Dal 13 aprile a Venezia

Un giocoliere alla Collezione Peggy Guggenheim. La grande mostra su Jean Cocteau

Philippe Halsman Jean Cocteau, New York, USA. 1949 © Philippe Halsman / Magnum Photos
 

Francesca Grego

11/04/2024

Venezia - Geniale, vulcanico, trasgressivo, imprevedibile, l’enfant prodige del Novecento francese torna sulla breccia nella prima grande retrospettiva a lui dedicata in Italia. Alla Collezione Peggy Guggenheim dal 13 aprile al 16 settembre, Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere svela gli innumerevoli talenti e l’originalità creativa di uno dei personaggi più influenti del XX secolo attraverso oltre 150 opere: disegni, arazzi, grafiche, fotografie, gioielli, libri, film, documentari, provenienti da prestigiosi musei internazionali e scelti dal curatore Kenneth E. Silver, esperto di Cocteau e storico dell’arte presso la New York University, per restituire il ritratto di un artista che non si lascia ingabbiare in facili definizioni. 


Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere. Foto Matteo De Fina I Courtesy Collezione Peggy Guggenheim

Poeta, romanziere, critico, drammaturgo, Cocteau è stato anche un brillante artista visivo, disegnatore, grafico, muralista, designer di moda, gioielli e tessuti, nonché regista cinematografico. Tra le sue amicizie c’è il gotha delle arti e della cultura europea dell’epoca: Picasso, Apollinaire, Stravinsky, Satie, Diaghilev, Coco Chanel, Edith Piaf. E naturalmente Peggy Guggenheim. “La Collezione Peggy Guggenheim è oggi un luogo particolarmente adatto ad ospitare questa mostra - ha dichiarato la direttrice del museo Karole P.B. Vail - innanzitutto per il rapporto di amicizia che a lungo ha legato Cocteau a Peggy Guggenheim. È proprio con una mostra a lui dedicata, suggerita da Marcel Duchamp, che Peggy inizia la sua carriera artistica nella galleria londinese Guggenheim Jeune, nel 1938. A questo si aggiunge il grande amore che sempre ha unito Cocteau a Venezia, un legame indissolubile nato in occasione della sua prima visita, all’età di 15 anni, che lo porterà regolarmente a visitare Venezia, negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale”. 


Jean Cocteau, Poesia (La Poésie), 1960. Pennarello e pastello su carta, 54 x 37 cm. Bruxelles, Collezione Kontaxopoulos Prokopchuk. Photo © yankont@pt.lu © Adagp/Comité Cocteau, Paris, by SIAE 2024

Il percorso della mostra sviscera ad uno ad uno i principali temi dell’opera di Cocteau - l’eros, la poesia, l’idea del classico nell’arte… - spaziando tra i numerosi linguaggi in cui si è espresso. Una significativa selezione di disegni, per esempio, mette in luce la centralità del desiderio nella sua pratica artistica, così come il rapporto ambivalente che sempre legò Cocteau alle avanguardie del Cubismo, Dadaismo e Surrealismo. 
Accanto ai lavori per la moda e il design, scopriamo i rapporti dell’artista con il mondo del cinema e della pubblicità. In evidenza, l’impatto che la sua arte ha avuto su artisti del calibro di Andy Warhol, Félix Gonzáles-Torres e Pedro Almodóvar. Infine, in mostra troveremo anche La spada d’Accademico di Jean Cocteau (1955) realizzata su suo disegno da Cartier in oro, argento e gemme preziose. Racchiusi in questo oggetto di estrema raffinatezza, si riconoscono il profilo di Orfeo, una sorta di simbolo del Cocteau artista, nonché una lira e una stella, due immagini ricorrenti nella sua opera.  


Jean Cocteau, La paura dona le ali al coraggio (La Peur donnant des ailes au courage), 1938. Grafite, gesso e pastello su cotone, 154,9 x 272,1 cm. Collezione Phoenix Art Museum, Donazione Mr. Cornelius Ruxton Love Jr. © Adagp/Comité Cocteau, Paris, by SIAE 2024

“Credo che questa mostra possa offrire l’opportunità unica di riscoprire l’arte di Cocteau con lo sguardo nuovo di chi vive nel XXI secolo”, ha affermato il curatore Silver questa mattina durante la presentazione del progetto: “La sua sorprendente versatilità artistica, per la quale in vita è stato spesso criticato per essersi dedicato a troppi interessi, ora ci appare un elemento precursore, un modello per quel tipo di fluidità culturale che oggigiorno ci si aspetta dagli artisti contemporanei. Tutto questo, unito alla sua omosessualità più o meno dichiarata e alla sua lotta pubblica contro la dipendenza dall’oppio, lo rendono ancora più attuale”. 


Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere. Foto Matteo De Fina I Courtesy Collezione Peggy Guggenheim

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