Annunciazione

Giovanni da Fiesole

Museo del Prado

 
DESCRIZIONE:
L’Annunciazione è una pala d'altare che fu dipinta da Beato Angelico intorno alla metà degli anni trenta del Quattrocento per il monastero di Santo Domenico a Fiesole, vicino a Firenze.
Si tratta probabilmente di una serie di tre grandi tavole dell'Annunciazione dipinte dall'artista: le altre due sono l'Annunciazione di Cortona e l'Annunciazione di San Giovanni Valdarno. Oggi la tavola è conservata presso il Museo del Prado a Madrid.

Il pannello centrale mostra l'Annunciazione dell'Arcangelo Gabriele a Maria sotto un portico. Da sinistra scende un raggio di luce divina che, attraverso la colomba dello Spirito Santo, illumina la Vergine, che si piega accettando remissivamente il suo incarico. Maria è seduta su un seggio coperto da un ricco drappo che funge anche da tappeto, ed ha sulle ginocchia un libro aperto, simbolo delle Scritture che si avverano.

A sinistra, è raffigurata la scena della cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva: la loro presenza sottolinea il ciclo della dannazione (e salvezza) dell’umanità. Adamo ed Eva sono collocati in una giardino fiorito che allude alla verginità di Maria, popolato da una moltitudine di piante dipinte con grande cura dei dettagli. Tra le specie legate a valori simbolici si riconoscono la palma, che ricorda il futuro martirio di Cristo, e le rose rosse, che richiamano il sangue della Passione di Cristo.

La predella ha scene della vita della Vergine: la nascita di Maria, le sue nozze con San Giuseppe, la visita di Maria a sua cugina Santa Elisabetta, la nascita di Gesù Bambino, la Presentazione di Gesù al tempio e la Dormizione della Vergine con Cristo che riceve la sua anima.

Beato Angelico dedicò il suo lavoro esclusivamente a soggetti religiosi poiché intendeva l'arte come un aspetto della devozione religiosa. Era particolarmente meticoloso nei dettagli e nella qualità della raffigurazione della natura, degli oggetti e dei ritratti. Nel suo stile, Fra Angelico fonde lo stile italiano tardo gotico con la nuova lingua del Rinascimento. Ne è un esempio la profondità spaziale dell'architettura, che, pur in linea con la raccomandazione di Brunelleschi di occupare il centro di un palcoscenico quadrato e disadorno, mostra tuttavia alcuni degli elementi presenti nelle prime opere di Angelico.

L'effetto di insieme è quello di una descrizione vivida e preziosa realizzata con grande cura dei dettagli e con l’impiego di colori brillanti e freddi, quasi cristallizzati, nelle armonie cangianti degli azzurri e dei rosa.
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