Fino al 13 febbraio al Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto

Depero, creativo a tutto tondo, in mostra al Mart

Fortunato Depero, Grattacieli e tunnel, 1930, Mart, Fondo Depero | Courtesy Mart
 

Samantha De Martin

22/10/2021

Trento - Motivi decorativi per scialle, manifesti pubblicitari, ma anche bozzetti di copertina per Vogue e Vanity Fair o il mitico pupazzo Campari.
Passa attraverso una pluralità di linguaggi e materiali, dal legno al buxus, dalla carta al metallo, il genio poliedrico di Fortunato Depero. E il Mart di Rovereto gli rende omaggio attraverso una mostra che fino al 13 febbraio esplora l'attualità delle sue sperimentazioni e le influenze delle sue ricerche negli ambiti dell'arte, della moda, del design, accendendo un focus sugli anni Ottanta e Novanta.

Circa 500 lavori, tra opere, disegni, mobili, oggetti, manifesti, fotografie, libri e riviste, ma anche video e film realizzati negli ultimi vent’anni anni, scandiscono il percorso Depero new Depero che restituisce l’immagine del maestro creativo alla ricerca di un'arte totale, fermamente convinto che tra un linguaggio e l’altro non esistessero gerarchie.


Fortunato Depero, Bozzetto di copertina per Vanity Fair, 1929-1930, Mart, Fondo Depero | Courtesy Mart

Tra i firmatari del manifesto dell'aeropittura e rappresentante del cosiddetto "secondo futurismo", l’artista trentino lasciò alla sua morte, al Comune di Rovereto, l’unico museo futurista italiano e il suo archivio personale comprensivo di circa 3000 oggetti. Questa cospicua eredità restituisce l’immagine di un artista impegnato su vari fronti e ambiti di sperimentazione, dalla pittura ai complessi plastici motorumoristi, dal teatro alla grafica, dalla poesia ai progetti editoriali.

Il percorso racconta anche un tassello di storia del Mart, impegnato negli anni a dare seguito alle idee di Depero, trasformando il suo lascito in un patrimonio in divenire attraverso l’acquisto di decine di opere e archivi, puntando su restauri (tra i più recenti quelli dei famosi “arazzi” esposti a Casa Depero) e ricostruzioni di costumi, mobili, scenografie, come quelle dei Balli Plastici e de Le chant du rossignol.


Fortunato Depero, Diavoletti neri e bianchi. Danza di diavoli, 1922, Mart, Fondo Depero | Courtesy Mart

La mostra, allestita nel grande museo firmato da Mario Botta, ospita anche circa 200 volumi pubblicati dal Mart, gli oggetti e i mobili di quegli artisti, designer, illustratori ed editori che a Depero si sono ispirati, da Giovanni Sacchi a Gaetano Cappa.
Un Depero “influencer” emerge dal percorso che evidenzia come l’opera dell’artista abbia profondamente influenzato architetti e designer come Ettore Sottsass e Alessandro Mendini.


Gaetano Cappa, 1929 Drama, 2020, Istituto Barlumen Bardolino | Courtesy Mart

Grazie all’allestimento, curato dallo studio Baldessari e Baldessari, oltre a cogliere il dialogo ideale tra Depero e l’architettura che lo ospita, il visitatore idealmente si perde, immerso in uno scenografico display che incanta. I volumi dei lucernai disegnati da Mario Botta diventano “impronte”. Nel gioco ottico che ne scaturisce, negativo e positivo, concavo e convesso si confondono. Sotto un soffitto che vuole essere un arazzo contemporaneo, lo scenografico percorso si snoda tra sei sezioni: Introduzione, Ricostruzioni, Effetto Depero, America, Museo.
La curatela della mostra spetta a Nicoletta Boschiero, responsabile della Casa d’Arte Futurista Depero che, nello stesso periodo, ospiterà una mostra nel solco della tradizione, a cura di Maurizio Scudiero.

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