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E DELL’ACCADEMIA DELLE ARTI DEL DISEGNO DI FIRENZE

 
Dopo 52 anni di attesa, inaugura la sede della Pinacoteca dedicata ai capolavori del Novecento. 

Francesca Grego
formato sconosciuto

Se non vedo, non credo. È quello che hanno pensato in molti di fronte ai reiterati annunci di apertura di Palazzo Citterio, l’attesissima sede delle collezioni moderne della Pinacoteca di Brera che, di anno in anno e di decennio in decennio, aveva assunto i contorni sfuggenti di un’araba fenice. A 52 anni dall’acquisto dell’edificio da parte dello Stato italiano, il momento è finalmente arrivato: Palazzo Citterio inaugurerà domani, sabato 7 dicembre, e sarà pronto ad accogliere i visitatori a partire da domenica 8. Si realizza così il sogno di Franco Russoli, visionario direttore della Pinacoteca che immaginò una nuova, Grande Brera, luogo di sperimentazione e di ricerca, aperto all’arte più recente e alla vita di una città in movimento. 

Dopo i numerosi interventi di recupero susseguitisi dagli Ottanta, l’ultimo architetto a lasciare la propria impronta sul settencentesco Palazzo Furstenberg, poi denominato Palazzo Citterio, è stato Mario Cucinella, con un progetto basato sui concetti di inclusività e dialogo del museo con il tessuto urbano. Trovano così un domicilio permanente le oltre 200 opere d’arte italiana e internazionale - Modigliani, Carrà, Morandi, Boccioni, Picasso, Braque, tra gli altri - provenienti dalle prestigiose collezioni Jesi e Vitali, che negli ultimi anni i visitatori più curiosi hanno potuto ammirare nei nuovi depositi a vista della Pinacoteca. Ulteriori spazi saranno riservati alle mostre temporanee: la prima, in programma dall’8 dicembre 2024 al 9 marzo 2025, racconterà la complessa storia della Grande Brera, tra vicissitudini e utopie, interventi architettonici e comunità vive. 


Amedeo Modigliani, Enfant gras. Palazzo Citterio I Courtesy Pinacoteca di Brera

“Dal 15 gennaio scorso, giorno del mio insediamento, abbiamo lavorato focalizzando la data del 7 dicembre”, racconta orgoglioso Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, della Biblioteca Braidense e ora anche di Palazzo Citterio: “Ci siamo dati il compito di concludere il cinquantennale percorso di Palazzo Citterio entro il 2024 perché crediamo sia un atto doveroso, eticamente ed economicamente, l’apertura di questo edificio che consente l’ampliamento della Pinacoteca, coronando il sogno di Franco Russoli di realizzare la Grande Brera, cioè un nuovo modo di pensare l’edificio storico di Brera con l’annesso Palazzo Citterio, di pensarlo come un luogo unico con le sue molte funzioni, una collezione antica e una di arte moderna, tra le più importanti al mondo”. 


Giorgio Morandi, Natura Morta. Palazzo Citterio I Courtesy Pinacoteca di Brera

Quale esperienza attende il pubblico a Palazzo Citterio? Punto di congiunzione tra la Pinacoteca storica e la nuova sede sarà la grande Sala 40 al piano nobile con la Fiumana di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Da qui la visita si ripartirà in due allestimenti curati dalla storica dell’arte Marina Gargiulo, per andare alla scoperta di altrettante collezioni: la Jesi, nelle sale fronte via Brera, è interamente dedicata al Novecento, la Vitali corre invece parallela al giardino con preziosi reperti archeologici, opere medievali e del Seicento, proseguendo fino a Morandi. 
In mostra troveremo alcune pietre miliari del XX secolo, da Boccioni a Modigliani, da Carrà a Picasso. Alle opere delle collezioni Jesi e Vitali si aggiungono infatti diversi capolavori acquisiti dalla Pinacoteca negli ultimi decenni e firmati da maestri come De Chirico, Savinio, Campigli, Melotti, De Pisis, Picasso, nonché la raccolta degli Autoritratti minimi di grandi artisti del Novecento appartenuta a Cesare Zavattini e le 23 Fantasie di Mario Mafai, visionaria serie di denuncia degli orrori della guerra donata dall’ex presidente degli Amici di Brera Aldo Bassetti. 


Palazzo Citterio. Photo Walter Vecchio I Courtesy Pinacoteca di Brera

A valorizzare cotanto tesoro concorrono il progetto di illuminazione realizzato da ERCO, leader mondiale per l’illuminazione di architetture e opere d’arte, e le teche firmate da Goppion, un’eccellenza del made in Italy nel settore. Nella corte, invece, si fa notare il padiglione in legno a forma di tempietto circolare, punto di raccordo tra l’esterno e gli ambienti della Grande Brera, donato da Salone del Mobile Milano: uno spazio coperto dove sedersi o sostare che richiama le forme del tempietto bramantesco dipinto da Raffaello nello Sposalizio della Vergine, icona della Pinacoteca. 


Gino Severini, Le Grand Nord. Palazzo Citterio I Courtesy Pinacoteca di Brera

In occasione dell’inaugurazione all’ingresso di Palazzo Citterio sarà inoltre allestito un capitolo dell’opera Renaissance Dreams di Refik Anatoly, tra i più stimati artisti digitali del momento: un immenso dataset di immagini e testi prodotti in Italia tra il XIV e il XVII secolo, elaborati da algoritmi che trasformano forme e colori producendo suoni originali (fino al 30 marzo 2025). 

Al secondo piano e nell’Ipogeo Stirling, spazio alle mostre temporanee: dal già citato La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze a cura di Luca Molinari, a Mario Ceroli. La forza di sognare ancora, a cura di Cesare Biasini Selvaggi: 10 monumentali installazioni inedite progettate per l’Ipogeo Stirling da uno dei più innovativi artisti italiani dell’ultimo secolo (dall’8 dicembre al 23 marzo). La Grande Brera in Braidense ricostruirà infine la storia della gloriosa Biblioteca Nazionale Braidense attraverso 90 documenti esposti nella Sala Maria Teresa dal 12 dicembre al 15 marzo. 


Pablo Picasso, Testa di toro. Palazzo Citterio I Courtesy Pinacoteca di Brera

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