Palazzo del Capitano del Popolo o del Bargello

Firenze, via de Proconsolo 4

 
  • Dove: Firenze, via de Proconsolo 4
  • Indirizzo: via de Proconsolo 4
  • E-Mail: mn-bar@beniculturali.it
  • Telefono: +39 055 2388606
  • Apertura: da lunedì a domenica 8.15 - 13.50 (chiusura della biglietteria alle 13.20)
    chiuso: seconda e quarta domenica del mese, primo, terrzo e quinto lunedì del mese, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre
  • Costo: intero € 4, ridotto € 2
    Gratuito la prima domenica del mese
  • Trasporti: autobus: linea c2 (fermata Ghibellina/Baiana Viaggi)
  • Durata Visita: 1 ora e 30 minuti circa
 
DESCRIZIONE:
È il primo edificio costruito come sede stabile delle istituzioni fiorentine. Fu eretto a partire dal 1255 a fianco della torre detta la Volognana, 43 anni prima del Palazzo della Signoria, quale sede del Capitano del Popolo.
Su via del Proconsolo si eleva il nucleo originario (1255-1261) che inglobò una torre preesistente. Le buche pontaie e le mensole visibili sulla facciata testimoniano l’esistenza di ballatoi di legno a sbalzo. Tra il 1295 e il 1320 fu realizzato il cortile interno e l’ampliamento sul retro mentre nel XVI secolo vi si insediò il Bargello, il capo della polizia, e alcuni ambienti furono trasformati in prigione, come il loggione interno, murato e suddiviso in celle. Fu ripristinato nel 1865 con l’apertura del Museo Nazionale del Bargello.
DA SAPERE: Il 13 luglio del 2006 il Palazzo ha subito un furto di tre gioielli islamici a museo aperto, custoditi in una teca. L’allarme non è scattato.

All’interno della torre campanaria del Bargello, è la storica campana soprannominata dal popolo “Montanina” che, generalmente, liberava i suoi rintocchi in occasioni tristi e funeste: la chiamata dei giovani alle armi, le esecuzioni capitali, il coprifuoco, i tumulti e disordini di vario tipo. Da ciò deriva il detto fiorentino “avere lingua lunga come la campana del Bargello” per apostrofare pettegoli e maldicenti.

"Via dei Malcontenti": un tempo ai margini della città, questa strada includeva anche via di San Giuseppe; trae il suo nome dai condannati a morte che dalle carceri del Bargello e da quelle delle Stinche percorrevano il cammino verso il patibolo, situato fuori dalle mura in prossimità di Porta della Giustizia. Per gli sfortunati cortei furono eretti lungo il percorso alcuni tabernacoli, tra cui quello all’angolo con via delle Casine.
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