rappresentazione conobbe il declino dopo il Concilio di Trento, nel 1543, che sancì le posizioni della Chiesa riguardo ad una raffigurazione sconveniente della Vergine secondo la morale dell’epoca, e in alcuni casi spinse persino a ritoccare le opere che la ritraevano a seno scoperto.
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