Finalmente restaurato, il Cavallo Colossale di Canova apre il racconto dell’arte nell’età di Napoleone.
Francesca Grego
formato sconosciuto
I fasti del Neoclassicismo e dell’età napoleonica rivivono sul palcoscenico dell’inverno milanese: dopo il ritorno della pittura di Andrea Appiani, in mostra a Palazzo Reale fino al prossimo 11 gennaio, le Gallerie d’Italia presentano un grande progetto dedicato alle arti nell’Ottocento e realizzato in collaborazione con la Bibliothèque nationale de France. A cura di Francesco Leone, Elena Lissoni e Fernando Mazzocca, dal 28 novembre 2025 al 6 aprile 2026 Eterno e visione. Roma e Milano capitali del Neoclassicismo riunisce nella sede espositiva di Intesa Sanpaolo in Piazza della Scala oltre 100 opere provenienti da importanti musei italiani e internazionali, scelte per raccontare la splendente stagione in cui il sogno di un’arte e di un mondo nuovi si fuse - per la seconda volta dopo il Rinascimento - con l’ammirazione per la grandezza dell’antico. La penisola italica, erede di una prestigiosa tradizione e depositaria di un patrimonio artistico di inestimabile valore, divenne quasi naturalmente un centro propulsore di questi fermenti, complice la discesa di Napoleone nel 1796. A Milano lo raccontano dipinti, sculture, disegni, incisioni, preziosi esempi di arti decorative, con uno spazio speciale riservato ai grandi maestri di quest’epoca: da Appiani, autore del celebre ritratto di Napoleone re d’Italia, a Giuseppe Bossi, pittore, teorico, collezionista e fondatore della Pinacoteca di Brera, che insieme ad Antonio Canova contribuì a plasmare l’immagine ideale dell’Italia moderna, erede dell’antico e protagonista dell’Europa delle arti.
Giuseppe Bossi, Napoleone appoggiato al globo, 1806. Olio su tela, 98,5 x 74,5 cm. Collezione privata. Foto Manusardi, MilanoEd è proprio da Canova che arriva l’opera più attesa della mostra: ad accogliere i visitatori è il suo Cavallo colossale, mastodontico gesso dipinto a finto bronzo che si lascia ammirare per la prima volta dopo un poderoso lavoro di restauro condotto grazie al programma Restituzioni di Intesa Sanpaolo con il contributo di Venice in Peril Fund. Nata come modello per un monumento a Napoleone che non fu mai realizzato, la scultura ha avuto una vita piuttosto movimentata: riciclata per la statua equestre di Ferdinando I di Borbone in Piazza Plebiscito a Napoli, dopo la morte di Canova fu trasportata a Bassano del Grappa, dove rischiò di finire in frantumi durante i bombardamenti del 1945 come il suo gemello, l’altrettanto imponente destriero di Carlo III di Borbone. A farlo a pezzi negli anni Sessanta ci pensò il personale del Museo Civico di Bassano, che lo sezionò in 200 frammenti per poi dimenticarlo nei depositi. Dopo oltre 50 anni il Cavallo di Canova si erge di nuovo fiero, ricomposto come un monumentale puzzle 3D, liberato da pesanti aggiunte ottocentesche e reso stabile da una nuova struttura interna antisismica realizzata seguendo le istruzioni magistrali del suo autore. Dopo il vis-à-vis con l’eccezionale equino, altre nove sezioni attendono i visitatori delle Gallerie d’Italia: sono dedicate ad artisti come Giovanni Battista Piranesi e Giuseppe Bossi, a scrittori come Ugo Foscolo e Alessandro Manzoni, alla scultura di Canova, ma anche a temi come il disegno, protagonista della stagione neoclassica, o il tripudio delle arti decorative, con una fioritura di oggetti magnifici e preziosi ispirati all’antico. Il confronto tra Roma e Milano percorre l’intero itinerario. La Città Eterna, capitale universale delle arti per la ricchezza del suo patrimonio antico e rinascimentale, rinnova il mito della classicità e continua ad attrarre artisti da tutta Europa. Milano, divenuta capitale prima della Repubblica Italiana e poi del Regno d’Italia, si afferma come laboratorio della modernità e crocevia del Neoclassicismo europeo. Gli artisti riuniti attorno all’Accademia di Brera, le manifatture artistiche e il vivace mondo editoriale fanno della città un modello di innovazione in dialogo con l’antico.
Bernard-Armand Marguerite, Corona. Oro, argento, vetri e paste vitree, madreperla, velluto, altezza 13 cm, diametro maggiore 20 cm, diametro minore 17 cm. Milano, Pinacoteca di Brera, in deposito al Museo del Risorgimento © Pinacoteca di Brera, Milano - MiC / Foto Thierry RadeletA questo proposito la mostra dedica un’attenzione speciale al visionario progetto del Foro Bonaparte - “città ideale ispirata alla Roma imperiale” - di Giovanni Antonio Antolini, mai realizzato ma destinato a segnare l’urbanistica meneghina, mentre l’esposizione degli Onori d’Italia restaurati da Intesa Sanpaolo nell’ultima edizione di Restituzioni - corona, mantello, scettro e oggetti cerimoniali che Napoleone indossò durante l’incoronazione a re d’Italia nel Duomo di Milano - evidenzia i legami del Neoclassicismo con la politica e la propaganda. “Con Eterno e Visione, le Gallerie d’Italia invitano a un viaggio nella bellezza dell’arte neoclassica di cui furono protagoniste Roma, custode della grandezza del mondo antico, e Milano che anche in età napoleonica si affermò come laboratorio della modernità”, sottolinea il Presidente Emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli: “Il clima dell’epoca è rievocato da un corpus di opere di grande respiro, frutto della collaborazione di prestigiosi prestatori. Tra questi la Biblioteca Nazionale di Francia, che ci ha affiancati come partner della mostra. Anche in questa occasione il museo della nostra banca presenta al pubblico una rassegna di grande suggestione, che concorre – in sinergia con la concomitante mostra di Palazzo Reale – a diffondere la conoscenza di una stagione dell’arte italiana ed europea di straordinario splendore”.

Giuseppe Bossi, Incontro di Edipo cieco con le figlie, 1805. Olio su tela, 291 x 494,5 cm. Trezzo sull'Adda, Biblioteca comunale «Alessandro Manzoni» Ph Mario Donadoni
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