L’esposizione ripercorre quarant’anni di azioni e performance

Le ossessioni di Jan Fabre travolgono il MAXXI

Jan Fabre
 

L.Sanfelice

14/10/2013

Roma - La Galleria 4 del MAXXI ospita per la prima volta una personale dedicata a Jan Fabre. Per l’occasione l’artista visivo belga presenta disegni, “thinking models”, collages, film, foto e documenti che costituiscono le tappe di un viaggio tra le decine di performance e di azioni, sia private che pubbliche, realizzate in Belgio e all’estero dagli anni Settanta ad oggi. Al centro dell’indagine spesso cruda ed eccessiva: l’analisi e la sfida del corpo, oggetto privilegiato della sua ricerca totalizzante tesa a trasgredire i limiti espressivi attraverso la disciplina, il sacrificio, la punizione.

Un’ossessione che lo ha spinto a sperimentare utilizzando il proprio sangue, il sudore, l’urina, il vomito, le ferite, le urla, o ad invitare i critici d’arte a sparargli alla Franklin Furnace di New York dove tra i colpi a salve inserì un proiettile vero, o ancora a farsi arrestare per aver preso in ostaggio il filosofo Lars Aagaard Mogensen, a chiudersi in una gabbia con Marina Abramovic al Palais de Tokio di Parigi, a mettersi alla gogna nel Tokyo Museum of Contemporary Art, esponendosi al lancio di pomodori da parte del pubblico.

L’esposizione, in programma dal 16 ottobre al 31 gennaio, rinnova la collaborazione tra il MAXXI e la Fondazione Romaeuropa che alla grande retrospettiva affiancherà la riedizione di due spettacoli originali del 1984 messi in scena al teatro Eliseo.


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