Scoperta scultura ellenistica sui fondali di Taranto
Afrodite al bagno nei mari di Puglia

La scultura ellenistica rinvenuta a Capo San Vito
Francesca Grego
26/01/2017
Taranto - Rappresenta una donna che si deterge, la statuetta ritrovata da un sub a 15 metri di profondità sui fondali al largo di Capo San Vito, presso Taranto. Misura circa 80 centimetri e, dalle prime osservazioni, sembra trattarsi di un’immagine della dea Afrodite, risalente al IV secolo a.C. e di fattura magno greca.
La scoperta è avvenuta in circostanze casuali ad opera di un sub, che ha riferito di aver avvistato nella stessa area un vaso e altri probabili reperti archeologici. Partiranno a breve i rilievi e le verifiche da parte della Soprintendenza di Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto.
Non si tratta certo del primo ritrovamento intorno alla Città dei Due Mari, che all’interno del Museo Archeologico MArTA custodisce una delle più vaste collezioni di arte della Magna Grecia: i famosi Ori di Taranto, prodotto della raffinatissima scuola di oreficeria che fiorì nel centro pugliese in età ellenistica, ma anche sculture in pietra tenera e marmo di Paros, ceramiche, corredi funebri e tombe monumentali, oltre a reperti romani e di civiltà autoctone come Dauni, Peuceti e Messapi.
La scoperta è avvenuta in circostanze casuali ad opera di un sub, che ha riferito di aver avvistato nella stessa area un vaso e altri probabili reperti archeologici. Partiranno a breve i rilievi e le verifiche da parte della Soprintendenza di Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto.
Non si tratta certo del primo ritrovamento intorno alla Città dei Due Mari, che all’interno del Museo Archeologico MArTA custodisce una delle più vaste collezioni di arte della Magna Grecia: i famosi Ori di Taranto, prodotto della raffinatissima scuola di oreficeria che fiorì nel centro pugliese in età ellenistica, ma anche sculture in pietra tenera e marmo di Paros, ceramiche, corredi funebri e tombe monumentali, oltre a reperti romani e di civiltà autoctone come Dauni, Peuceti e Messapi.
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