Dal 13 febbraio al 12 aprile
Un'anteprima del museo dell'Impressionismo Russo
L.Sanfelice
19/01/2015
Venezia - Dal 13 febbraio al 12 aprile nelle sale di Palazzo Franchetti a Venezia sarà ospitata una raccolta di cinquanta capolavori dell’Impresionismo Russo. La mostra si presenta come l’anteprima internazionale di un nuovo museo che inaugurerà a Mosca il prossimo autunno per esporre la collezione privata di Boris Mints, businessman proprietario di una fortuna economica che figura alla 1529 posizione della classifica delle persone più ricche del mondo nel 2014, stilata da Forbes.
Il percorso espositivo, curato dalla direttrice dell'istituzione moscovita, Yulia Petrova, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (Csar) dell'Università Ca' Foscari, raggruppa tematicamente i dipinti accostando paesaggi, scene urbane, figure, e mettendo da parte i vincoli cronologici.
Sarà interessante ammirare i frutti di una rivoluzione pittorica che si consolidò in Russia con circa vent’anni di ritardo rispetto al movimento francese e che stabilì una tradizione che proseguì per buona parte del Novecento e giunse con tenacia fino al periodo del disgelo poststaliniano. “Manifesti sotto la pioggia”, opera di Pimenov eletta simbolo della mostra, è datata 1973.
Per tale ragione la mostra veneziana abbraccia un arco temporale molto ampio che dalle prime rielaborazioni dell’arte francese di Konstantin Korovin divenne linguaggio espressivo capace di perdurare con efficacia in un adattamento in chiave contemporanea ben rappresentato da artisti come Vladimir Rogozin e Valerij Kosljacov.
Consulta anche:
Guida d'arte di Venezia
Il percorso espositivo, curato dalla direttrice dell'istituzione moscovita, Yulia Petrova, e da Silvia Burini e Giuseppe Barbieri, responsabili del Centro Studi sulle Arti della Russia (Csar) dell'Università Ca' Foscari, raggruppa tematicamente i dipinti accostando paesaggi, scene urbane, figure, e mettendo da parte i vincoli cronologici.
Sarà interessante ammirare i frutti di una rivoluzione pittorica che si consolidò in Russia con circa vent’anni di ritardo rispetto al movimento francese e che stabilì una tradizione che proseguì per buona parte del Novecento e giunse con tenacia fino al periodo del disgelo poststaliniano. “Manifesti sotto la pioggia”, opera di Pimenov eletta simbolo della mostra, è datata 1973.
Per tale ragione la mostra veneziana abbraccia un arco temporale molto ampio che dalle prime rielaborazioni dell’arte francese di Konstantin Korovin divenne linguaggio espressivo capace di perdurare con efficacia in un adattamento in chiave contemporanea ben rappresentato da artisti come Vladimir Rogozin e Valerij Kosljacov.
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