Alfredo Campo. Antologica 1059-2019

Alfredo Campo, Esistere, 1992

 

Dal 04 Luglio 2019 al 14 Luglio 2019

Ragusa

Luogo: Auditorium San Vincenzo Ferreri

Indirizzo: via Giardino 1

Enti promotori:

  • Con il patrocinio del Comune di Ragusa



La personale di Alfredo Campo dal 4 al 14 luglio nell’Auditorium “San Vincenzo Ferreri”, a Ragusa Ibla. L’artista vittoriese propone una sua “antologica”: 72 opere che abbracciano l’intero arco della sua produzione artistica, dagli inizi giovanili legati all’Impressionismo, fino alle opere più recenti, che si sviluppano all’insegna dell’Espressionismo e dell’Astrattismo, con una sperimentazione di tecniche e stili che danno all’opera di Campo un’impronta unica e speciale.

La mostra è organizzata dal Teatro Club “Salvy D’Albergo”, da Arteinsieme di Comiso, di cui Campo è socio onorario, dal Centro Servizi Culturali di Ragusa, e dall’AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), con il patrocinio del comune di Ragusa. Il vernissage è fissato per il 4 luglio, alle 19. Interverranno: il sindaco Peppe Cassì, il presidente del Teatro Club “Salvy D’Albergo”, Carmelo Arezzo, il presidente di Arteinsieme, Marcello Nativo, il presidente del Centro Servizi Culturali di Ragusa, Pasquale Spadola, il presidente di AIMC, Giacomo Mastruzzo.

In esposizione le opere di maggiore rilievo della vasta produzione artistica di Campo, in gran parte provenienti da collezioni private: da “Barche al tramonto” del 1959, alla Crocifissione (1963), a “Dopo il terremoto” degli anni 70, ad “Amarsi” del 1981, a “Maternità” degli anni 90 ed “Esistere” del 1992. Vi sono anche le opere più recenti “Disgregazione” (2016), “Notturno marino” (2017), “Nuova schiavitù” (2017), “Disastro ambientale” (2019).  Tra le opere vi sono quelle in cui risulta predominante l’elemento della matericità e del colore, vi sono le figure umane, o quadri in cui prevale l’astrazione ed il dinamismo. Alcune sono state inserite nella sezione “Tra terra e mare”, altre vanno sotto il titolo di “Visioni del sacro". Vi sono poi i “Paesaggi urbani” e le “Vestigia e rovine”. Ricorrente, nelle opere di Campo, è il tema della natura, distrutta e soggiogata dall’uomo, e dei danni e dei disastri ambientali come in “Rigopiano”, dedicato alla tragedia dell’albergo sul Gran Sasso travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, “Collisione”, che contiene, tra i suoi vari elementi, anche quelli del crollo del ponte di Genova. Altro elemento il mare, ma anche la montagna, o alberi bruciati, o ancora monumenti della Ibla barocca che faticano ad emergere nel groviglio della tragedia umana. In moltissime opere di Campo emerge la figura femminile, simbolo di serenità, spesso distinta dall’uomo, spesso testimone impotente dei disastri generati dall’uomo e, talvolta, con una forte carica taumaturgica che sembra ridare vita alla natura ed ai suoi elementi.

La mostra vuole racchiude 60 anni di attività dell’artista vittoriese, Accademico dell’Accademia Internazionale Burckhardt di Roma, insignito della medaglia al merito del Presidente della repubblica nel 1984 per meriti artistici e culturali (il presidente del tempo era Sandro Pertini), Accademico d’onore dell’Accademia del Fiorino di Prato. La sua attività artistica è stata inserita nell’Archivio dell’Arte italiana del XX secolo dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte di Firenze. Campo ha iniziato a dipingere nel 1956, ad appena 18 anni, ha esposto in varie città italiane e partecipato prestigiose mostre ed appuntamenti artistici, ma anche in Francia (Parigi) ed in Inghilterra. «Sono sessant’anni di ricerca pittorica – scrive Carmelo Arezzo – che hanno permesso ad uno dei più dotati artisti della nostra terra di collegare la propria percezione filosofica e sentimentale della vita con una sincera narrazione pittorica che chiama a raccolta le linee descrittive, astrazioni dal figurativo, potenti sintesi di immagini e presenze, vigorosi dinamismi aggressivi e dolci ad un tempo, matericità impegnative e corpose, cromatismi ora agili e rasserenanti, ora volutamente impetuosi e doloranti. (…) Questa antologica è anche un ritorno a Ragusa dopo molti anni».

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